marzo 2023

periodico di cinema, cultura e altro... ©
 

n° 79
Reg.1757 (PD 20/08/01)

 
 

Nel marzo di cinque anni fa usciva Hostiles, di Scott Cooper. Una ricorrenza che diventa una buona occasione per tornare sul western e sfornare un'altra pillola cinefila.

 
 

  PILLOLE WESTERN                                         

 

visi pallidi e musi rossi

   L’unico indiano buono è l’indiano morto. Una frase che è stata quasi un mantra per i pionieri nel periglioso cammino della frontiera; e questo sia a livello di concretezza storica, sia nella rappresentazione cinematografica. Certo i primi corti di Griffith e di Ince ebbero atteggiamento benevolo verso i pellerossa, ma da The Massacre in poi lo sguardo del western è tutto in favore dei bianchi, imbrigliando gli indiani in una loro selvaggia crudeltà.
Volendo allora individuare quei titoli non allineati che, nella filmografia di “visi pallidi e musi rossi”, abbiano avuto un occhio di riguardo per i nativi americani non si può non partire da L’amante indiana che resta un campione di umanesimo civile e che, nell‘abbraccio disperato con cui Tom stringe a se Sonseeahray, sa cogliere il dolore di un uomo innamorato e di una nazione vittima di se stessa. Poi bisogna aspettare gli anni ‘70 perché la vena revisionistica riprenda voce nel
western: fu Soldato blu la chiave di volta che seppe coniugare le istanze a favore degli indiani con la nuova coscienza giovanile e la verve trasgressiva del cinema della New Hollywood.

Fa storia a sé Balla coi lupi (1990), con un Kevin Costner in stato di grazia nel suo nuovo ruolo di regista, che si fa apprezzare da critica e pubblico (ben sette Oscar) nel rivelarsi non solo attento, ma anche partecipe alle usanze di vita della cultura indiana. E arriviamo (2017) ad Hostiles che trasporta nelle praterie del Montana un'utopia di riconciliazione tra animi saturi di odio e vendetta: sia quello dei nativi sopravvissuti allo sterminio della loro razza, sia quello del popolo bianco, dilaniato da stress e da sensi di colpa. Un capitolo cinematografico "definitivo" nel completare il racconto della sofferta storia della frontiera e del western.

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Molte comunque le omissioni in questo excursus che vuole essere essenziale nel dare una quadro mainstream sul tema. Per completezza citiamo almeno alcuni altri titoli fondamentali, film che hanno lasciato sicuramente un segno, al di là della loro fama e del loro successo:

Il grande sentiero (John Ford, 1964)
Ucciderò Willie Kid (Abraham Polonsky, 1969)
Corvo rosso non avrai il mio scalpo
(Sidney Pollack, 1972)
Indians
(Richard T. Effron, 1975)

Ezio Leoni

 
 
 

in rete dal 18 marzo 2023

 
 

 

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