La
soggettiva di uno sparo, dritto verso la macchina da
presa!
Nasce così il
western.
Ma se la datazione ufficiale
delle origini non può sfuggire
dall'esplodere sullo schermo di
The Great Train Robbery (1903) è
comunque la tematica dello scontro bianchi-pellerossa quella
che poi ha più caratterizzato il genere.
Nella
storiografia del
western vanno quindi affiancati ai fuorilegge di Porter
almeno due dei primi cortometraggi di Griffith.
The Red Man and the Child
(1908), che vede dei pacifici indiani spinti ad una violenta
vendetta dalle prevaricazioni di un gruppo di bianchi avidi e
senza scrupoli; e The Red Man's View
(1909), incentrato sulla sacralità del rapporto tra i nativi
americani e il loro habitat e sulla brutale intervento dei
conqueros che li cacciano, destinandoli ad un amaro,
incerto futuro ("tra noi e il mare occidentale ci sarà mai
una
terra dove posare le nostre teste?"). Titoli
che fanno parte dei circa 30 corti diretti da David W.
Griffith in quegli anni, tra i quali brilla
The
Massacre
(1912) che davvero può ergersi a
sintesi dello spirito filmico del
western, che nell'era del muto conosce una prima
stagione aurea grazie a personaggi iconici come Broncio Billy,
William S.Hart e Tom Mix (col suo cavallo Tony) e che trova in
Thomas Ince (The Heart of an Indian,
War On the
Plains - 1912) un altro cantore attento all'iniqua
subaltenità dei pellerossa.
È comunque grazie a James Cruze che il
western in quegli anni arriva alla sua massima
popolarità: il suo
I pionieri
(1923) sa aumentare la potenza figurativa del genere
allargando la raffigurazione di topoi come il guado dei fiumi, la caccia ai bisonti, la
febbre dell'oro... E l'epopea muta del
western arriva infine a compimento con
Il cavallo d'acciaio (John Ford,
1924) che, approfondendo il tema della creazione
della rete ferroviaria, completa la panoramica delle
componenti fondamentali della conquista dell'ovest e
ne aumenta la suggestione epica.
Il genere ha ormai definito la propria personalità mitica ed è
pronto ad affrontare la maturità del sonoro.
Ezio Leoni
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