A
Bug's Life -
Megaminimondo |
da Il Corriere della sera (Maurizio Porro)
Non è vero che, lavorando di computer, si resta tutti
computerizzati. A Bug's Life (si poteva anche tradurlo "Vita da
insetti"), cartoon in computer grafica tridimensionale diretto da John
Lassiter e prodotto dalla Pixar Studio, lo stesso gruppo di Toy Story,
è un fantastico film di animazione pieno di idee, luce e humour. Un mini-capolavoro,
un gioiello di fantasia e originalità che, pur diretto ai minorenni, cita a
più non posso il cinema dei grandi. I magnifici sette, giacché le povere formichine, per difendersi dall'arroganza
delle cavallette che rubano loro le provviste, devono trovare chi le aiuta e
scovano un gruppo di variopinti e vanagloriosi insetti da circo (non tosti,
ma perplessi, naturalmente, sotto la tenda) che sapranno però diventare coraggiosi.
Ma ci sono anche Dumbo e I clown felliniani nella descrizione del mini Barnum degli insetti, con
divertenti attrazioni di scarafaggi, cimici, bruchi, farfalle, pulci sempre
in attesa di scrittura. E se c'è qualche attinenza scientifica è puramente casuale,
mentre non sono casuali i rimandi al saloon del West e a Blade Runner nello scenario metropolitano.
I fattacci sono questi, ma vincerà l'arma della dialettica. E se il computer
fa risparmiare sui disegni, la sceneggiatura di Stanton, McEnery e Shaw è molto
spiritosa nei rimandi alla vita umana (si va fino alla guerra di Troia), mentre
l'idea di Lassiter sembra ispirata al bellissimo documentario Microcosmos, che esplorava le 24 ore della vita segreta di un prato. Nel
"megaminimondo" del nuovo Disney si ritrovano gli animaletti graziosi,
l'eccentrico Flick, erede di Archimede Pitagorico, i prepotenti, gli svagati,
tutti uniti appassionatamente nella filosofia della solidarietà, anche invertebrata.
E mentre Z la formica
fa la voce grossa, questo cartoon si accontenta di favoleggiare ma con un montaggio
che non perde colpi e una ricchezza eccezionale di trovate grafiche, per cui
ogni insetto ha una sua precisa personalità. E sui titoli di coda c'è l'idea
geniale, quella dei finti "ciak" come se i cartoni fossero veri attori
destinati prima o poi al capriccio o alla papera: irresistibile.