Quattordicesima
edizione a Bologna del
Biografilm Festival–International
Celebration of Lives, un evento sempre in crescita, sempre più
interessante, seguito dai media nazionali ed ormai assurto a fama
oltreconfine. Un successo dovuto probabilmente alla sua unicità
nell'essere dedicato alle “storie di vita”, nelle loro forme più
varie, tra docu-fiction, reality e ordinary people:
gente comune e persone straordinarie; frutto di sinergie e
collaborazioni di livello nazionale ed internazionale.
Così da Cannes (Fuori Concorso) è arrivato
Libre
del francese Michel Toesca: testo non semplice, dolorosamente ma
chiaramente attuale, rivolto al dramma dei migranti al confine tra
la Francia e l’Italia.
E dalla Berlinale 2018 ecco poi l’Orso d’Oro,
Touch me not,
di Adina Pintilie, una giovane regista e sceneggiatrice rumena
attiva ormai da quindici anni: il suo modo di ‘fare cinema’ – fatto
di scavo interiore e di introspezione psicologica anche molto intima
– è stato analizzato a fondo grazie ad una piccola retrospettiva che
Biografilm Fest le ha voluto riservare quest’anno.
È
stata invece un'anteprima mondiale il
Renzo Piano,
di Carlos Saura.
Il lavoro rappresenta l’incontro tra due grandi
artisti, che si confrontano grazie a due diversi ‘linguaggi visivi’,
un cineasta (“storico” regista spagnolo - ci piace ricordare qui il
sodalizio col ballerino Antonio Gades per la mitica Trilogia del
Flamenco) ed un architetto di fama, autore ormai mondiale:
classe 1937, fin dalla co-creazione e realizzazione, ai primi anni
Settanta, con Richard Rogers, del Centro Georges Pompidou, il
Beaubourg.
Ma, come sempre, il cine-sguardo d’onore del Biografilm Festival
era
dedicato a pellicole rivolte, a vario titolo, alle
Signore
dell’Arte. E tra
queste
piace ricordare
Jane Fonda In Five Acts, della statunitense Susan
Lacy, 'nato' quest'anno, Evento speciale che ha aperto la kermesse
bolognese.
Ragazza della 'porta accanto', sex symbol, attivista, tycoon del
fitness e molto altro: l’attrice premio Oscar Jane Fonda - figlia di
un attore immenso, Henry (molto 'amato' da Hitchcock) e sorella di
Peter, pure
attore di fama ed impegno - ha vissuto una vita segnata
da controversie, tragedie e cambiamenti. Il film è uno sguardo introspettivo sul suo unico
percorso di vita, insomma Jane nella sua essenza: magnetica,
coraggiosa eppure vulnerabile. Con interviste – tra gli altri – a
Robert Redford, Lily Tomlin, alla produttrice Paula Weinstein e agli
ex-mariti Tom Hayden e Ted Turner, i primi quattro atti della vita
di Jane Fonda, per par condicio, sono scanditi dai nomi dei quattro
uomini che hanno condiviso e influenzato le sue ambizioni personali
e professionali. Il quinto atto invece è intitolato a lei stessa,
chiamata a confrontarsi con i suoi dèmoni, riunirsi alla sua
famiglia e rimettere in piedi una carriera di successo, sia come
attivista che come attrice.
Memorabile, infatti, la sua presenza all'ultima Mostra di Venezia,
per Our Souls, at Night - Le nostre anime, di
notte, un film sulla
terza/quarta età, interpretato da lei insieme con l'altra icona al
maschile Robert Redford, entrambi Leoni d'Oro alla carriera,
ritrovatisi per l'occasione (un film purtroppo mai arrivato nelle
sale e “segregato”nel circuito televisivo - Netflix)
Maria Cristina Nascosi Sandri
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