Stanley
Donen ha scelto l’Europa come seconda patria. L’aria del continente giova
alla sua reputazione («Minore? Sì, ma come certe sonate di Mozart»,
ha scritto di lui un critico francese) e dà ossigeno alla sua sorridente
ribellione contro il modo di vita americano. Due perla strada è il tipico
film del cosiddetto escapismo cinematografico (che conta turisti a vita
come Orson Welles, John Huston, Elizabeth Tavlor): nel raccontare le
vicende di una coppia inglese, in viaggio sulle strade di Francia
attraverso parecchi anni di matrimonio,
Donen attacca i più
noti tabù hollvwoodiani. Qui si parla di amore prematrimoniale e di
reciproca infedeltà coniugale, due debolezze che ai tempi del codice Hays
venivano punite con la morte dei personaggi colpevoli. Adesso Audrey
Hephurn e Albert Finney ci scherzano su, magari con un po’ di amarezza, e
comunque si propongono al pubblico come una coppia perfettamente normale;
mentre anormale è la coppia degli amici americani, imbrigliati in
malintesi schemi psicanalitici. convenzionali come una fotografia
pubblicitaria e oppressi da una bambina terribile. Il soggetto di
Frederick Raphael alterna il passato al presente senza regole fisse, con
grande libertà di tempi: amori e dolori, baci e botte vanno avanti e
indietro secondo le scoperte del cinema d’autore. In questo aggiornamento
del linguaggio, attuato quasi sempre con gusto sicuro […] non tutti i
momenti sono altrettanto felici, ma il tono generale è amabile e sincero;
e la bravura della Hepburn e di Finney, che si diverte a imitare Humphrey
Bogart, vale da sola il prezzo dello spettacolo. |