Bota Cafè (Bota)
Iris Elezi, Thomas Logoreci
- Italia/Albania 2014 - 1h 40'


   Si dice film insolito e si pensa al solito pacchetto per cineclubomani. Bota café, invece, pur non essendo un titolo a consumo rapido (è una coproduzione italo-albanese) ha le carte in regola per candidarsi a piccolo scoop di stagione grazie all'incisività dell'ambientazione, la tensione espressa dagli interpreti e un punto di vista registico non accomodato sotto il comodo ombrello protestatario o rivendicativo. (...) La lentezza dello svolgimento e qualche concessione a un superfluo poeticismo rendono il quoziente artistico imperfetto, ma gli ottimi attori (a cominciare dalla protagonista Flonia Khodeli) e l'eccezionale fotografia contribuiscono a portare il film al di là del recinto neo-neorealistico e a comunicare un'amarezza universale (bota in albanese significa mondo) che resta dentro.

Valerio Caprara - Il Mattino

   Siamo nell'Albania postcomunista che tenta di ricostruirsi, ma non riesce a cancellare le tracce dei trascorsi orrori: in quella terra di nessuno durante il regime venivano deportati e uccisi gli oppositori, una tragedia che pesa sui discendenti come una condanna a vita. I registi Thomas Logoreci e Ires Elezi conducono con limpido rigore questa ballata di anime allo sbando per le colpe fatali della Storia, ritagliando nella malinconia di una paludosa routine momenti di bellezza e attimi di abbandono." .

Alessandra Levantesi Kezich - La Stampa




promo

Bota è un piccolo caffè in mezzo al nulla, nelle vicinanze di un ex campo di internamento nazional-comunista del regime di Henver Hoxa. Beni è il proprietario, mentre Juli e Nora lavorano per lui. La prima è la cugina, la seconda è l'amante, una giovane cameriera, solare e vivace. Due i fattori scatenanti che romperanno la monotonia delle loro vite: la costruzione di un'autostrada a pochi Km dal Bota Cafè e la ricerca, nella palude vicina, dei corpi degli uomini e delle donne uccisi dalla dittatura. Neo realismo con mélo in un luogo improbabile in mezzo al nulla, con rancori politici appena sopiti e un'attenta analisi psicologica di esistenze vuote e carenti di affetti. Orizzonti limitati e senza grandi speranze: il cinema quando vuole sa esprimere il rimpianto del futuro.