Fiore del deserto
racconta la vera storia di Waris Dirie, top model di fama internazionale
nonché portavoce ufficiale della campagna dell'Onu contro le mutilazioni
femminili. Dirie ha ripercorso la sua vita avventurosa nell'autobiografia
su cui è basata la sceneggiatura del film, scritta dalla regista americana
di origini tedesche Sherry Hormann, e realizzata da una giovane casa di
produzione indipendente di Verona, la Ahora! Film. La scelta più
importante era naturalmente quella della protagonista, ed è la più felice
del film: ad interpretare Waris è un'altra supermodella che proviene dalla
stessa parte del mondo (anche se è etiope e non somala), Liya Kebede, che
al suo debutto cinematografico si rivela non solo perfetta per il ruolo,
ma anche un'ottima interprete. È dai tempi dell'esordio di Audrey Hepburn,
allora conosciuta solo come modella, in Vacanze romane che non si vedeva
un passaggio così riuscito dalle passerelle di moda al grande schermo. Kebede, di una bellezza devastante, sa essere leggera e profonda, comunica
gravitas africana e desiderio di emancipazione londinese, grazia e
timidezza, paura e determinazione, ingenuità e buon senso, suprema
vulnerabilità e altrettanto suprema dignità. |
Paola Casella - Mymovies |
Fiaba su una moderna Cenerentola (...) mescola volutamente toni e stili diversi, per restituire la complessità di un percorso umano co-stellato di drammi e gioie, dolore e leggerezza, lacrime e risate. Ed ecco dunque alternarsi, grazie a un continuo avanti e indietro nel tempo, l'asciutto, efficace racconto della dura infanzia di Waris, compresa l'agghiacciante sequenza sulla disumana pratica dell'infibulazione, e quello della sua rinascita sotto i riflettori, sulle passerelle. Le costose scarpe indossate dalla modella possono solo temporaneamente nascondere le cicatrici che segnano i suoi piedi, gli splendidi vestiti che indossa fanno dimenticare solo in par te la sofferenza di un corpo che la violenza ha segnato per sempre. Dal polveroso deserto alle sfilate di Parigi e New York, il film oscilla tra due estremi che non sempre la regista riesce ad accostare con perizia. Nell'economia del racconto avrebbero infatti giovato più momenti dedicati al suo impegno per le donne, o all'approfondimento psicologico di Waris, e meno spazio per servizi fotografici glamour e patinati, pensati per esaltare la filiforme bellezza dell'attrice e modella che interpreta la protagonista, Liya Kebede. (...) Il film però raggiunge il suo obiettivo, quello di accendere i riflettori su un tema così cruciale, e la Fondazione Fiore del deserto creata dalla ex modella continua a salvare ogni anno migliaia di bambine destinate a una inutile sofferenza. |
Alessandra De Luca - Avvenire |
promo |
Waris è una bellissima ragazza somala che si ritrova catapultata nel cuore di Londra, a piedi nudi e con un passaporto fasullo in mano. A Londra incontrerà prima un'aspirante ballerina, Marylin, che, malgrado il temperamento bizzarro e la diffidenza iniziale, diventerà la sua migliore amica, e poi un celebre fotografo di moda, che saprà riconoscere in lei il potenziale di apparire sulle copertine di tutto il mondo. Alle spalle resta un passato oscuro, di cui fanno parte alcuni eventi traumatici nella nativa Somalia, e Waris-"fiore del deserto", ora che è riuscita a cambiare il suo destino, prenderà a poco a poco consapevolezza non solo della sua bellezza ma anche dei suoi diritti come donna e come essere umano. |