novembre 2020

periodico di cinema, cultura e altro... ©
 

n° 61
Reg.1757 (PD 20/08/01)

 
 
 

  PILLOLE WESTERN                                         

 

gli albori - la stagione del muto

  Sospendiamo per il momento il viaggio cinefilo all'interno dei gloriosi anni '50 per una doverosa premessa sugli anni del muto e su un aggiornamento/riepilogo del nostro percorso western nelle pagine di MCmagazine e di theMovieconnection.

La soggettiva di uno sparo, dritto verso la macchina da presa!
Nasce così il
western. Ma se la datazione ufficiale delle origini non può sfuggire dall'esplodere sullo schermo di The Great Train Robbery (1903)  è comunque la tematica dello scontro bianchi-pellerossa quella che poi ha più caratterizzato il genere.
Nella storiografia del western vanno quindi affiancati ai fuorilegge di Porter almeno due dei primi cortometraggi di Griffith. The Red Man and the Child (1908), che vede dei pacifici indiani spinti ad una violenta vendetta dalle prevaricazioni di un gruppo di bianchi avidi e senza scrupoli; e The Red Man's View (1909), incentrato sulla sacralità del rapporto tra i nativi americani e il loro habitat e sulla brutale intervento dei conqueros che li cacciano, destinandoli ad un amaro, incerto futuro ("tra noi e il mare occidentale ci sarà mai una terra dove posare le nostre teste?"). Titoli che fanno parte dei circa 30 corti diretti da David W. Griffith in quegli anni, tra i quali brilla
The Massacre (1912) che davvero può ergersi a sintesi dello spirito filmico del western, che nell'era del muto conosce una prima stagione aurea grazie a personaggi iconici come Broncio Billy, William S.Hart e Tom Mix (col suo cavallo Tony) e che trova in Thomas Ince (The Heart of an Indian, War On the Plains - 1912) un altro cantore attento all'iniqua subaltenità dei pellerossa.
È comunque grazie a James Cruze che il western in quegli anni arriva alla sua massima popolarità: il suo
I pionieri (1923) sa aumentare la potenza figurativa del genere allargando la raffigurazione di topoi come il guado dei fiumi, la caccia ai bisonti, la febbre dell'oro... E l'epopea muta del western arriva infine a compimento con Il cavallo d'acciaio (John Ford, 1924) che, approfondendo il tema della creazione della rete ferroviaria, completa la panoramica delle componenti fondamentali della conquista dell'ovest e ne aumenta la suggestione epica.
Il genere ha ormai definito la propria personalità mitica ed è pronto ad affrontare la maturità del sonoro.

Ezio Leoni

1903

1912

1923

1924

 
 
 

in rete dal 20 novembre 2020

 
 

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