Nel
1927 la Warner Bros. distribuì nelle sale
Il cantante
di jazz e per la prima volta gli spettatori
poterono assistere al prodigio di un suono sincronizzato col
labiale degli attori. Erano nate le pellicole sonore, che da
lì a qualche anno avrebbero soppiantato
il cinema muto. La transizione, com’è noto, non
fu indolore – e molte carriere conobbero una fine prematura
per l’incapacità di adeguarsi ai nuovi modi di intendere il
mezzo – ma di certo essa fu epocale, al punto che, mentre
l’avvento del colore non cancellò affatto, pur rendendole
minoritarie, le pellicole in bianco e nero, i film muti –
tanto grande fu lo scarto rispetto al passato – smisero di
fatto di essere prodotti sino ai giorni nostri, salvo
eccezioni per lo più catalogabili nelle rarità d’essai .
Da qui la questione: perché, oggi, recuperare pellicole mute?
Il semplice dovere accademico di storici e professionisti del
cinema non sembra bastevole a spiegare il generale interesse
per un mondo così apparentemente lontano dai modi del
presente. A ben vedere, una prima ragione è che questa
lontananza è solo di superficie e un gran numero di film muti
ha, invero, situazioni, ritmi, personaggi e sviluppi assai più
prossimi alla nostra sensibilità di tante pellicole a noi
temporalmente vicine. Un secondo motivo risiede nel fatto che
nel cinema muto si giunse al culmine del perfezionamento della
grammatica visiva e rivedere oggi queste pellicole è una
irrinunciabile scuola per affinare i modi del nostro sguardo,
per imparare a guardare il mondo – un mondo in cui l’elemento
della comunicazione visuale è divenuto, ormai, preminente –
con maggiore consapevolezza. In fondo, però, la vera ragione è
solo una: perché inoltrarsi nei territori del cinema muto
è un’esperienza intrinsecamente divertente, che stimola senza
sosta la nostra immaginazione di spettatori e ci rende ancor
più consapevoli di quali meraviglie sia capace questo
appassionante quanto misterioso mezzo che è il cinema.
Cominciamo, dunque, il nostro viaggio e addentriamoci proprio
in quegli anni Venti che del cinema muto videro
'apice.
Dr. Jeckyll e
Mr.Hyde
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The Penalty
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Matteo Pernini |