I due Papi

Frustrato dalla direzione intrapresa dalla Chiesa, il cardinale Bergoglio (Jonathan Pryce) chiede il permesso di ritirarsi a Papa Benedetto (Anthony Hopkins). Di fronte al rischio di scandalo e al dubbio, Papa Benedetto lo convoca invece a Roma. Dietro le mura Vaticane, inizia un confronto tra tradizione e progresso, senso di colpa e perdono.

USA-GB-Ita-Arg 2019 (125′)

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Santa Sangre

Fenix è un bimbetto che fa il piccolo mago in un circo messicano, dove il padre Orgo, lanciatore di coltelli, ha per amante la donna tatuata e per moglie Concha, bellissima quanto gelosissima della rivale. Impazzito dopo aver visto il padre Orgo tagliare le braccia alla madre prima di togliersi la vita, Fenix riuscirà da adulto a scappare dal manicomio in cui è rinchiuso è fuggirà insieme alla madre, iniziando con lei una nuova vita artistica simbiotica. Onirismo e psicanalisi, spunti surreali e humour nero: uno psycho-thriller alla maniera di Jodorowsky.

Messico/Italia 1989 (110′)

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Storia di un matrimonio

Nella fine di una storia di coppia c’è il momento cruciale in cui il matrimonio si incrina e la bolla scoppia lasciando solo disordine e amarezza, tristezza e incapacità di orientarsi. Marriage Story è un ritratto incisivo e compassionevole di un ossimoro sentimentale: un matrimonio che va in pezzi e una famiglia che resta unita. Straziante ed esilarante, classico e inventivo grazie al talento di Baumbach e alle memorabile interpretazioni di Scarlett Johansson e Adam Driver.

USA 2019 (136′)

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Frida viva la vida

Le due anime di Frida Kahlo: da una parte l’icona, pioniera del femminismo contemporaneo, tormentata dal dolore fisico, e dall’altra l’artista libera dalle costrizioni di un corpo martoriato. Nelle sue opere c’è un legame profondo tra dolore e forza, tormento e amore, un legame che trova una sua legittimazione perché radicato in una terra, il Messico, un legame che sublima il dualismo tra la sofferenza delle sue vicende biografiche e l’amore incondizionato per l’arte.

Italia 2019 (90′)

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L’età giovane

Belgio, oggi. La storia del giovane Ahmed, tredicenne, combattuto tra gli ideali di purezza del suo imam e gli appelli che gli arrivano dalla vita. Dopo essersi avvicinato all’ala più integralista della propria religione, interpreta secondo ideali estremi i dettami del Corano arrivando a pianifica di uccidere la propria insegnante… La figura di Ahmed porta il «metodo» dei Dardenne all’estremo perché non offre appigli, il loro pedinamento non lascia spazio a certezze. Nelle contraddizioni di Ahmed e della società che lo circonda c’è la forza del film.

Le Jeune Ahmed
Belgio 2019 (84′)
CANNES 72°: premio per la miglior regia

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The Bra – Il reggipetto

Un timido macchinista, al suo ultimo giorno di lavoro, trova sul parabrezza del treno un reggiseno. L’uomo decide di andare alla ricerca della proprietaria, sperando di trovare l’amore. Tra ironia e quotidiana disperazione, una poetic comedy “di poche parole” buffa e commovente, girata in una Baku che non c’è più.

Germania/Azerbaigian 2018 (90′)

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Maternal


Hogar
Italia/Argentina 2019 (124′)
LOCARNO 76°: Menzione speciale

 LOCARNO – Maura Delpero, italiana, classe 1975, ha girato Maternal in Argentina, dove vive e lavora da anni, affidandosi a (bravissimi) attori del luogo. Il film, parlato in castigliano, si presenta con un accattivante titolo internazionale (l’originale spagnolo era ‘hogar’ che sta per casa, focolare) e ha riscosso grande successo, soprattutto di pubblico (si sono dovute organizzare due proiezioni supplementari) e una (meritata?) Menzione speciale della giuria affiancata dall’Europa Cinemas Label.

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Piccola città

La vita quotidiana di Grover’s Corners, una cittadina immaginaria della provincia americana (New Hampshire) attraverso la storia di due famiglie, i Gibbs e gli Webb dal 1901 al 1913. Nascite, vite e morti, rappresentate in semplici gesti e momenti, accompagnano la storia d’amore di due giovani, il tutto raccontato come fosse una recita, con le vicende presentate e commentate dal personaggio del direttore di scena, per lo più estraneo ai fatti ma che a momenti vi prende parte facendo da collegamento fra un episodio e l’altro. Un classico del teatro anteguerra (Thornton Wilder) nell’emozionante versione televisiva di Silverio Blasi del 1968.

programma nazionale RAI del 22/10/1968 (1h 46′)

interpreti:
Raoul Grassilli (direttore), Mario Carotenuto (Frank Gibbs), Giuseppe Giroletti (Joe Crowell), Giulia Lazzarini (Emily), Armando Anzelmo (Howie Newsome), Edda Albertini (Yulia Gibbs), Anna Maria Alegiani (Matty Webb), Michele Malaspina (Charly Webb), Gabriele Antonini (George), Lorenza Wrolli (Rebecca), Mauro De Franceschi (Wally), Luigi Gatti (Consty Warren), Roberto Pescara (Joe Stoddard), Rina Centa (Louisa Soames), Mauro Bosco (Sam Craig), Loris Gafforio (Simon Stimson)

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Good Bye, Lenin!

1990. Nella Germania ormai unificata, Christiane (Katrin Sass), socialista di ferro, si risveglia da un coma durato mesi. Ignara dei cambiamenti e indebolita dalla malattia, la donna si crogiola in un passato che non esiste più: il figlio Alex (Daniel Brühl), con la complicità della sorella Ariane (Maria Simon), preserverà l’illusione… Finti tg, pietose menzogne, esilaranti equivoci: una commedia paradossale, stravagante e intelligente che cortocircuita Storia e storie mettendo in scena una memorabile parabola dal retrogusto amaro.


 Germania 2003 (121′)

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