Il cavallo d’acciaio

La storia romanzata della costruzione della prima ferrovia transcontinentale americana, che partendo dal Nebraska arrivò in California. La Union Pacific e la Central Pacific, tra le difficoltà ambientali e l’ostilità degli indiani, si congiunsero infine nello Utah nel1969. Il protagonista dell’epopea descritta da Ford è il giovane David Brandon che vede realizzarsi il sogno del padre, ucciso quando egli ancora ragazzo. Arriveranno insieme a compimento anche la sua vendetta verso il malvagio “due dita” e il suo legame sentimentale con Miriam, amata fin dall’infanzia.

Parte tra le greggi di pecore di Springfiled (Illinois) l’antefatto del “racconto visivo sulla costruzione della prima ferrovia transcontinentale americana”, dove l’ingegnere Brandon già nel 1853 progetta di realizzare l’impresa. Ne discutono con lui l’amico Tom e l’avvocato Abe Lincoln mentre Dave, il figlioletto, gioca amorevolmente nella neve con la sua amichetta Miriam. Il sogno di Brandon si infrange però sulle Cheyenne Hills (Black Hills) dove viene assassinato da un “indiano bianco” con due dita proprio sotto gli occhi di Dave provvidenzialmente nascostosi tra i cespugli.
L’azione passa ne 1862 quando Abraham Lincoln, divenuto presidente, firma il decreto per la costruzione della ferrovia. La tratta che parte da Omaha verso l’ovest è affidata alla Union Pacific, diretta da Thomas Marsh, padre della piccola Miriam che ora, ormai donna, è fidanzata con l’ingegnere Jesson. A North Platte l’impresa deve confrontarsi a con gli attacchi degli indiani, ma può contare sulla dedizione degli operai, tutti di varie etnie tra cui cinesi, italiani e irlandesi (un terzetto di questi fa da riferimento per alcune ilari disavventure che accompagnano i lavori…). Entra in campo ad un certo momento un cavaliere del Pony Express, tratto in salvo sul treno dopo essere stato inseguito dai pellerossa. Si tratta di Dave, che dopo un emozionante incontro con Miriam, si rende disponibile per trovare un percorso alternativo al passaggio della ferrovia per la zona di Smokey River, proprio in quel valico nelle Black Hills che il padre aveva individuato tanti anni prima. Il malvagio Bauman, che conta di lucrare nel transito per i suoi terreni dello Smokey River, convince Jesson a farsi accompagnare nell’ispezione da David per poi sopprimerlo. David, fatto precipitare nella gola delle Black Hills, riesce però a salvarsi e, tornato alla ferrovia, smaschera Jasson e ha con lui una furibonda colluttazione con nel saloon.
Con l’arrivo di una mandria di bovini che garantisce la sopravvivenza agli operai e alle loro famiglie arriva anche la decisone della collettività di smobilitare per trasferirsi verso il nuovo insediamento di Cheyenne City, situata lungo il nuovo tratto su cui sorgerà al ferrovia. A questo punto Bauman (che altri non è che il crudele due dita
) si riallea con gli indiani e sferra un violento attacco alla Union Pacific. La battaglia ho comunque esito positivo per David e gli altri, grazie all’eroismo degli operai e all’arrivo degli alleati indiani Pawnee. Dopo che in un feroce corpo a corpo Dave ha vendicato il padre uccidendo Brandon, il giovane, in difficoltà nei rapporti con Miriam, decide di partire per collaborare con la Central Pacific; lì proseguirà il suo lavoro fino al fatidico incontro a Promontory Point, nello Utah, dei due tronconi ferroviari (10 maggio 1869). La festa per il completamento della ferrovia coincide con la felice conclusione dell’avventura sentimentale di Dave e Miriam.

The Iron Horse
USA 1924 (134′)

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Gli anni amari

Il film ripercorre la vita e i luoghi di Mario Mieli, tra i fondatori del movimento omosessuale nostrano nei primi anni 70. Nato nel 1952 a Milano e morto suicida nel 1983, prima dei trentun anni, Mario fu attivista, intellettuale, scrittore, performer, provocatore, ma soprattutto pensatore e innovatore dimenticato.

USA 2014 (97′)

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The New York Review of Books: The 50 Year Argument

Diretto da Martin Scorsese e dal suo fedele collaboratore David Tedeschi, il film cavalca le onde della storia letteraria, politica e culturale proprio come ha fatto la celebre rivista. Provocatorio, eccentrico e incendiario, il documentario intreccia rari materiali d’archivio, interviste ai collaboratori, estratti da opere di autori. Tutto rivisto attraverso lo sguardo di un maestro del cinema!

USA 2014 (97′)

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Mi chiamo Francesco Totti

Un documentario sullo storico capitano dell’A.S. Roma, che nelle ore antecedenti al suo addio al mondo del calcio, ripercorre davanti a uno specchio la sua vita e la sua carriera, fino a diventare uno dei simboli iconici della sua squadra. Tra momenti calcistici importanti, ricordi e scene più intime, Francesco racconta se stesso come uomo e come calciatore,, tra scelte sul campo e scelte nel privato.


