maggio 2024

periodico di cinema, cultura e altro... ©
 

n° 91
Reg.1757 (PD 20/08/01)

 
 
 

FESTIVAL DI UDINE                                        

 

24 aprile - 2 maggio 2024

  L'edizione dei record, così è ormai stata ribattezzata la 26esima edizione del Far East Film Festival: mai così tanti accreditati (1700) da ogni parte del mondo, mai così tanto pubblico (65.000 presenze). Il teatro traboccante di spettatori fino alla terza galleria ha stupito e commosso gli ospiti d'onore (228): più di uno ha sottolineato come vedere più di 1.000 persone riunite per assistere alla proiezione di un film sia oggi un fatto raro e nel contempo una grande iniezione di fiducia nel cinema. Lo ha evidenziato soprattutto Zhang Yimou, a Udine per ricevere il Gelso d'oro alla carriera, che nella sua Masterclass ha posto l'accento sull'importanza che i Festival hanno, in particolare per i giovani autori. Il maestro cinese, raccontando del suo esordio con Sorgo rosso al Festival di Berlino, ha rivelato come l'aver vinto e l'aver sentito l'affetto del pubblico gli hanno dato in quel momento la certezza di voler fare il regista. E rivolgendosi alla platea ha ricordato quanto un applauso caloroso possa essere determinante per dare fiducia a un giovane talento.

Ma il pubblico del Far East questo lo sa e ha accolto con particolare calore le opere prime, che in questa edizione hanno avuto un posto speciale. Il Gelso bianco, premio assegnato da una giuria di esperti a questa categoria di opere, è andato a Mimang, del sud-coreano Taeyang Kim, che pedina in stile nouvelle vague un uomo e una donna per le strade di Seul, che pian piano diventano le protagoniste rivelando il cambiamento in atto.

Mimang

Altre due opere prime sono poi salite sul podio grazie al voto del pubblico. Innanzitutto Confetti, forse la rivelazione del Festival, del giovanissimo Naoya Fujita, quasi sopraffatto dalla commozione di fronte all'abbraccio del pubblico, che ha vinto il Gelso d'argento: un'opera fresca, ambientata nel mondo poco conosciuto del teatro popolare giapponese, che sa cogliere attraverso lo sguardo intenso del suo bravissimo protagonista il momento delicato in cui cominciamo a domandarci chi siamo e cosa vogliamo diventare. E troviamo ancora un'opera prima al terzo posto, con Time Still Turns The Pages di Nick Cheuk, caso cinematografico del 2023 ad Hong Kong per l'accoglienza che il pubblico gli ha riservato: il tema è quello della pressione che la competizione sociale esercita, intrecciato con le dinamiche familiari e inserito in un congegno ben costruito di svelamenti progressivi.

Confetti

Time Still Turns The Pages

Indubbiamente però a trionfare in questa edizione è stato il Giappone, che nella parte finale del festival ha calato i suoi assi, conquistando i premi principali. Il Gelso d'oro è infatti andato a Takano tofu di Mihara Mitsuhiro, che ha portato a casa anche il Gelso viola Mymovies. Takano Tatsuo, il protagonista, è un anziano artigiano che vive per il suo lavoro: il tofu che produce è considerato il migliore della sua città. Accanto a lui una figlia cinquantenne devota al padre e un gruppo di anziani amici che si intromettono, convinti così di aiutare. Il film è un insieme ben dosato di valori tradizionali, introspezione psicologica, buoni sentimenti e siparietti comici, un mix irresistibile per il pubblico.

Takano tofu

Bushido, omaggio ai classici del cinema di samurai, ha vinto il Black Dragon Audience Award. Il bushido è il codice morale che impone ad un samurai, accusato di disonestà, di lavare tale macchia, a costo della vita. È quello che farà il protagonista, Yamagida, ingiustamente accusato di furto. Su questo schema consolidato il regista Shiraishi Kazuya costruisce un film avvincente, con personaggi ben approfonditi e un apprezzabile stile visivo. Tra le opere giapponesi in concorso meritano poi di essere segnalate anche Gold Boy, di Kaneko Shusuke, riuscito thriller classico sul delitto perfetto, in cui apparenze angeliche nascondono crudeltà estreme, e (Ab)normal desire, di Kishi Yoshiyuki, spiazzante ed elegante riflessione sulle perversioni sessuali.

Bushido

Gold Boy

(Ab)normal desire

Altra grande protagonista naturalmente la Corea del Sud, che oltre che con il già citato Mimang ha vinto con Citizen Of A Kind di Park Young-ju il premio per la migliore sceneggiatura: tratto da una storia vera, il film ha al centro una donna di mezza età, vittima di una truffa di phishing vocale, che dalla disperazione passa alla reazione, coinvolgendo lo spettatore nella sua lotta. Provengono sempre dalla Corea del Sud due eventi che in modo assai diverso hanno catalizzato l'attenzione del festival: da un lato il film 12.12: The Day di Kim Sung-soo, sugli eventi drammatici che hanno condotto al colpo di stato del 1979, una tragedia della storia sud-coreana, dall'altro la saga di Alienoid e Alienoid: Return to the future di Choi Dong-hoon, quattro ore e mezza di divertimento puro, in cui lo spettatore viene continuamente sbalzato a ritmo frenetico tra fantascienza e Medioevo.

