L’unico indiano buono è l’indiano morto.
Una frase che è stata quasi un mantra per i pionieri nel periglioso
cammino della frontiera; e questo sia a livello di concretezza storica,
sia nella rappresentazione cinematografica. Certo i primi corti di Griffith e di Ince ebbero
atteggiamento benevolo verso i pellerossa, ma da The Massacre in poi lo sguardo del
western è tutto in favore dei bianchi,
imbrigliando gli indiani in una loro selvaggia crudeltà.
Volendo allora individuare quei titoli non allineati che, nella
filmografia di “visi pallidi e musi rossi”, abbiano avuto un
occhio di riguardo per i nativi americani non si può non partire da
L’amante indiana
che resta un campione di umanesimo civile e che, nell‘abbraccio
disperato con cui Tom stringe a se Sonseeahray, sa cogliere il dolore
di un uomo innamorato e di una nazione vittima di se stessa. Poi
bisogna aspettare gli anni ‘70 perché la vena revisionistica riprenda
voce nel western: fu Soldato
blu la chiave di volta che seppe coniugare le istanze a
favore degli indiani con la nuova coscienza giovanile e la verve
trasgressiva del cinema della New
Hollywood.
Fa storia a
sé Balla coi
lupi (1990), con un Kevin Costner in stato di grazia
nel suo nuovo ruolo di regista, che si fa apprezzare da critica e
pubblico (ben sette Oscar) nel rivelarsi non solo attento, ma
anche partecipe alle usanze di vita della cultura indiana. E arriviamo
(2017) ad Hostiles che
trasporta nelle praterie del Montana un'utopia di riconciliazione tra
animi saturi di odio e vendetta: sia quello dei nativi sopravvissuti
allo sterminio della loro razza, sia quello del popolo bianco,
dilaniato da stress e da sensi di colpa. Un capitolo cinematografico
"definitivo" nel completare il racconto della sofferta storia della
frontiera e del western.
Molte comunque le omissioni in questo excursus che
vuole essere essenziale nel dare una quadro mainstream sul tema. Per
completezza citiamo almeno alcuni altri titoli fondamentali, film che
hanno lasciato sicuramente un segno, al di là della loro fama e del loro
successo:
Il grande sentiero (John Ford,
1964)
Ucciderò Willie Kid (Abraham Polonsky,
1969)
Corvo rosso non
avrai il mio scalpo (Sidney Pollack, 1972)
Indians
(Richard T. Effron, 1975)
Ezio Leoni
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