L'altra donna del Re (The Other Boleyn Girl)
Justin Chadwick  - Gran Bretagna 2008 - 1h 55'

           Abituata ad accaparrarsi i riflettori Anna Bolena ha sempre messo in ombra la sorella Mary. Vanno così, le cose: Mary era una biondina modesta, docile, perfino remissiva; almeno quanto Anna appariva volitiva e determinata; decisa a "ottenere il successo". Adattamento di un best-seller di Philippa Gregory, provvede a completare il ritratto di famiglia L'altra donna del Re, che rimette in costume Scarlett Johansson (Mary) come quando era la ragazza con l'orecchino di perla e trasforma la raffinata Natalie Portman in una fanciulla di campagna abbastanza energica da cambiare il corso della Storia.
Per una battuta di caccia, arriva nelle loro terre Eric Bana, in tenuta d'ordinanza da Enrico VIII. Poiché l'incostante sovrano è palesemente stufo della moglie (poi ne avrà altre cinque), Caterina d'Aragona, padre e zio delle fanciulle in fiore brigano per procurargli un'amante più fresca. La prima scelta dei cattivi parenti è Anna; invece quella del sovrano cade su Mary, già sposata, da cui avrà un figlio. La brunetta, però, non demorde. Va a Parigi, a sciacquare i panni in Senna come la Audrey Hepburn di Sabrina, poi torna a corte; più arguta, quindi provocante e desiderabile. E anche parecchio navigata; perché, negandosi ostinatamente al suo re, ottiene l'obiettivo della più astuta tra le borghesi: farsi sposare. Il che, come ognun ricorda, implica una serie di difficoltà, a partire dal conflitto religioso con Roma, la fondazione di una nuova Chiesa, l'istituzione del divorzio. La bella, però, ha teso troppo la corda con la testa coronata (che la umilia, violentandola): partorita una bimba, al posto del maschietto che Enrico pretendeva, Anna cade sempre più in disgrazia; finché, accusata di alto tradimento, incesto e stregoneria, la donna che volle farsi regina conclude la carriera sul patibolo. A postuma consolazione, sua figlia Elisabetta regnerà per lunghi anni.
Più che un bigino di Storia inglese (su cui, pure, si prende parecchie libertà), un dramma sugli intrighi del potere o una superproduzione per star,
L'altra donna del Re è un piccolo trattato di sociologia del contemporaneo. Involontario, magari, ma inequivocabile. Sotto la lente dell'obiettivo di Justin Chadwick, regista televisivo al debutto nel cinema, Anna e Mary Boleyn sembrano due veline in competizione per conquistare il sovrano, un Henry Tudor percepito più come veicolo di status-symbol che come oggetto di desiderio. Una success-story, in altre parole, che la dice chiara sul modo in cui la (nostra) cultura permuta sentimenti e privilegi, intercambiabili come fossero merci. È vero che Anna paga il carrierismo al prezzo della testa (il che è molto più di quanto si convenga pretendere da una showgirl di oggi); ma eventi del genere si possono manipolare fino a un certo punto. Enfatizzata dalla scelta di un cast graziosamente trendy, la scelta di raccontare la grande Storia con stile da gossip è un'arma a doppio taglio: da un lato la banalizza, ma dall'altro le toglie quegli abiti paludati che rendono i film "elisabettiani" sempre un po' noiosi.

Roberto Nepoti - La Repubblica

      Potrebbe portare fuori strada il titolo L'altra donna del Re, rispetto all'originale The Other Boleyn Girl (l'altra ragazza Bolena). Il re in questione non è infatti un re qualunque, ma Enrico VIII, quello passato alla storia per avere rotto con la chiesa di Roma e avere collezionato sei mogli. «Dimenticate l'immagine di un ciccione, come rappresentato nei quadri», precisa il regista Justin Chadwick, «in questo film è giovane, bello, atletico, intelligente e travolto da passione». Non a caso la scelta è caduta su Eric Bana, che dice di avere lasciato «la ricerca storica allo sceneggiatore Peter Morgan e al regista, per interpretare il personaggio come da copione». Nel film, siamo nei primi tempi del suo regno: dopo avere sposato la cognata rimasta vedova, Caterina d'Aragona, Enrico ora vuole altro, soprattutto un erede maschio. In campagna la famiglia Bolena sta tramando per ottenere prestigio. Enrico arriva per una battuta di caccia, dove la vera preda è un'amante. Che dovrebbe essere Anna Bolena (Natalie Portman), gelosa perché la sorella più giovane, Maria (Scarlett Johansson), è già sposata. Anna però è un po' troppo scoperta, Maria invece si dimostra a tal punto dolce e sentimentale nell'accudire sua maestà che il re la vuole a corte come amante con la famiglia al seguito. Anna però non demorde, ha la testa dura: dopo un breve esilio in Francia, ritorna e si mette al lavoro. Non le basta però il ruolo d'amante, lei vuole essere regina. Riesce nell'intento sconvolgendo regno, politica e religione, per finire in disgrazia, al punto che la sua testa dura viene mozzata. Non prima di avere dato alla luce Elisabetta, ancora un'erede femmina, che per ironia della sorte si rivelerà poi regina migliore di qualsiasi maschio. Ma questo è un altro film, e un'altra storia rispetto a quella scritta da Philippa Gregory che dalla Storia vera prende diverse licenze.

Antonello Catacchio - Ciak


promo

Siamo nell'Inghilterra del XVI secolo e la reggia dei Tudor è un'alcova di intrighi, giochi di potere e seduzioni pericolose: re Enrico VIII prende come amante Maria Bolena, ma sedotto dalle lusinghe della sorella Anna la sposa in seconde nozze, nella speranza di avere da lei l'erede al trono tanto desiderato.... Natalie Portman e Scarlett Johansson, sfavillanti nei costumi rinascimentali, mettono a confronto bellezza e bravura. A Eric Bana, mastodontico e pensoso, è affidata la parte di un Re. Licenze di spettacolo e gossip rispetto alla Storia, ma la corte inglese del '500 è un bello sfondo e resta avvincente il fatale duetto fra Elisabetta e la Stuarda. L'ascia del boia incombe.

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