Una storia vera, anche se ampiamente romanzata. Un personaggio eroico come ce n'è ormai pochi. E tutto il romanticismo degli eroi 'contro' cari a Ken Loach, proiettati in un piccolo mondo perduto e struggente, l'Irlanda rurale degli anni 30, che tornava improvvisamente a sperare malgrado le ferite della Guerra civile e le cupezze della Grande Depressione. (...) un concentrato di energia che resuscita un personaggio leggendario nell'Irlanda del Nord, Jimmy Gralton. Anche se come sempre in Loach nessuno è un'isola, la luce che illumina ogni protagonista arriva dal mondo circostante. (...) Temperato da un buonumore contagioso e da una capacità di dare vita con pochi tratti a personaggi straordinari (...) che resuscita la grandezza e la generosità di certi film di John Ford. Anche se con molta nostalgia e disillusione in più. |
Fabio Ferzetti - Il Messaggero |
...Il
regista britannico fa sembrare il cinema la cosa più semplice del mondo:
nel suo realismo secco e immediato, non c’è quasi mai una scena di troppo,
un movimento di macchina inopportuno, una battuta sbagliata, un
personaggio fuori luogo. La storia che racconta e gli eroi che ci propina
sono da decenni gli stessi, ma sempre trovando una chiave inusuale, ogni
volta toccando le corde giuste: la fabbrica, la guerra, il calcio,
l’alcol, l’amore e, ora, il ballo. |
Gianluca Arnone - cinematografo.it |
promo |
Irlanda, anni Trenta. Jimmy Gralton torna a
casa, nella Contea di Leitrim, per aiutare la madre a prendersi cura della
fattoria di famiglia. Jimmy ha passato dieci anni in esilio negli Stati
uniti e il Paese che ritrova, dopo anni di Guerra Civile, ha un nuovo
governo ed è pieno di speranze. Spinto dai giovani della Contea di Leitrim,
Jimmy accetta di riaprire la "Pearse-Connolly Hall", una sala dove le
persone possono incontrarsi per ballare, studiare o discutere. Ma Jimmy sa
che la sua decisione e le sue idee progressiste riaccenderanno gli antichi
dissapori con la Chiesa e i proprietari terrieri... |