da La Repubblica (Paolo D'Agostini) |
C'è la mano di uno sceneggiatore esperto e di prima fila come Francesco Bruni in questo Il 7 e l'8, nuova e ulteriore prova del flusso di talenti comici che dal cabaret televisivo (RaiTre, Italia1) degli ultimi dieci, quindici anni arrivano al grande schermo. Ficarra e Picone, coppia siciliana, si distinguono dalle più o meno recenti prove cinematografiche di Ale e Franz o di Luca e Paolo segnate, ci pare, da una maggiore ambizione di distinzione dall'identità di provenienza. In una Palermo molto astratta, molto bonaria, siamo portati a credere molto consapevolmente e deliberatamente svuotata dei contenuti o anche dei cliché problematici, i due scoprono a trent'anni di essere nati lo stesso giorno, nello stesso luogo, di essere stati vicini di culla nella nursery della clinica e addirittura che lì sia stato consumato uno scambio di numeri identificativi (sette e otto, appunto) e quindi d'identità. L'effetto è quello di trovarsi sbalzati dentro a uno di quei tanti film, filmini, filmetti dei nostri anni Cinquanta, farseschi e goliardici, dominati da coppie come Billi e Riva o Vianello e Tognazzi. Dove in mezzo a uno stuolo di caratteristi sopraffini che qui trovano adeguato rispecchiamento in Andrea Tidona nel ruolo del padre carabiniere di Picone, o in Lucia Sardo o in Tony Sperandeo, infermiere svitato che a suo tempo scambiò i numeri sulle culle: ruolo che all'epoca poteva essere di Aroldo Tieri - saltavano fuori Walter Chiari o Paolo Panelli. Intrattenimento leggero, semplice, esile, ma gradevole. |
cinélite TORRESINO all'aperto: giugno-agosto 2007