da La Stampa (Lietta Tornabuoni) |
Il titolo De Reditu significa in latino il ritorno, e il ritorno è doppio: all'inizio del V secolo dopo Cristo, il patrizio pagano Claudio Rutilio Namaziano, che aveva ricoperto una delle più alte cariche come Prefetto di Roma, decise di tornare nella Gallia dov'era nato e di saggiare, insieme con amici incontrati nel viaggio, la possibilità d'un ritorno dell'impero romano, d'una restaurazione della sua forza e importanza. L'impero era infatti al culmine di quella decadenza che lo avrebbe portato a dissolversi: con l'imperatore installato a Ravenna, i Goti reduci dal sacco di Roma, i cristiani dominanti divenuti prepotenti e intolleranti, le milizie armate locali, caos e sangue dominavano il territorio. Rutilio Namaziano intraprese il viaggio non sulle strade consolari rischiose e impraticabili, ma su una imbarcazione a remi e a vela: descrisse il percorso incompiuto in versi, in un diario in parte ritrovato nel 1400 al quale si è rifatto Claudio Bondi per il suo film diverso da tutti. È un bellissimo racconto di mare e di terra, storico, avventuroso, politico. Il viaggiatore che insegue la nostalgia della terra natale e un'utopia politica trova sul proprio cammino il mondo dell'epoca: le città della costa disertate, le ville fortificate dei patrizi sulle colline, la Natura incantata di ulivi, macchia mediterranea e boschi, i combattimenti notturni di gladiatori all'aperto alla luce dei fuochi, terre e persone devastate, lotte tra milizie locali e militari imperiali, barbari, cadaveri e funerali col corpo del morto bruciato sulla pira, briganti, cerimonie religiose agresti, massacri, temporali, un naufragio, il suicidio stoico di un amico. Viene bene accolto da quelli che sperava fossero alleati politici, ma viene tradito: cavalieri latori d'una condanna a morte vengono inviati da Roma a inseguirlo, e alla fine lo raggiungono. Finisce il viaggio che era anche quello d'un laico razionalista tra fanatici fideisti. Dice il protagonista: "Forse gli uomini si dividono in due categorie: quelli sicuri di avere ragione, che sono feroci; quelli sicuri soltanto del dubbio, che sono stanchi". Il film insolito, affascinante e interessante, girato con la magnifica fotografia di Marco Onorato in uno stile non solenne ma nobilmente pacato, ha interpreti molto bravi, soprattutto Roberto Herlitzka nel personaggio del suicida e il protagonista Elia Schilton. Il regista Claudio Bondi, romano, 60 anni, vasta esperienza televisiva e documentaristica, autore di romanzi e versi pubblicati, a suo tempo assistente di Roberto Rossellini nella serie delle grandi biografie per la tv, è uno studioso, un uomo di cultura di gran talento visuale. |
i giovedì del
cinema
invisibile
TORRESINO
aprile-giugno 2004
PRIMA VISIONE
con la presenza, in sala del regista!