Harry,
un amico vero
(Harry, un ami qui vous veut du bien) |
da La Repubblica (Roberto Nepoti)
Selezionato in concorso a Cannes 2000, dove si rivelò un'eccellente sorpresa, Harry, un amico vero è il genere di film che ci perde se lo racconti. Meglio illustrarne le premesse e il clima: che è quello di un thriller macabro alla francese, sceso dai lombi del vecchio Clouzot e arrivato a Chabrol, passando attraverso reminiscenze hitchcockiane. La plurima paternità è percettibile fin dall'inizio, allorchè una vaga atmosfera di minaccia comincia a installarsi su una situazione delle più quotidiane. Michel (Laurent Lucas) e Claire (Mathilde Seigner), coppia in crisi da routine famigliare, sono in viaggio per le vacanze, sotto l'oppressione della canicola estiva e delle loro urlanti marmocchie. In un'area dell'autostrada, Michel incontra Harry (Sergi Lopez), un vecchio compagno di scuola perso di vista. Il tipo è amichevole, entusiasta e rassicurante; apparentemente il più comune degli uomini sulla faccia della Terra; in realtà, sotto il suo sorriso si nasconde un pericoloso psicopatico che intende cambiare la vita di Michel. Farà dei sogni dell'altro i suoi stessi sogni, dei suoi nemici i propri nemici. Il sorprendente talento di Dominik Moll, qui all'opera seconda, risiede nel rifiuto sistematico di giustificare psicologicamente ciò che ci mostra dopo questa premessa. Senza spiegarci i motivi per cui Harry è deciso a penetrare a fondo nella vita del compagno di collegio, lo sceneggiatore/regista preferisce lavorare di paradossi, mostrandoci come ciascuno dei due personaggi sia l'alterego dell'altro, legato al suo doppio da sentimenti contrastanti di attrazione e di repulsione (anche Claire ha un contrappunto in Prune, la compagna di giochi erotici di Harry). Contrariamente al solito, Harry un amico vero trae vantaggio dalla confusione (programmata) di differenti generi, restando sapientemente in bilico tra il noir e il film di costume, il thriller e la commedia famigliare per spiazzare meglio lo spettatore e scavargli da sotto i piedi il terreno delle certezze rassicuranti. Non capita spesso di incontrare un film che produca turbamento, angoscia addirittura, lasciandoti contemporaneamente una sensazione di buonumore e di divertimento. Moll gioca di ambivalenza tra realismo quotidiano, senso di fatalità e mistero: c'è materia di riflessione per chi sottovaluta l'importanza della sceneggiatura...
LUX - TORRESINO maggio-giugno 2001