Il grande sentiero

Oklahoma, 1878. Umiliati dalle promesse non mantenute del governo americano gli ultimi Cheyenne (286!) affrontano uno stremante viaggio (3000 miglia) verso lo Yellowstone (Wyoming), la terra dei padri. Imbracceranno al bisogno le armi, guaderanno fiumi, valicheranno inaspettati confini (i binari della ferrovia) e affronteranno la fame, la neve e il gelo, fino a cercare provvisorio rifugio a Fort Robinson. In fuga dopo un ulteriore cruento massacro, l’incontro sulle colline del Dakota con il segretario all’interno apre ai superstiti l’opportunità di procedere nel loro cammino insediandosi nella riserva di Powder River: il sentiero dell’autunno di un popolo.

Cheyenne Autumn
USA 1964 (154′)

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Time

Seh-hee e Ji-woo sono una giovane coppia all’apparenza affiatata e in perfetta armonia. Lei, però, è quotidianamente pervasa dalla gelosia, e mal sopporta le occhiate del suo compagno verso altre donne. Spaventata dallo scorrere del tempo e dall’idea che lui si possa stancare del suo volto, la ragazza si convince che l’unica soluzione sia affidare il suo volto alla di chirurgia plastica…Kim Ki-duk sfiora il boom dell’estetica del bisturi e la doppia personalità. Un film sofisticato, inquietante e calibratissimo: ancora una volta la scenografia e le scelte formali assumono per il regista coreano un’importanza pari a quella dei personaggi.

Shi gan
Corea del Sud/Giappone 2006 (97′)

 – Cineasta del silenzio, Kim Ki-duk realizza con Time la sua opera più discussa. Discussa, si badi, solo internamente, nel profluvio di parole che i protagonisti si rivolgono l’un l’altro, dacché molti critici festivalieri non hanno certo dovuto confrontarsi a lungo prima di decretarla opera irrisolta di un cineasta in declino. Alla distanza, possiamo dire che si siano sbagliati.

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Poetry

Una donna vive sola con l’unico figlio, un giovane timido e asociale che trascorre il tempo chiuso in casa. Quando nella loro città viene commesso un omicidio, la polizia arresta il figlio della donna solamente perché è privo di alibi. L’avvocato della difesa non è in grado di provarne l’innocenza così toccherà alla madre indagare per contro proprio per scagionare l’amato figlio, scoprendo, tra le sue abituali frequentazioni, un mondo nascosto di intrighi e violenze… Un film che scardina convenzioni e regole per reinventare la realtà nello sguardo e nelle azioni di una donna che soffre si dispera, immersa cuore profondo (e selvaggio) della società coreana. Un ritratto di madre straziante, commosso e ambiguo.

Shi
Corea del Sud 2010 (139′)
CANNES: premio per la miglior sceneggiatura

 – A dispetto dei meritati elogi tributati a Parasite, il miglior film coreano visto in sala nel 2019 è stato piuttosto Burning – L’amore brucia, di Lee Chang-dong, che rilegge un tiepido racconto breve del giapponese Haruki Murakami allentandone gli involontari schematismi e moltiplicandone le ambiguità e le tracce senza seguito – tra le molte, la più suggestiva è certo la presunta sparizione del micio della protagonista, che si lega, nella memoria di ogni appassionato, alla fuga del felino di Philip Marlow ne Il lungo addio (Robert Altman, 1973)

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Lady Vendetta

Accusata di aver rapito e ucciso un bambino, Geum-ja Lee esce di prigione dopo tredici anni e mezzo di detenzione. Il desiderio di vendetta verso il vero assassino, il suo amante Mr. Baek, diventerà il suo unico scopo di vita. Park tratteggia qui la sua ultima parabola morale, un percorso che attraversa tutte le fasi che conducono dal peccato al riscatto. Una storia violenta e disturbante per un film memorabile: tragico e sentimentale, poetico e a tratti fanciullesco, ironicamente crudele.

Sympathy For Lady Vengeance / Chinjeolhan geumjassi
Corea del Sud 2005 (112′)
VENEZIA 62° – Concorso

 – Chiusura della Trilogia della Vendetta e sintesi dell’estetismo nel cinema di Park, Lady Vendetta raggela i furiosi istinti dei precedenti Olboy e Mr Vendetta, virando al femminile la ricognizione operata dal regista intorno alla più atavica delle pulsioni umane. Lo sguardo di Geum-ja che, uscita dal carcere dopo tredici anni di ingiusta detenzione, si fissa in camera e ne oltrepassa l’obiettivo per congiungersi col nostro e intrappolarci all’istante nella rete di un principio morale che scopriremo essere assoluto, declina sin da subito le modalità di una rivalsa che muove da un calcolato schema.

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Madre

Una donna vive sola con l’unico figlio, un giovane timido e asociale che trascorre il tempo chiuso in casa. Quando nella loro città viene commesso un omicidio, la polizia arresta il figlio della donna solamente perché è privo di alibi. L’avvocato della difesa non è in grado di provarne l’innocenza così toccherà alla madre indagare per contro proprio per scagionare l’amato figlio, scoprendo, tra le sue abituali frequentazioni, un mondo nascosto di intrighi e violenze… Un film che scardina convenzioni e regole per reinventare la realtà nello sguardo e nelle azioni di una donna che soffre si dispera, immersa cuore profondo (e selvaggio) della società coreana. Un ritratto di madre straziante, commosso e ambiguo.

Madeo
Corea del Sud 2009 (128′)

 – Una donna avanza solitaria in un campo di grano. Si guarda attorno, come turbata, poi comincia a danzare al ritmo di una musica che le si insinua nella mente e che la magia del cinema le consente di condividere con noi. La ritroveremo, dopo oltre due ore di racconto, a danzare con grazia sbilenca su un autobus assieme ad altri viaggiatori, ma, sebbene stavolta la musica sia reale, la malinconica fissità di uno sguardo al limite della monomania ci farà temere che quel ballo inquieto possa d’un tratto tramutarsi in una sconnessa danza sul precipizio della follia..

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They Shall Not Grow Old – Per sempre giovani

In occasione del centenario della fine della Prima guerra mondiale, il regista de Il signore degli anelli realizza uno dei più grandi e rivoluzionari documentari sulla Prima guerra mondiale: impiegando tecnologie all’avanguardia nel rimettere mano a filmati e audio d’archivio vecchi più di un secolo, Jackson rende omaggio agli uomini che hanno vissuto in prima persona la Grande Guerra.

Gran Bretagna 2018 (99′)

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Picciridda – Con i piedi nella sabbia

Anni ’60, isola di Favignana. Lucia, una bambina di 11 anni, è stata lasciata in custodia alla nonna Maria dopo che i genitori sono stati costretti a migrare in Francia per cercare lavoro. Sull’isola la piccola non può però frequentare la famiglia della prozia, sorella della nonna, che non sono in buoni rapporti. Lucia pur considerando Maria severa e anaffettiva non capisce cosa o chi abbia fatto crescere tanto astio tra loro. Non sa che il segreto di sua nonna non è altro che un tentativo di proteggerla… La storia “al femminile” del romanzo di Catena Fiorello è trasposta in un racconto cinematografico scarno, fatto di silenzi e di emozioni represse, incastonato nella natura impervia di una terra piena di luci abbaglianti e di ombre profondissime.

Italia 2019 (95′)

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