Due famiglie per Leon (Leon the Pig Farmer)
di Gary Sinyor e Vadim Jean - Gran Bretagna 1992 - 1h 42'

  

"Forse il mondo si aspetta dalla Gran Bretagna dei drammi in costume o delle commedie leggere. Ma noi vogliamo muoverci su nuovi campi: film che siano più emotivi che intellettuali, che facciano sporgersi in avanti sul bordo della poltrona, film che siano divertenti e ricchi di immaginazione"Vadim Jean e Gary Sinor, registi-produttori esordienti con Leon the Pig Farmer (Leon allevatore di suini) predicano bene e razzolano meglio. Il loro film scorre via piacevole e tra un sorriso e un risata si riscopre la vena arguta e sarcastica dell'umorismo yiddish. Leon Geller è un giovane ebreo londinese, ricco di famiglia e kasher (puro) di cuore. I suoi problemi consistono in un lavoro che rifiuta (agente immobiliare), in una fidanzata (Lisa) che ambisce ad un uomo col gusto dell'avventura, ma la vera tegola gli arriva quando viene a sapere che i suoi genitori l'hanno concepito con l'inseminazione artificiale, e che allora, per un banale errore, la provetta con il seme paterno fu casualmente scambiata con un'altra. Transfuga nello Yorkshire per conoscere il suo vero padre, Leon si scopre figlio di un allevatore di maiali e con la sua proverbiale disattenzione, pasticcia con le provette del veterinario (ancora inseminazione artificiale!) producendo il primo maialino-pecora della storia... Su un canovaccio già di per sè ricco di humor e di ironia si innestano gag a non finire: la bella Madeleine che dipinge vetrate per le chiese, "mettendo in croce" i suoi modelli-amanti, il padre che sostituiisce il trofeo della testa di maiale con la foto del figlio appena ritrovato, il rabbino modernista che conserva tutti i sacri testi su floppy-disk. Ma Leon the Pig Farmer è congegnato anche come commedia non banale sulla presa di coscienza del proprio essere e sul sapersi misurare con semplice sincerità con l'esistenza. Così, con un tocco di stile originalissimo, i vari passanti che Leon incontra si mostrano a conoscenza di tutti i suoi problemi personali, gli si rivolgono fraternamente costringendolo di continuo a far chiarezza nel suo animo, a percepire infine come, anche per conquistare l'amore non ci voglia molto, basta trovare una piccola montagna sulle Ande, un picco non troppo alto da scalare, ma sufficiente per soddisfare le smanie d'avventura della sua dolce Lisa.

e.l. Il Mattino di Padova settembre 1992