Aquarius

Clara è una vedova di 65 anni, critico musicale in pensione, nata in una famiglia facoltosa a Recife, in Brasile. Lei è l’ultima residente dell’Acquario, un originale edificio a due piani costruito nel 1940 nella benestante Avenida Boa Viagem. Tutti gli appartamenti intorno sono stati acquisiti da una società che vuole realizzare un nuovo progetto edilizio, ma Clara ha deciso di restare nella propria abitazione fino alla fine della sua vita. Inizia così una guerra fredda con la società, un confronto snervante che destabilizza la donna e la sua routine quotidiana, facendo emergere pensieri sui suoi cari, sul suo passato e sul suo futuro. Attraverso la vicenda di Clara coglie l’occcasione per rievocare 35 anni di storia materiale e morale del Brasile, per attacca le degenerazioni dell’economia sul piano del gusto e della qualità della vita; il tutto schivando ideologie e moralismi per concentrarsi sui piaceri, dall’eros alla musica.

 

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The Reunion

Una riunione di ex compagni di classe, a vent’anni dal diploma. In un clima di allegria, tutti sono a tavola ricordando i bei vecchi tempi andati, quando una di loro, Anna (interpretata dalla regista del film, Anna Odell) si alza e interrompe bruscamente la festa. È solo il preambolo di un processo narrativo inaspettato dove memoria e responsabilità si intrecciano a fronte di un’introspezione psicologica affidata alle “cure” della protagonista ed alle reazioni dei suoi ex compagni. Tra realtà e fiction Anna Odell vuole mettere a nudo frustrazioni e responsabilità giovanili, ferite aperte che faticano a rimarginarsi… Seduta cine-psicanalitica made in Svezia.


Återträffen
Svezia 2013 – 1h 30′

VE VENEZIA – Ultimo film presentato nella selezione della 28a Settimana Internazionale della Critica, The Reunion, della nota video artista svedese Anna Odell, qui al suo primo lungometraggio, è un bel testo da apprezzare anche per i suoi riferimenti colti, non troppo mascherati.

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Cut

Shuji è un giovane regista giapponese che ama il cinema dei maestri e vuole a tutti i cosi realizzare il suo film. Quando si trova a dover ripagare ad una banda yakuza un debito “ereditato” del fratello (giustiziato dagli strozzini stessi) trova un espediente “estremo” per racimolare il denaro necessario: decide di trasformarsi in punchball a pagamento per coloro che vogliono allenarsi a tirare pugni nel bagno della palestra della yakuza. Sarà lprprio l’amore per il cinema a degli la forza di sopravvivere… La sua prova è estenuante ed altrettanto lo è quella dello spettatore, ma il “premio” per entrambi ha una forza cinefila straordinaria. 


Giappone 2011 – 2h 12′

VE VENEZIA – Quella raccontata dal cinema di Amir Naderi è un’ossessione. Anche senza aver visto tutta la sua filmografia (sedici lungometraggi, una buona parte girata in Iran, tre a formare una trilogia newyokese) si può far riferimento al terzo capitolo della trilogia (Marathon – Enigma a Manhattan) per disvelare un immaginario (in bianco e nero) cadenzato dallo sferragliare dell’underground, da quei quasi cento cruciverba che devono essere risolti entro una giornata. O a quel Vegas: Based On a True Story, presentato tre anni fa in concorso qui a Venezia, con un cromatismo quasi sciatto, “impolverato” quanto il suo protagonista che riduce il giardino di casa ad un ammasso desertico nella paranoica ricerca di un improbabile tesoro che possa ridare un equilibrio, almeno economico, alla famiglia.

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