L'isola
in Via degli Uccelli
(The Island on Bird Street)
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da La Stampa (Lietta Tornabuoni)
Lo stile, i La persecuzione nazista contro gli ebrei polacchi vista con gli occhi d'un bambino come un'avventura, raccontata alla maniera di "Senza famiglia" o di "Robinson Crusoe" dal romanzo di Uri Orlov dal quale il film deriva. Alex, undici anni, riesce a sfuggire all'evacuazione del Ghetto di Varsavia da parte dei nazisti. Suo padre, che viene invece preso e deportato, gli fa promettere d'essere coraggioso, di resistere. Il bambino solo lotta per sopravvivere, salva la vita a due appartenenti alla Resistenza e riesce alla fine a riabbracciare suo padre. Il film per ragazzi è educativo e probo ma niente affatto melenso.
da Film Tv (Fabrizio Liberti)
Intenso, toccante, doloroso come potrebbe esserlo una versione al maschile del Diario di Anna Frank, questo L'isola in via degli uccelli è un film che stordisce e commuove. Nella storia vera di Alex, ragazzo ebreo del ghetto di Varsavia e tratta dal romanzo di Uri 0rlev, c'è tutto il dolore che arriva da una delle pagine più nere dell'umanità, quella dell'Olocausto. Poetico, ma lontano mille miglia dalla visione quasi ludica di La vita è bella, il film descrive la vita di un bimbo che dopo la deportazione di massa rimane unico sopravvissuto nel dedalo di rovine del ghetto che pare una delirante visione di Piranesi. Il topino Neve e una copia sgualcita di "Robinson Crusoe" sono i suoi fedeli compagni e come l'eroe di Defoe, Alex si deve nascondere per sottrarsi ai nazisti, i cannibali del nostro secolo, sorretto solo dall'utopica certezza di rivedere un giorno suo padre. Un film che nell'Europa sfavillante dell'Euro invita a non dimenticare che essa nasce da anni di profondo dolore e sofferenza.
TORRESINO Memoriali del XX secolo ottobre 2001