Italia 2020 (106′)

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The Great Train Robbery

I banditi riescono a fermare un treno e lo assaltano, impossessandosi del sacco dei valori e derubando i passeggeri. Allontanatisi con la locomotiva, raggiungono i loro cavalli e fuggono. Sono però raggiunti dagli uomini del saloon e vengono uccisi.

Nell’ufficio telegrafico di una stazione ferroviaria due banditi fanno irruzione, costringono il telegrafista a fermare il treno in transito e lo lasciano a terra legato
Al rifornimento presso il serbatoio dell’acqua altri banditi salgono sul treno
I banditi entrano nel vagone postale, sparano al corriere e si impossessano del sacco dei valori
Altri banditi raggiungo la locomotiva, aggrediscono il fuochista e, pistola alla mano, fanno fermare il treno
Costringono poi il macchinista a staccare la locomotiva
Fatti scendere i passeggeri li rapinano e non esitano ad ucciderne uno
Risaliti sulla locomotiva la fanno ripartire

Arrivati lontano la locomotiva si ferma  e i banditi scendono
Nella boscaglia raggiungo i loro cavali, montano e fuggono
Nell’ufficio della stazione arriva la figlioletta del telegrafista e lo libera dalle corde
Nel saloon la gente si sta divertendo a ballare quando l’arrivo del telegrafista che avverte dell’accaduto fa sì che gli uomini si precipitino fuori alla caccia dei banditi
I banditi fuggono a cavallo inseguiti dagli uomini del saloon
Nel bosco i banditi sopravvissuti cominciano a spartirsi il bottino ma arrivano gli inseguitori e li uccidono
Il capobanda (in primo piano) punta la pistola verso la macchina da presa e spara

USA 1903 (11′)

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Listen


Gran Bretagna/Portogallo2020 (73′)
VE 77° – ORIZZONTI: Gran Premio della Giuria – Premio VE opera Prima

 VENEZIA – Al suo primo film, la regista portoghese Ana Rocha de Sousa sembra guardare al modello di Ken Loach. Di un cinema, in altre parole, di impronta civile, tutto teso a raccontare un’umanità marginale, restituendo agli oppressi del mondo la dignità che gli ingranaggi delle società capitaliste vorrebbero sottrarre loro con marcata ostinazione.

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Wife of a Spy

Alla vigilia della Seconda Guerra Mondiale, il Giappone vive un periodo di forti tensioni interne. La propaganda si rafforza e con essa il controllo dei cittadini da parte delle forze dell’ordine, pronte a scorgere espressioni di dissenso persino nel più lieve dei cedimenti alla moda occidentale. Un uomo d’affari di Kobe, durante un viaggio in Manciura, scopre con orrore quel che va tramando l’esercito in quei luoghi e sceglie di denunciarlo alla comunità internazionale, trafugando segreti militari. Riuscire nel compito senza coinvolgere l’amata e patriottica moglie si rivelerà impresa assai complicata.

Spy no tsuma
Giappone 2020 (115′)
VENEZIA 77°: Leone d’argento alla regia

 VENEZIA – Bizzarra avventura per il venticinquesimo film del talentuoso Kyioshi Kurosawa, che, prodotto per la televisione giapponese e già trasmesso in patria, finisce in concorso alla 77esima Mostra del Cinema di Venezia. Un’opera televisiva, eppure assai più cinematografica della maggior parte dei film della selezione ufficiale..

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La candidata ideale

Maryam è una dottoressa saudita che ogni giorno deve fronteggiare l’ostilità di pazienti e colleghi uomini che mal vedono una donna medico; costretta per un contrattempo a rinunciare ad un meeting a Riad prende l’occasione per candidarsi alle elezioni per un posto nel consiglio municipale. Il suo programma? Far asfaltare la strada che conduce i pazienti al pronto soccorso nel quale lavora… Partendo da una dimensione familiare, Haifaa Al-Mansour costruisce un percorso di denuncia sociale senza assumere i toni del pamphlet. Un film che non sempre convince ma che ha un suo appassionante crescendo.


The Perfect Candidate
Arabia Saudita 2019 (101′)

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#Unfit – La psicologia di Donald Trump

Un documentario che analizza la figura del Presidente degli Stati Uniti e soprattutto della sua psiche. Insieme a psicologi, giornalisti, avvocati ed ex collaboratori di Trump, il regista cerca di rispondere alla domanda “Donald Trump è idoneo alla presidenza?” Ne esce un ritratto scioccante, quello di un uomo che sembra rappresentare una vera e propria minaccia per il mondo intero. Un monito, uno amaro spunto di riflessione per una partecipazione più consapevole della politica internazionale.


The Psychology of Donald J. Trump
USA 2020 (83′)

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