Conta
su di me (You Can Count on Me) |
da Il Corriere della Sera (Tullio Kezich)
...Questo piccolo film è una delle grandi novità della stagione: ha avuto due candidature all'oscar (per Laura Linney e per la sceneggiatura), premi ai festival americani, buone recensioni e un plebiscito di commenti estasiati su internet. Tutti unanimi nel riconoscere la verità dei personaggi, delle situazioni e dei sentimenti. Qui esordiente come regista (si è riservato la piccola parte del prete), Lonergan è l’emergente drammaturgo che ha scritto Terapia e pallottole e sta dando una mano a Scorsese (qui coproduttore) sul tormentato copione di Gangs of New York. Laura Linney vede tornare il fratello Mark Ruffalo nella cittadina di provincia dove lei vive con il figlioletto Rory Culkin di otto anni. Pecora nera sempre «on the road», lo sbandato viene a battere cassa. Il film è focalizzato quasi interamente sul rapporto fra fratello e sorella, delicato e intenso, che diventa un triangolo quando include il bambino. Tra Rory e Mark nasce infatti un autentico legame, tanto che allo zio sembra giusto obbligare il nipote a guardare in faccia la realtà; ovvero a presentarsi al padre che ha tagliato la corda in una scena fra le più inquietanti del cinema contemporaneo. Un’ulteriore prova che Conta su di me, nonostante la sua apparenza di commedia, è un film sui sentimenti del tutto privo di sentimentalismo sta nel coraggio di fare di Laura un personaggio moderno e spregiudicato, mostrandola a letto con due uomini diversi. Ogni tanto il cinema non ha paura di rispecchiare la vita al naturale; ma è quasi sempre, come in questo caso, un cinema che nasce ai margini dell’industria in una sorta di laboratorio dei nuovi nomi e delle nuove idee.
TORRESINO ALL'APERTO! giugno-agosto 2001