Due famiglie per Leon
(Leon the Pig Farmer) |
"Forse il mondo si aspetta dalla Gran
Bretagna dei drammi in costume o delle commedie leggere. Ma noi vogliamo
muoverci su nuovi campi: film che siano più emotivi che intellettuali,
che facciano sporgersi in avanti sul bordo della poltrona, film che siano
divertenti e ricchi di immaginazione"Vadim Jean e Gary Sinor,
registi-produttori esordienti con Leon the Pig Farmer (Leon allevatore
di suini) predicano bene e razzolano meglio. Il loro film scorre via piacevole
e tra un sorriso e un risata si riscopre la vena arguta e sarcastica dell'umorismo
yiddish. Leon Geller è un giovane ebreo londinese, ricco di famiglia
e kasher (puro) di cuore. I suoi problemi consistono in un lavoro che rifiuta
(agente immobiliare), in una fidanzata (Lisa) che ambisce ad un uomo col
gusto dell'avventura, ma la vera tegola gli arriva quando viene a sapere
che i suoi genitori l'hanno concepito con l'inseminazione artificiale,
e che allora, per un banale errore, la provetta con il seme paterno fu
casualmente scambiata con un'altra. Transfuga nello Yorkshire per conoscere
il suo vero padre, Leon si scopre figlio di un allevatore di maiali e con
la sua proverbiale disattenzione, pasticcia con le provette del veterinario
(ancora inseminazione artificiale!) producendo il primo maialino-pecora
della storia... Su un canovaccio già di per sè ricco di humor
e di ironia si innestano gag a non finire: la bella Madeleine che dipinge
vetrate per le chiese, "mettendo in croce" i suoi modelli-amanti,
il padre che sostituiisce il trofeo della testa di maiale con la foto del
figlio appena ritrovato, il rabbino modernista che conserva tutti i sacri
testi su floppy-disk. Ma Leon the Pig Farmer è congegnato
anche come commedia non banale sulla presa di coscienza del proprio essere
e sul sapersi misurare con semplice sincerità con l'esistenza. Così,
con un tocco di stile originalissimo, i vari passanti che Leon incontra
si mostrano a conoscenza di tutti i suoi problemi personali, gli si rivolgono
fraternamente costringendolo di continuo a far chiarezza nel suo animo,
a percepire infine come, anche per conquistare l'amore non ci voglia molto,
basta trovare una piccola montagna sulle Ande, un picco non troppo alto
da scalare, ma sufficiente per soddisfare le smanie d'avventura della sua
dolce Lisa.
e.l. Il Mattino di Padova settembre 1992 |