The Farewell – Una bugia buona

Billi, nata in Cina e cresciuta negli Stati Uniti, ritorna insieme ai genitori nel suo paese natale per dare un ultimo saluto all’amata nonna Nai-Nai, a cui resta poco da vivere. Ma l’unica a non saperlo è… proprio la nonna… Alternando momenti sereni ad altri drammatici, Tra la sorprendente vitalità della nonna e la certezza dei profondi legami familiari The Farewell sa risultare credibile e toccante, una commedia che sa bilanciare il peso del dolore con la leggerezza degli affetti, risultando sorprendente amabile non per il soggetto ma per il tono.
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USA/Cina 2019 (98′)

GOLDEN GLOBE: miglior attrice

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La ragazza d’autunno

Leningrado, 1945. La guerra è finita ma l’assedio nazista è stato feroce e la città è in ginocchio. Iya è una ragazza bionda, timida e altissima, che ogni tanto si “blocca” per un trauma da stress. Lavora come infermiera in un ospedale e si occupa del piccolo Pashka, figlio della su amica Masha. Quando questa torna dal fronte un dramma insanabile metterà a dura prova l’esistenza delle due donne. Alla seconda regia Balagov ribadisce l’intensità estetica ed etica del suo cinema, capace di comunicare qualcosa di universale eppure rarissimo come l’empatia… 

Dylda / Beanpole
Russia 2019 (124′)

CANNES 72° – A certain regard: premio miglior regia
TORINO 37°: premio migliori attrici (Viktoria Miroshnichenko e Vasilisa Perelygina)

 TORINO – Già protagonista nel 2017 di uno dei più incredibili esordi della storia recente del cinema (quel Tesnota presentato a Cannes 2017 e insignito del premio per la miglior regia in A certain Regard e premio FIPRESCI) il giovanissimo regista russo Kantemir Balagov, 27 anni appena compiuti, ritorna quest’anno con Dylda (Beanpole per l’uscita internazionale, La ragazza d’autunno per quella italiana prevista a gennaio) confermando il talento creativo e la maturità tecnica della sua direzione (di nuovo premiato per la miglior regia a Cannes!).

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Qualcosa di meraviglioso

Nel maggio del 2011, Nura Mohammad lascia il Bangladesh con suo figlio in cerca di stabilità e speranza. Dietro di lui il resto della famiglia, davanti Fahim, 8 anni e un talento per gli scacchi. Padre premuroso e protettivo, Nura omette al figlio le violenze che agitano il loro paese e giustifica la loro partenza con la promessa di fargli incontrare in occidente un grande maestro di scacchi. Ma arrivati in Francia le cose non sono così semplici e Fahim dovrà diventare Campione di Francia per poter restare nel Paese… Una commedia dall’ottimismo fiabesco che tiene in scacco l’emozione dello spettatore grazie ad una calibrata sceneggiatura e ad un cast (Depardieu in primis) perfettamente in parte.


Fahim
Francia 2019 (115′)

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La belle époque

Victor (Daniel Auteuil) è un uomo all’antica che odia il presente digitale. Quando un eccentrico imprenditore, grazie all’uso di scenografie cinematografiche, comparse e un po’ di trucchi di scena, gli propone di rivivere il giorno più bello della sua vita, Victor non ha dubbi: sceglie di tornare a Lione il 16 maggio del 1974, quando ha incontrato Marianne (Fanny Ardant), la donna della sua vita con la quale sta vivendo un momento di crisi. Una commedia sul tempo, sentimentale e nostalgica, fin troppo accattivante, ma abbastanza malinconica e sempre divertente.

Francia 2019 (115′)

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La gomera

Un ispettore di polizia rumeno, corrotto da trafficanti di droga, è sospettato dai suoi superiori e messo sotto sorveglianza. Costretto da una femme fatale ad imbarcarsi per l’isola de La Gomera nelle Canarie, deve imparare nel minor tempo possibile il Silbo, una ancestrale lingua fischiata. Grazie a questo linguaggio segreto potrà liberare in Romania un mafioso che si trova in prigione e recuperare i milioni di euro nascosti. Ma non tutto è così semplice… La conferma di uno dei talentuosi registi del sempre sorprendente cinema rumeno che qui si inoltra nel noir, tra ilarità e paradossi. 

The Whistlers
Romania/Francia/Germania 2019 (124′)
TORINO 37° 

 TORINO – Nell’isola de La Gomera, nell’arcipelago delle Canarie esiste un linguaggio particolare, tutto fischiato, il Silbo, tradizionalmente usato dai pastori per comunicare tra loro anche a grandissime distanze.

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A White, White Day

In una piccola città sperduta in Islanda, un commissario di polizia in congedo sospetta che un uomo del posto abbia avuto una relazione con sua moglie, morta in un tragico incidente due anni prima. La sua ricerca della verità diventa ossessione. E inevitabilmente lo porta a mettere in pericolo se stesso e i suoi cari.

Hvítur, Hvítur Dagur
Islanda 2019 (124′)
TORINO 37° – miglior film

 TORINO – Il film si apre con una lunga sequenza, in cui la camera fissa inquadra una casa isolata immersa in un paesaggio deserto, in cui i cambiamenti climatici, neve, pioggia, vento, nuvole si alternano, parallelamente al progressivo restauro dell’edificio.

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El hoyo – Il buco

Un uomo decide volontariamente, per smettere di fumare, di farsi rinchiudere in una prigione verticale, fatta di piani che possono contenere solo due prigionieri ciascuno, attraverso i quali, una volta al giorno, scende una piattaforma zeppa di cibo preparato da chef gourmet. Più si sta in alto più ci si abbuffa, mentre più si scende meno cibo resta e nulla arriva ai piani più bassi. Ogni mese i detenuti vengono arbitrariamente spostati da un piano all’altro e devono misurarsi con le loro capacità di resistenza e il loro istinto di sopravvivenza.

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The Platform
Spagna 2019 (94′)
TORINO 37° – premio Scuola Holden (miglior sceneggiatura)

 TORINO – Una narrazione che, abbandonando la tradizionale orizzontalità, si sviluppa in verticale crea una situazione distopica, in cui lo spazio diventa il protagonista, il motore dell’azione.

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Il paradiso probabilmente

È la storia di Es in fuga dalla Palestina alla ricerca di una patria alternativa o di una terra che lo accolga. Si renderà conto che il suo paese d’origine lo segue come un’ombra. La promessa e la speranza di una nuova vita si trasformano rapidamente in una commedia dell’assurdo: da Parigi a New York, c’è sempre qualcosa che gli ricorda casa. Una commedia piena di satira e ironia su questi anni in cui la Palestina è diventata il mondo. Quello di Suleiman è cinema puro, puzzle di visioni poetiche piene di originalità che spiazzano e, amaramente, divertono.

It Must Be Heaven
Francia/Qatar/Ger/Can/Tur/Pal 2019 (97′)
CANNES 72°: Menzione speciale della giuria / Premio FIPRESCI

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Tutto il mio folle amore

Non è stata facile la vita di Vincent (sedici anni, autistico) affidata alle amorevoli cure della madre e del padre adottivo. Willi, il padre naturale, è un cantante girovago e una sera qualsiasi trova finalmente il coraggio di andare a conoscere Vincent e si troverà coinvolto in emozionante avventura che li porterà lungo le strade deserte dei Balcani. Tutti i protagonisti di questa storia a di umanità e speranze avranno modo di scoprirsi a vicenda… Un “feel good movie” che non ha paura di mostrarsi tale e in cui Salvatores ritrova le sue radici e si reinventa in un road movie potente ed empatico.

Italia 2019 (97′)

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