Percorsi
a cielo aperto
Cinema Torresino ESTATE: sab. 9/8 - dom.
10/8 - lun.11/8
DRAMMI D'AMORE
Le
onde del destino La
voce nella tempesta |
Il sibilare
del vento che diventa la voce dell'amore perduto, un rintoccare di campane
che si materializza tra le nuvole: l'intensità della passione non
ha pudori nel suo esibirsi sullo schermo cinematografico. Dallo struggente
richiamo di Katherine nella prima, mitica trasposizione di Cime tempestose
(La voce nella tempesta
- 1939 - un recupero obbligato
per questa tappa del nostro percorso estivo) al misticismo kitsch di Le
onde del destino, il melodramma romantico
sa ridefinirsi in sintonia con l'evolversi della sensibilità del
pubblico e degli autori. Il film di Von Trier non può lasciare indifferenti (o entusiasma o infastidisce!) colpendo forte nelle emozioni: visive, sonore, narrative. Una storia semplice e assurda, un amore di coppia di estraniante carnalità, estremizzato dalla psiche lacerata di Bess (straordinaria la naturalezza con cui prende voce - "divinizzato" - il suo turbamento interiore; incombente il senso di colpa con cui la sua fede "deviata" rilegge il "provvido" evolversi del suo destino), dalla dilaniata fisicità di Jan, incapace di ritrovare se stesso nell'improvvisa infermità che "castra" senza rimedio il suo amore appassionato. La spirale di superstizione e mercificazione che porta alla tragica fine di Bess, è di inconsulta morbosità, ma ha anche una sua logica "purezza" taumaturgica. Sconcertante, ma incredibilmente affascinante nel suo assurdo, doloroso calvario, Le Onde del destino, riempie lo schermo (cinemascope!) di spontaneità recitativa, di destabilizzanti tagli prospettici (e con la cinepresa che si agita con "coerente" frenesia), di saturazione cromatica e di struggenti sonorità liberatorie (eccezionali i brani rock che aprono i vari capitoli). Di tutt'altra impostazione formale, Jude ripropone con distaccata perfezione britannica la vicenda narrata nel romanzo omonimo da Thomas Hardy. Un altro amore impossibile, quello tra il protagonista e la cugina Sue: entrambi reduci da un matrimonio male assortito, trovano nella loro unione la felicità del vero amore, ma anche la sofferenza del disprezzo civile per il loro irregolare rapporto, di un approccio alla religione cupo e punitivo. Tanto Le onde del destino è eccessivo, tanto Jude è raffinato e tragicamente "trattenuto" (la sua forza nasce proprio da questa algida epurazione del sentimento), ma per entrambi è pregnante (ed incombente) l'assurdo epilogo di un confronto con la vita falsato dall'arido rigore dell'ambiente sociale e dalla propria onnipotenza romantica. e.l. |