A Blast
Syllas Tzoumerkas
- Germania/Grecia/Italia/Olanda 2014 - 1h 23’


   Disorientamento, sbando, violenza: sono le parole chiave per descrivere A Blast di Syllas Tzoumerkas; e la cosa più amara del suo film è che, nella storia di una famiglia, si proietta chiaramente la condizione odierna del popolo greco. (...) Tutti i rapporti sono improntati alla menzogna e alla prevaricazione, la violenza - verbale, psicologica, fisica - è pane quotidiano (...). La crisi della Grecia, Paese sull'orlo della disperazione, entra nel privato di Maria attraverso i debiti, la burocrazia, i notiziari, un parente che si dichiara orgogliosamente fascista in quanto 'nuovo povero'.

Roberto Nepoti - La Repubblica

   Al secondo film, Syllas Tzoumerkas firma un racconto che procede avanti e indietro nel tempo sui nervosi balzi emotivi della sua protagonista: un'aggressiva, vitalistica Aggeliki Papoulia alla ricerca di una via di uscita da una situazione economica insostenibile. (...) Tzoumerkas indulge nella frammentazione, nelle scene di urla e di sfogo sessuale, ma il film ha una sua energia nel trasmettere la tragedia di un Paese che non sa come e quando ritroverà equilibrio.

Alessandra Levantesi Kezich - La Stampa

   ...Siamo alle prese con un chiaro esempio di cinema della crudeltà, volutamente sgradevole, di pancia, urlato e fisico quanto lo sono le interpretazioni di un gruppo di attori adattissimi ai loro ruoli: alla sua seconda prova dopo Terra madre, il regista greco punta il dito verso i mali del paese, sia sufficiente pensare all'orientamento politico di estrema destra del cognato di Maria, senza per questo invischiarsi nelle strettoie del film a tesi. Procede invece verso un disegno liberamente caotico che il montaggio restituisce nella sua frammentaria unità, da cui l'inquietudine si fa spazio per singoli sprazzi e temi, dalla fame di sesso, che è quasi ribellione e voglia di sentirsi vivi, all'impossibilità di conoscere le cose per quello che sono (i tradimenti del marito sono sconosciuti a Maria così come il segreto della madre è scoperto solo in seguito ad una scena di troppo scoperta sgradevolezza). In breve, Syllas Tzoumerkas rovista nel cestino della spazzatura di una singola famiglia per svelare il degrado più vasto di una terra intera, lo fa con furore e qualche compiacimento di troppo, riuscendo tuttavia a colpire la coscienza dello spettatore grazie ad un evidente polso registico.

Marco Chiani - mymovies.it

   ...Syllas Tzoumerkas, regista appartenente alla new wave del cinema greco contemporaneo, si lascia sopraffare dall’ambizione di esaurire il quadro sociale, prossimo all’apocalisse, della propria nazione, ma con l’ingenuità di volerlo rinchiudere nell’orizzonte intimo di un dramma familiare e, più ancora, personale senza possedere la chiave della giusta trasposizione dal micro al macrocosmo. Rimangono così poco esplorati o non indagati a sufficienza diversi spunti potenzialmente interessanti: la sessualità morbosa di Maria e del marito, specchio e metafora di un’umanità pronta a esplodere, e i sottili accenni al dilagare delle forze di estrema destra in un paese che sembra incapace di costruire un futuro se non oppresso dagli spettri del più recente passato.Più interessante, in ogni caso, scrittura registica, incentrata sull’intelligente alternanza fra primi piani e campi lunghi, e struttura narrativa a flashback…

Gianfrancesco Iacono - cinematografo.it

 

promo

Grecia, giorni nostri. Maria è una donna di trent’anni, sposata a un marinaio e madre di tre figli piccoli. La vita della donna scorre apparentemente tranquilla, finché la scoperta dei pesanti debiti contratti dalla madre invalida nei confronti del fisco non manda in frantumi il suo universo privato; la scelta di bruciare un bosco in cambio di denaro, conduce dunque Maria a un punto di non ritorno che deciderà di tutta la sua vita. Attraverso immagini del suo presente e del suo passato scopriamo la storia non solo della donna, ma anche quella della Grecia contemporanea. Il film sa trasmettere un sua originale energia nel trasmettere la tragedia di un popolo che non sa come e quando ritroverà equilibrio: il ritratto di un paese sull’orlo del tracollo economico e in gravissima crisi d’identità.


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