El abrazo partido - L'abbraccio perduto |
da La Repubblica (Roberto Nepoti) |
Ariel (Daniel Hendler, premio per la migliore interpretazione maschile all'ultima Berlinale) è un giovane ebreo di Buenos Aires in cerca delle proprie radici, oppresso da una mamma che pare quella di Woody Allen e da un papà transfuga da casa, salvo ricomparire all'improvviso durante il film. All'inizio, la sua voce narrante introduce lo spettatore nell'ambiente principale della storia: una galleria commerciale di Buenos Aires dove la madre del ragazzo gestisce un negozio di biancheria femminile e in cui si muovono altri personaggi fondamentali della sua vita: il fratello, l'amico del cuore, un'amante sessualmente esuberante. Però Ariel è in attesa di un passaporto. Vuole andarsene in Europa; meglio: in Polonia, dove spera di ritrovare le proprie radici e di sciogliere la crisi d'identità che lo assedia. Vincitore - anche - dell'Orso d'Argento a Berlino, El abrazo partido (L'abbraccio perduto) è una commedia drammatica che muove da premesse minimaliste, però riesce a conquistarti con la leggerezza, lo humour tinto d'assurdo, la distanza ironica che sa prendere nei confronti della propria materia. Esponente della "nouvelle vague" argentina, Daniel Burman cura particolarmente i dialoghi e s'incolla ai personaggi, seguendoli dappresso con la cinepresa a spalla. Un modo di filmare semplice e "istintivo" che si accorda bene col carattere esitante del personaggio principale, adolescente di lungo corso giunto all'alba della trentina pervicacemente immaturo, alle prese con l'esilio interiore e il desiderio di fuga. |
TORRESINO - giugno 2004