Qual è il segreto di
Il giardino segreto,
opera terza della polacca Agneszka Holland (Europa Europa,
Olivier Olivier)?
E' un segreto semplice ma antico, legato al senso del proibito, alla magia
dell'infanzia, alla nostalgia degli affetti perduti, al potere taumaturgico
della fiducia e dell'amicizia.
E' quanto ha occasione di scoprire la piccola Mary Lennox, che ha trascorso
i suoi primi dieci anni in India e che ora, rimasta orfana, viene a vivere
in un gotico castello sperduto tra le brughiere della Gran Bretagna. L'accoglienza
per Mary è tutt'altro che incoraggiante: l'anziana governante (Maggie
Smith, davvero perfetta nel ruolo) è burbera e severa, e lo zio,
che l'ha adottata, è un tenebroso misantropo, chiuso nel suo dolore
per la morte della moglie, sorella gemella della madre di Mary. Così
la bambina, nella sua grigia solitudine, vaga per il castello e si trova
di fronte ad inaspettate realtà quali misteriosi passaggi segreti,
un cugino della sua età (Colin) bloccato a letto da patemi ipocondriaci,
un lussureggiante giardino vittoriano che lo zio tiene chiuso e nascosto
dopo la perdita della moglie. Con l'aiuto del fido Dickon, voce proletaria
dell'infanzia locale, Mary riesce a ridare vita al bellissimo giardino,
lasciato in abbandono da un decennio, ma solo apparentemente avvizzito
per l'incuria del tempo. Proprio attraverso la ritrovata serenità
di quel piccolo eden incantato, l'amico Colin scoprirà la voglia
di vivere, la gioia dei giochi all'aria aperta, l'abbraccio commosso del
padre.
Favola d'altri tempi? Certamente. Eppure anche un racconto così
datato (il libro da cui è tratto, un classico per l'infanzia, fu
scritto da Frances Burnett nel 1911) non sfigura nella calibrata rievocazione
della Holland. Perché il segreto cinematografico di
Il giardino
segreto è nel tocco delicato con cui la storia si sviluppa,
nel ritmo lento ma mai tedioso, nella limpidezza della fotografia e del
commento musicale, nell'accattivante prova recitativa di tutti gli interpreti
e, finalmente, nell'afflato coinvolgente di valori umani sempre attuali.
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