Fiore del deserto
Sherry Hormann
- Gran Bretagna, Germania, Austria, Francia  2009 - 2h



 

Fiore del deserto racconta la vera storia di Waris Dirie, top model di fama internazionale nonché portavoce ufficiale della campagna dell'Onu contro le mutilazioni femminili. Dirie ha ripercorso la sua vita avventurosa nell'autobiografia su cui è basata la sceneggiatura del film, scritta dalla regista americana di origini tedesche Sherry Hormann, e realizzata da una giovane casa di produzione indipendente di Verona, la Ahora! Film. La scelta più importante era naturalmente quella della protagonista, ed è la più felice del film: ad interpretare Waris è un'altra supermodella che proviene dalla stessa parte del mondo (anche se è etiope e non somala), Liya Kebede, che al suo debutto cinematografico si rivela non solo perfetta per il ruolo, ma anche un'ottima interprete. È dai tempi dell'esordio di Audrey Hepburn, allora conosciuta solo come modella, in Vacanze romane che non si vedeva un passaggio così riuscito dalle passerelle di moda al grande schermo. Kebede, di una bellezza devastante, sa essere leggera e profonda, comunica gravitas africana e desiderio di emancipazione londinese, grazia e timidezza, paura e determinazione, ingenuità e buon senso, suprema vulnerabilità e altrettanto suprema dignità.
Accanto a lei funziona molto bene Sally Hawkins nei panni dell'amica Marylin, in qualche modo non meno seducente di Waris, vulcanica e pasticciona, goffa e sfacciata, sgarrupata e orgogliosa. Le scene fra le due attrici sono le più divertenti di un film che deve raccontare anche la tragedia ma riesce a farlo alternando il melodramma ai momenti comici. Timothy Spall nei panni del celebre fotografo Terry Donaldson e Juliet Stevenson in quelli della direttrice di un'agenzia di modelle con la sindrome di Pigmalione sono adeguati comprimari. Hormann ha un forte senso del cinema, evidente in alcune sequenze - come la scena dello specchio e quella della scala mobile - e fa scelte coraggiose come quella di mescolare orrore e comicità - la scena della visita ginecologica - anche se talvolta cede alla sottolineatura retorica, gravata da una musica incessante che accompagna tutte le parti drammatiche del film. Ma è impossibile non innamorarsi di Waris-Liya che saltella sul set fotografico o si raggomitola in un portone londinese, che prima tiene gli occhi bassi per pudore e modestia e poi li solleva con fierezza davanti alla sala conferenze del Palazzo di vetro. Questa è quel che si chiama una star performance, e poiché il film si regge interamente su di lei, Liya Kebede traghetta
Fiore del deserto fuori dal pericolo di trasformarsi in un feuilleton televisivo.

Paola Casella - Mymovies

  Fiaba su una moderna Cenerentola (...) mescola volutamente toni e stili diversi, per restituire la complessità di un percorso umano co-stellato di drammi e gioie, dolore e leggerezza, lacrime e risate. Ed ecco dunque alternarsi, grazie a un continuo avanti e indietro nel tempo, l'asciutto, efficace racconto della dura infanzia di Waris, compresa l'agghiacciante sequenza sulla disumana pratica dell'infibulazione, e quello della sua rinascita sotto i riflettori, sulle passerelle. Le costose scarpe indossate dalla modella possono solo temporaneamente nascondere le cicatrici che segnano i suoi piedi, gli splendidi vestiti che indossa fanno dimenticare solo in par te la sofferenza di un corpo che la violenza ha segnato per sempre. Dal polveroso deserto alle sfilate di Parigi e New York, il film oscilla tra due estremi che non sempre la regista riesce ad accostare con perizia. Nell'economia del racconto avrebbero infatti giovato più momenti dedicati al suo impegno per le donne, o all'approfondimento psicologico di Waris, e meno spazio per servizi fotografici glamour e patinati, pensati per esaltare la filiforme bellezza dell'attrice e modella che interpreta la protagonista, Liya Kebede. (...) Il film però raggiunge il suo obiettivo, quello di accendere i riflettori su un tema così cruciale, e la Fondazione Fiore del deserto creata dalla ex modella continua a salvare ogni anno migliaia di bambine destinate a una inutile sofferenza.

Alessandra De Luca - Avvenire



promo

Waris è una bellissima ragazza somala che si ritrova catapultata nel cuore di Londra, a piedi nudi e con un passaporto fasullo in mano. A Londra incontrerà prima un'aspirante ballerina, Marylin, che, malgrado il temperamento bizzarro e la diffidenza iniziale, diventerà la sua migliore amica, e poi un celebre fotografo di moda, che saprà riconoscere in lei il potenziale di apparire sulle copertine di tutto il mondo. Alle spalle resta un passato oscuro, di cui fanno parte alcuni eventi traumatici nella nativa Somalia, e Waris-"fiore del deserto", ora che è  riuscita a cambiare il suo destino, prenderà a poco a poco consapevolezza non solo della sua bellezza ma anche dei suoi diritti come donna e come essere umano.

 

cinélite giardino BARBARIGO: giugno-agosto 2016riuscita