da Film Tv (Alberto Crespi) |
Francis Veber può sembrare un regista di commediole leggere, invece è un genio. Questo suo nuovo film può apparire pieno di cliché: invece è un'opera che coscientemente mette in scena dei cliché per vedere come funzionano, come condizionano i rapporti inter-personali e le leggi del vivere sociale. Alla fine, il vero cliché siamo noi che guardiamo. "L'apparenza inganna" è il nostro specchio, anche se è meno travolgente e originale del precedente capolavoro di Veber, La cena dei cretini. ll film gioca sul "politicamente corretto" e su tutti i suoi cascami. Auteuil è un noioso contabile che rischia il posta; Depardieu è il collega macho che lo perseguita; Aumont è il vicino di casa di Auteuil che gli dà l'idea geniale per salvarsi: fingersi omosessuale. La ditta produce preservativi e non oserà mai licenziare un gay. Ma la vera trovata del copione è il personaggio di Lhermitte, l'impiegato scaltro e sadico che inganna Depardieu costringendolo a "corteggiare" Auteuil. Tutti gli attori sono mirabili. ll copione è semplicemente perfetto. Se poi Veber vi sembra un regista poco "visivo", è perché i vostri occhi sono contaminati dal Dogma e dai videoclip: anche Hawks e Wilder teorizzavano la regia invisibile. Avercene, di film così. |
da La Repubblica (Roberto Nepoti) |
Benché i gay francesi abbiano protestato durante la lavorazione di L'apparenza inganna, il nuovo film di Francis Veber non ha nulla di omofobo. L'idea di partenza innesca una commedia degli equivoci dove il protagonista non fa nulla per apparire omosessuale; non è luia cambiare, insomma, ma lo sguardo che gli altri posano su di lui. A partire da quello del macho Gérard Depardieu. Al contrario di quanto accadeva nella Cena dei cretini, lo sceneggiatore/regista non si affida questa volta al comico nella sua forma più semplice e diretta (il cretino), ma al comico di situazione. Benché il protagonista si chiami Pignon, come il personaggio del «cretino» ricorrente in parecchi film di Veber, non è affatto un cretino; non più del mondo in cui vive, comunque, dove la gente si giudica solo in base alle apparenze. In fondo, L'apparenza inganna racconta una storia edificante, quella di un uomo che ritrova la sua dignità; e, sotto lo strato del comico, lo fa con una certa serietà, perfino con una punta di amarezza. |
TORRESINO dicembre
2001