Citizen Of A Kind

12.12: The day

Alienoid

Alienoid: Return to the future

Gli ultimi due giorni sono stati illuminati dalla presenza del grande regista cinese Zhang Yimou: Sabrina Baraccetti e Thomas Bertacche hanno dovuto impegnarsi molto per portarlo a Udine, ma indubbiamente questa chiusura ha impennato il livello del Festival. Intanto è stato presentato il suo nuovo film, Under The Light, un robusto thriller contemporaneo sul tema della corruzione e sugli intrecci tra politica e criminalità. Poi il festival ci ha regalato il restauro di due capolavori come Lanterne rosse e Vivere!. Ma più di tutto ci rimarrà impressa la disponibilità e semplicità con cui Zhang Yimou ha parlato alla platea nella sua Masterclass e la commozione con cui, dopo la proiezione di Vivere!, è tornato in sala per salutare il pubblico che lo acclamava. E allora forse, al di là dei record, questa edizione potrebbe essere ricordata proprio per il calore che ha trasmesso.

Under The Light

Licia Miolo

 

Gelso d'Oro
Gelso d'Argento (2 posto)
Gelso d'Argento (3 posto)
Gelso Nero (accreditati Black Dragon)
Gelso Viola (Mymovies)
Gelso Bianco (opera prima)
Miglior sceneggiatura

Takano tofu di Mihara Mitsuhiro, Giappone
Confetti di Naoya Fujita, Giappone
Time Still Turns The Pages di Nick Cheuk, Hong Kong
Bushido di Shiraishi Kazuya, Giappone
Takano tofu di Mihara Mitsuhiro, Giappone
Mimang di Taeyang Kim, Corea del Sud
Citizen Of A Kind di Park Young-ju, Corea del Sud

 

TRE FILM PER RIFLETTERE SUL PRESENTE

   Il Far East è una bolla fatta dei colori e dei sapori dell'Oriente che per dieci giorni avvolge lo spettatore concedendogli una temporanea immunità rispetto agli eventi più o meno tragici che riempiono le pagine dei giornali. Ma tra simpatici Alienoidi, treni infestati dagli spiriti, attori del teatro popolare giapponese o dell'opera di Pechino, delicate storie d'amore, compaiono talora dei film che, facendo riferimento ad eventi reali della recente storia passata, costringono ad una riflessione anche sul presente, in particolare: sulla fragilità dei regimi democratici con 12.12: The Day di Kim Sung-soo, sulla corruzione che sta alla base di certi imperi finanziari (The Goldfinger di Felix Chong) e, con Three Seasons di Tony Bui, sulle tragiche conseguenze che qualunque guerra lascia dietro di sé.

 

 
 

 NOSTALGIA PROGRESSIVE ROCK

Padova 10 maggio 2024    

  Quella di Padova (Teatro Ai Colli) è stata l’ultima data del tour dei Prog Legends, formazione che, come si intuisce dal nome, si dedica alle cover dei brani di alcune delle più famose prog-band degli anni ’70. Come accade di frequente in queste operazioni-revival, un pubblico in sala (peraltro molto numeroso) era piuttosto avanti con l’età e ben disposto a non fa mancare il proprio supporto alla band che ha infiammato lo spettacolo per più di due ore. Poche le donne presenti, cosa che non sorprende visto che, anche all’apice del suo successo, il prog faceva più proseliti presso il pubblico maschile. La scaletta dei brani, è quella annunciata sul sito della band (https://proglegends.com) con una digressione a metà concerto nel prog italiano di quegli anni che è stato proposto in un medley. Ed è certo un giusto tributo, visto che il nostro Paese ha amato, come pochi altri, i gruppi prog che in patria facevano la fame (Caravan, Van der Graaf Generator, Egg, Hery Cow, Soft Machine) e ha sviluppato, in quegli anni, un movimento prog che certamente ha avuto, assieme a molte ingenuità, picchi di grande qualità.
Si inizia dunque con gli Emerson, Lake & Palmer per finire con i Genesis, toccando, lungo strada, i Pink Floyd di una fase forse un po’ troppo Watersiana (Sheep e Hey You), i Rush (band canadese simil-prog degli anni ’80, quindi un po’ fuori contesto storico, geografico e - per i puristi - anche musicale), Yes (Heart of the Sunrise e Roundabout) Jethro Tull (Locomotive Breath, Aqualung), , King Crimson (Epitaph, 21st Century Schizoid Man, In the Court of the Crimson King), oltre al già citato medley che ha presentato un condensato di brani iconici di Banco del Mutuo Soccorso, Orme, Area e Premiata Forneria Marconi.
Tutti musicisti tecnicamente impeccabili i componenti dei Prog Legends, con forse solo il vizio (perdonabile) di un'eccessiva autocelebrazione, elogiandosi reciprocamente per bravura e insostituibile contributo (anche umano). Non sono quindi mancati corposi assoli per ognuno nonché una sorridente attenzione alla moda del tempo, quando i vari componenti della band sono letteralmente entrati nei panni dei musicisti che, di volta in volta, interpretavano: ecco così apparire sul palco la mantellina di Keith Emerson, la tunica di Rick Wakeman, il foulard di Steve Hackett, la giacca bianca di Jon Anderson... Il tutto ad accompagnare tanta buona musica e tanta nostalgia!

Andrea Miazzo
 

   

 
 

in rete dal 26 maggio 2024

 
 

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