Alice
Woody Allen - USA 1990 - 1h 46'


        Il cinema di Woody Allen è un'unica, ininterrotta parentesi confidenziale dell'universo cinematografico, un tassello fondamentale dell'immaginario collettivo di ogni spettatore. I suoi film si susseguono come narrazione episodica di una straordinaria sensibilità di uomo e d'autore, le battute e le immagini della sua filmografia costituiscono una specie di colonna sonora e visiva del vivere contemporaneo. Dopo il lucido pessimismo di Crimini e misfatti, le atmosfere tornano lievi e rasserenanti con Alice, affidato alla carismatica interpretazione di Mia Farrow, soave musa dell'Allen-pensiero.
Alice è una donna dell'alta borghesia, insoddisfatta della propria condizione di madre e moglie. Ma stavolta non è la psicanalisi a tamponare incertezze e delusioni, bensì la magia taumaturgica di uno strano erborista-agopunturista cinese che con le sue misteriose polverine conduce Alice a riscoprire in modi inusuali la realtà che la circonda: un afrodisiaco la porta ad inaspettate avances verso l'interdetto Joe Mantegna, una pozione che la rende invisibile le concede di essere inopportunamente accanto agli uomini che ama (Mantegna e il marito William Hurt), un filtro esoterico la mette in contatto col fantasma del suo primo grande amore (Alec Baldwin) e le permette di librarsi in volo su una New York mai così splendidamente fotografata nello sfavillio delle sue luci notturne. Solo la magia cinese e l'incanto della regia di Allen possono aprire il cuore a momenti di verifica tanto banali e tanto profondi...

e.l. LUX gennaio/marzo 1997