Si
parla di cosa insolita per un film, soprattutto se italiano: l'ipomania
e cioè un disturbo della personalità che fa si che Emma, la pro-tagonista,
si debba sottoporre
a bombe di sedativi per non far salire in superficie la sua vitalità
eccessiva e imbarazzante. Vestita di colori pallidini si lascia dunque
tradire dal marito e ridipinge in toni smorti le pareti dell'assessorato
cui collabora. Ma tutto va in tilt quando le medicine spariscono e
l'altra Emma - durante la preparazione del matrimonio dell'amica (che,
naturalmente, manderà a monte) - riprende il sopravven-to, dapprima
con sconcerto del consorte e infine con gioia e riscoperta. Regia
tranquilla ma simpatica, con un affresco della provincia italiana
quando si scrolla di dosso l'apatia. Al cuore di questo piccolo film
una vera bomba: la bravissima, vivacissima, carnale Cecilia Dazzi,
un'antidiva che si fa poco vedere e che vorremmo invece vedere di
più.
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