da Il Manifesto (Giulia D'Agnolo Vallan) |
Per
questa sua prima esplorazione nella sci-fi,
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da Ciak (Luca Barnabé) |
A Scanner Darkly è qualcosa di diverso da un film che adatta Dick. È il film più fedele in assoluto e allo stesso tempo, forse — paradossalmente? — il migliore, tratto da un suo romanzo. Non parte da un libro qualsiasi: A Scanner Darkly (Un oscuro scrutare, ed. Fanucci) è il romanzo della vita, che preconizza la possibile morte dell'autore (le ultime pagine si chiudono con l'elenco dei compagni di droghe scomparsi o dai corpi danneggiati per sempre). Parla di Substance D, sostanza D(eath), ovvero morte: la "roba". Mette in scena le personalità multiple del poliziotto Fred o Bob Arctor (Keanu Reeves ridipinto grazie al Rotoscoping digitale) infiltrato tra i junkies, i tossicomani (da Winona Ryder a Woody Harrelson), radiografa dall'interno lo sfascio fisico e mentale di Bob, i suoi sdoppiamenti, in un futuro-presente allucinante. Linklater non censura, non ammorbidisce, non plasma troppo le pagine da cui parte, si tiene in equilibrio precario, tra personaggi tragici e situazioni buffe (si ride spesso), racconto dark e confusione identitaria. La sua tragicommedia dipinta è un allucinante "grande fratello" su un gruppo di tossici, un inquietante caos di punti di vista: le soggettive distorte dei personaggi coincidono spesso con il nostro sguardo di spettatori. |
i giovedì del
cinema
invisibile
TORRESINO
gennaio-marzo 2007
PRIMA VISIONE
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