Giovanna la pazza
(Juna la loca) |
da Kataweb (Franco Montini)
La
storia, quella con la esse maiuscola, in versione soap-opera... Utilizzando la
struttura di un unico, lungo flash back, la pellicola racconta le vicende di
Giovanna, figlia di Isabella e Ferdinando, i re cattolici di Castiglia, che, per
ragion di stato, nell'agosto del 1496 viene spedita nelle Fiandre per andare in
sposa a Filippo il Bello. Imprevedibilmente fra i due giovani esplode immediata
una grande attrazione fisica e i primi anni di matrimonio sono caratterizzati da
slanci e passione. Ma presto l'ardore di Filippo, al contrario di quello di
Giovanna, si spegne e mentre lei mette al mondo figli e continua ad amare il
marito, lui è coinvolte in mille avventure e tradimenti, come quasi tutti i
sovrani dell'epoca. Così nel 1504 quando per la morte dei genitori e dei
fratelli maggiori, Giovanna, che non avrebbe mai dovuto regnare, diventa regina
di Castiglia, si può dire che il suo matrimonio sia già finito. Ma Filippo vuole
approfittare della situazione per regnare: dalle Fiandre, la coppia regale si
trasferisce in Spagna, dove la gelosia di Giovanna esplode definitivamente.
Approfittando di essa, Filippo, con la complicità della nobiltà fiamminga e di
una parte degli aristocratici castigliani, cerca di far interdire e deporre
Giovanna, accusata di follia. Proprio quando il progetto sembra realizzarsi, la
regina, amata dal popolo, al contrario di Filippo, si rimpossessa del proprio
ruolo e del proprio legittimo potere, mentre il marito, colto da una misteriosa
febbre, finisce rapidamente al creatore. E tuttavia, anche dopo la morte,
Giovanna non cessa di amare Filippo, facendone conservare il cadavere in un
sarcofago, visitandolo regolarmente per anni ed accreditando in questo modo la
propria nomea di pazza.
Giovanna la
pazza sembra un
film d'altri tempi: ricorre sovente ad una voce esplicativa fuori campo, per
informare gli spettatori sul contesto, non molto noto, soprattutto al pubblico
italiano. Esagera in un'inutile illustrazione della vita di corte con un eccesso
di feste e balletti, mescola erotismo e morte, moltiplica le scene madri (come
la nascita del secondo figlio di Giovanna) e, senza preoccuparsi troppo della
verosimiglianza, fa della protagonista un'eroina massimamente romantica e
moderna, quasi un'incarnazione protofemminista, una donna che rivendica la
propria dignità di moglie, prima ancora che di regina...
TORRESINO - settembre 2002