Il giorno del falco
Rodolfo Bisatti - Italia 2004 - 1h 32'

      Quando in sala è annunciata la presenza di Ermanno Olmi come produttore di Ipotesi Cinema gli applausi si fanno subito consistenti, ma per Rodolfo Bisatti l’accoglienza è ancora più calorosa; d’altronde lui, padovano, trentenne, laureato al Dams, gioca in casa. E “gioca in casa” anche questa sua opera prima Il giorno del falco che disegna un quadro impietoso dell’opulento Nord-Est (il titolo, in sceneggiatura, era proprio Nord-Est: il vecchio e il cinese). Si parte da una tragica tentata rapina in banca (con i due assalitori freddati da un agente) e si procede con l’inchiesta di un reporter di un’emittente locale che, affiancato dal fido operatore, prova a scavare nelle esistenze “normali” dei due strani malviventi. Il lento procedere dell’indagine, le inaspettate personalità che ne emergono (un tranquillo meccanico d’auto prossimo al matrimonio, un fioraio-poeta estroverso e disincantato), la mediocrità del benessere che soffoca la realtà veneta diventano un percorso di sconvolgente riflessione per i protagonisti, lo sbocco amaro per un teorema sociale che Bisatti dimostra per immagini. Se un difetto si può evidenziare in Il giorno del falco è che l’urgenza della tesi porta la regia stralunare il meccanismo classico della fiction, tesa a documentare la depressione civile della sua terra.
“In una città universitaria come Padova il peso culturale è ancora tangibile, ma se ci inoltriamo nella provincia o in città come Vicenza o Treviso lo sfoggio della ricchezza diventa il senso del vivere. Vai in piazza e arrivano i ferrarini, con le loro auto tirate a lucido…” Una realtà umana insostenibile che Rodolfo Bisatti non affronta di petto, ma a cui si sforza di accennare con la pacatezza del sua messa in scena e con la schiettezza dei suoi interpreti. “Raccontare il posto in cui vivi per me non è un’idea stilistica, ma un principio etico”. È l’etica della scuola di Bassano che nel “sentire” ciò che si vuole raccontare e nel saper raccontare ciò che si sente prova a forgiare dei veri autori, non degli impiegati della commercialità cinematografica o dei giornalisti televisivi che, come dice il protagonista de
Il giorno del falco, “vanno in giro a scoprire il mondo e poi non raccontano che stronzate di gente rincoglionita dai soldi”.
Fino a quanto Bisatti con il suo film riesce nell’intento? Il coinvolgimento nella tensione narrativa stenta a decollare, l’identificazione tra il reportage all’interno del racconto e il film stesso riporta a modelli desueti (il taglio ricorda il cinema-inchiesta anni ’70), ma alla distanza ciò che lascia spiazzati è il prendere coscienza di una realtà al limite dello squallore esistenziale che abbiamo sotto gli occhi e che i media edulcorano in una rappresentazione superficiale fatta di apparenza e profitto.
Il giorno del falco segue fino in fondo il cammino del suo protagonista nel rifiutare, anche come prodotto cinematografico, i compromessi del mercato. Dobbiamo immaginare l’uscita posticipata in sala (prevista purtroppo per febbraio, a effetto-Mostra ormai sbiadito) come un azzardo pari ad un colpo in banca?

ezio leoni - Il Mattino Padova  6 settembre 2003

TORRESINO - giugno 2005

venerdi 17 giugno ore 21.00:  PRIMA NAZIONALE

saranno presenti in sala il regista e gli attori Mario Rodighiero e Giacomo De Domenico