Delicatessen
di Jean-Pierre Jeunet e Marc Caro - Francia 1991 - 1h 37'

  

Un incipit assurdo, ironico e agghiacciante, una sequenza per i titoli di testa tra le più orinali e significative che il cinema ricordi, un dipanarsi del racconto incredibilmente sardonico e grottesco, denso di riferimenti cinematografici (Carné, Wayda, Gilliam, Greenaway), letterari (Camus o Dickens, Perec o Prevert) e fumettistici (Jeunet e Caro vengono proprio dal fumetto, dalla pubblicità, dal cinema d'animazione). Cosa si può narrare di Delicatessen se non che è una bizzarra commedia nera ambientata in una Francia futuribile, ma regredita agli anni bui della guerra, in un fatiscente condominio in cui il padrone di casa è un truce macellaio che "piazza" carne umana ai suoi inquilini, procurandosela, di comune accordo, tra gli ingenui factotum che vengono via via a lavorare nel caseggiato? Se lo stile anticonformista di Jeunet e Caro si estrinseca nella sincopata partitura di gesti e suoni che costituisce l'azzeccatissimo trailer, il respiro di Delicatessen è ben più ampio: l'ironia e le gag contrappuntano il registro cupo dell'assunto, l'atmosfera, ora lieve ora opprimente, dà costrutto organico alla fragilità della trama. Quando l'ennesima vittima designata si rivela un clown "musicale" che sa districarsi, con la mimica e la poesia, tra la barbarie del presente, anche il cuore della timida figlia del macellaio ha un improvviso sussulto, i toni surreali si stemperano in un disarmante duetto di musica e sentimenti e il cigolio dell'insegna dorata del porcellino fa stridere amabilmente i nostri sensi di spettatori, disabituati ad un cinema di tale freschezza ed invenzione.

e.l. pieghevole LUX settembre/novembre 1992

4 César 1991 - Felix 1991: Miglior scenografia europea dell'anno