Fra le più grandi ballerine della storia contemporanea, Fracci ha fatto del suo corpo la sua forma massima di espressione e un punto di riferimento per gli artisti e le artiste venuti dopo e che a lei si sono ispirati.
Il libro delle soluzioni
Mark è un regista squattrinato alle prese con un progetto alquanto problematico: nessuno infatti sembra voler credere nel suo prossimo film. Per lavorare in autonomia, sfuggendo alle rigidità della casa di produzione, l’autore prova a rifugiarsi da una sua vecchia zia con il gruppo di lavoro a lui più fedele per cercare di portare a compimento la sua opera. Autoritratto di un cineasta in lotta continua con se stesso: malinconico, imprevedibile, folle…
Les livres des solutions / The Book of Solutions
Francia 2023 (102′)
Nevia
Nevia ha diciassette anni: troppi per il posto in cui vive e dove è diventata grande prima ancora di essere stata bambina. Minuta e acerba, è un’adolescente caparbia, cresciuta con la nonna Nanà, la zia Lucia e la sorella più piccola, Enza, nel campo container di Ponticelli.
Italia 2019 (86′)
Petites – La vita che vorrei… per te
La sedicenne Camille, rimasta incinta, viene separata da sua madre, una donna affettuosa ma tossica, e mandata dal giudice minorile in un centro accoglienza. Lì fa amicizia con Alison, giovane madre del tutto immatura e irresponsabile, e insieme a lei si trova spesso a scontrarsi con l’educatrice, Nadine, l’educatrice del centro appassionata al suo lavoro, ma ormai disillusa. Eppure il confrontarsi di Camilla con queste persone sarà per lei occasione di affrontare con un atteggiamento diverso la sua situazione, in un percorso di crescita e di formazione.
Petites / Little Ones
Francia 2022 (90′)
Il grande Lebowski
Jeffrey ‘Drugo’ Lebowski (Jeff Bridges), sfaticato che passa le sue giornate con gli amici, tra White Russian, chiacchiere, marijuana e bowling, viene scambiato per un omonimo ben più facoltoso. Drugo si ritroverà coinvolto in un caso di rapimento, mentre le finali del campionato di bowling incombono e alla sua porta si affacciano degli spietati sicari…
The Big Lebowski
USA/Gran Bretagna 1998 (117′)
Memory
Messico/USA 2023 (100’)
VENEZIA 8O° – Coppa Volpi miglior interpretazione maschile
VENEZIA – Immancabile, arriva anche quest’anno alla Mostra del Cinema di Venezia un nuovo film di Michel Franco, che dai tempi del deplorevole Nuevo Orden (2020) – inopinato Gran Premio della Giuria – sembra ormai aver stretto un sodalizio in odor di fraternità con il festival lagunare, il quale, dal canto suo, ha contribuito, riservando metodicamente uno spazio in concorso alle sue operette, a divulgarne il lavoro ben oltre i confini delle americhe. Non nascondiamo una certa perplessità di fronte a questa intesa, dal momento che, di prova in prova, il cinema di Franco ha mostrato tutti i limiti di una immaginazione programmatica e priva di ispirazione, in cui ai personaggi si sostituiscono marionette isteriche, disperate o depravate, sulle quali il regista si getta col cinismo bieco di un Mangiafuoco crapulone.
Dogman
Francia/USA 2023 (114’)
VENEZIA – Al culmine di una carriera ondivaga, piena di indiscussi successi di pubblico se non di critica (basti pensare a Nikita, Subway, Leon, Il quinto elemento) ma anche di lunghi periodi di assenza, il regista e produttore franco-inglese Luc Besson porta a Venezia Dogman, un opera di smagliante bellezza, a tratti commovente fino alle lacrime secondo l’opinione di molti critici. Uno di quei film che ti riconciliano col cinema e anche un po’ con la vita, intesa come la capacità di resistere e di trasformarsi che ne è l’essenza più profonda. Buona parte del merito va attribuito alla incredibile performance dell’attore scozzese Caleb Landry Jones, praticamente sconosciuto in Italia ma già premiato come migliore attore a Cannes nel 2021 (Nitram). Altrettanto importanti, veri deuteragonisti della storia, sono i cani, che il protagonista Douglas, bambino abusato ama sopra ogni cosa e che saranno i suoi compagni e protettori. Il film si apre appunto con una citazione da Alphonse Lamartine “Ovunque ci sia un infelice, Dio (God) manda un cane (dog in inglese)”.
The Beast
In un futuro prossimo, in cui la presenza umana è ridotta ai minimi termini, le emozioni sono diventate una minaccia da combattere. Gabrielle, nonostante si sottoponga a un processo di annullamento dei sentimenti (che la porta a confrontarsi con diverse esperienze di vita ambientate in epoche passate), sembra essere comunque in grado di continuare a mantenere la propria coscienza.
La Bête
Francia/Canada 2023 (146’)
VENEZIA – Come nella pittura si può distinguere tra opere che privilegiano una visione ravvicinata e altre che sollecitano una certa distanza dell’osservatore per poter essere maggiormente godute, vorremmo suggerire una analoga separazione anche nel cinema. Vi sono, difatti, film in cui l’emozione scaturisce anzitutto dai singoli momenti, altresì denominati pezzi di bravura, mentre l’insieme scivola in secondo piano (è la ventura – ricercata – di alcuni altissimi risultati di Dario Argento), e altri di cui si ammira, al contrario, la totalità dell’ispirazione che li ha prodotti, quella chiusura del cerchio, per così dire, che trae le fila di un discorso complesso, esibendone l’architettura d’insieme, l’ingegno o, ancora, l’idea a dispetto dei singoli frammenti (qualità rinvenibile in taluni esempi del cinema pasoliniano).
Hokage
Al termine della Seconda guerra mondiale, in una città distrutta dalle bombe incendiarie, una donna gestisce un piccolo ristorante ma guadagna denaro solo prostituendosi. Nei dintorni del locale si aggira un bambino, e quando un soldato reduce dalle Filippine inizia a frequentare il ristorante, i tre sembrano quasi poter creare un nucleo famigliare. Ma la guerra ha lacerato ben più delle mura della città…
Shadow Of Fire
Giappone 2023 (96′)
VENEZIA – Hokage, come dichiarato dal regista di culto giapponese Shinya Tsukamoto, è in qualche modo una continuazione del discorso complesso ma necessario sulla guerra e la violenza iniziato nel 2014 con Fires on the Plain (Nobi) e sviluppato quattro anni più tardi con Killing (Zan). Se in Nobi Tsukamoto raccontava gli orrori e la carneficina della Seconda Guerra Mondiale attraverso la storia di un soldato giapponese nelle Filippine, Zan spostava l’attenzione sul rifiuto di combattere da parte di un samurai pentito del tardo periodo Edo.
Priscilla
USA/Italia 2023 (113’)
VENEZIA – Diceva Jean-Luc Godard, illuminando sui suoi debiti verso Roberto Rossellini, come il regista di Viaggio in Italia gli avesse mostrato – si legga: insegnato, dacché non v’è differenza agli occhi del maestro franco-svizzero – che “un film sono due persone in un’automobile” [1]. E altresì come un simile film potesse essere messo in piedi con due soldi (“Era bellissimo, pienamente rassicurante, come un messaggio di pace […] Roberto era un apostolo del cinema”). .