Nella
sezione Classici, in concorso, si è ricordato l’anniversario dei 40
anni dalla scomparsa della grande Anna Magnani grazie ad un
documentario di Marco Spagnoli
Donne nel mito – Anna Magnani a Hollywood.
Dopo aver dedicato una mostra di scatti inediti a quella che fu forse
più anti-diva che diva per eccellenza, nel 2008, in occasione del
centenario della sua nascita, questo documento offre un racconto per
immagini del periodo americano della Magnani narrato dal figlio Luca,
avuto quasi ‘per caso’ dall’attore Massimo Serato, improbabile
‘surrogato’ di un Rossellini ormai…bergmaniano, dal giornalista Enrico
Lucherini, dalla sua biografa Matilde Hockhofler, da Caterina d’Amico,
figlia della sua grande amica, la sceneggiatrice Suso Cecchi D’Amico e
sorella di Masolino.
Ma ciò che rende più commovente e sensibile, ad un tempo, la visione
della pellicola è Olivia Magnani, la nipote mai conosciuta ma legata
da un qualcosa che va al di là, ad una grande nonna: la sua iniziale
presenza e poi la sua voce giovane, fuoricampo, che affabula di
esperienze che le son state sicuramente raccontate riesce a far
circondare la sequela delle vicende che segnarono il periodo americano
dell’Attrice di un’aura piena di poesia, di amore, un rapporto, seppur
sospeso, da Donna a Donna che davvero commuove.
Tra gli anni Cinquanta e Sessanta il commediografo Tennessee Williams,
pure presente nel film, molto probabilmente innamorato di lei – pare
avesse scritto apposta il soggetto e la sceneggiatura de La rosa
tatuata, una parte che valse alla Magnani l’Oscar nel 1956, prima
attrice italiana - fu spesso a Roma a trovarla. La definiva ‘una
creatura incredibile, diversa da tutte, metà maschio e metà femmina’.
Molti altri furono gli amici di Anna del periodo hollywoodiano, nomi
noti, notissimi: fra essi Bette Davis e Joan Crawford – sicuramente
del suo calibro – Marlon Brando, Anthony Quinn ed una Marylin Monroe
in soggezione davanti alla Magnani che le faceva da interprete nelle
sue visite a Roma; un periodo felice, forse il sogno americano
realizzato da un’italiana all’estero, per Anna, che s’infranse ben
presto lasciando l’artista, ma anche la donna, in uno stato di
prostrazione di cui solo crudeltà e la smemoratezza di uno show
business come quello cinematografico d’oltreoceano erano capaci.
Forse, nonostante la sua bravura, la sua grandezza, non si riebbe mai
da quella grande delusione: fortunatamente, a quarant’anni di
distanza, l’Italia non l’ha ancora dimenticata…
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