Sono
passati senza clamore, senza ressa di pubblico. I
cinque
western di Budd Boetticher
hanno deliziato solo pochi (auto)eletti: per alcune proiezioni (in
sala grande) neanche 20 presenze! Eppure si tratta di un regista
fondamentale del genere, autore di opere essenziali e “classiche”.
Prendiamo Decisione al
tramonto (Decision at
Sundown, 1957). Una coppia di cowboy, Bart e Sam, arrivano in
città; almeno per uno dei due l’obiettivo è quello della vendetta. A
Sundown è in corso un matrimonio, lo sposo è proprio colui che Bart
vuole uccidere, attribuendogli la morte della propria moglie, Mary. Lo
scompiglio è ovvio, la cerimonia viene interrotta, i due stranieri si
barricano nella stalla… Sam, amico devoto di Bart verrà ammazzato a
tradimento, si scoprirà che Mary non era la donna idealizzata da Bart
e che la responsabilità della sua fine (suicidio) non è attribuibile
al cattivo (?) di turno. Whisky e pistole, amicizia e lealtà, uomini
solitari e donne spaventate, sparatorie e duelli. Tutte le dinamiche
western sono sviluppate con esemplare linearità, le interpretazioni
affidate ad attori di amabile caratterizzazione (Randolph Scott
protagonista fisso di Boetticher è qui affiancato da Noah Beery Jr.),
l’etica civile sviluppata su rapporti umani e valori che restano
emblemi di una frontiera morale ormai lontana. Non si discostano,
nella struttura, i racconti di I tre banditi (1957), Il
cavallo solitario (1957), L’albero della vendetta (1959),
La valle dei mohicani (1960): una rapina alla diligenza
che si risolve in un rapimento con riscatto (e imprevista storia
d’amore) nel primo, un’altra storia di vendetta e faide nel secondo;
poi una vicenda incentrata su un cacciatore di taglie che col suo
prigioniero si trova bloccato dagli indiani ad una stazione di posta.
Ancora un rapimento, stavolta ad opera degli indiani, nell’ultimo. Le
atmosfere che hanno fatto grande il western ci sono tutte, al di là
della mediocre risposta del pubblico. Va ricordato che la
“rivoluzione” dello spaghetti western partì proprio da qui, dallo
scardinamento violento e provocatorio di queste piccole-grandi storie
che solo qualche anno prima sapevano ancora avvincere ed emozionare. A
nostro parere ci riescono ancora. |