She Wore a Yellow Ribbon

La canzone è l’inno ufficiale della Cavalleria degli Stati Uniti, anche utile per mantenere la cadenza di marcia. Il testo si basa sulla tradizione di un nastro giallo associato a coloro che aspettano il ritorno di una persona cara, un pegno simbolico per mantener un legame con l’amore lontano. Il traditional originale è del XVIII … Leggi tutto

Il buco in testa

Maria S. vive vicino al mare, in provincia di Napoli. Ha un lavoro precario, nessun amore. Una madre praticamente muta. Quarant’anni prima, un militante dell’estrema sinistra ha ammazzato suo padre, vicebrigadiere di polizia poco più che ventenne, nel corso di una manifestazione politica. Maria è nata due mesi dopo. Un giorno apprende che l’omicida del padre ha un nome, un volto, un lavoro. Ha scontato la sua pena e vive a Milano. «Adesso so chi odiare», pensa Maria. Si tinge i capelli e prende un treno veloce per andare a incontrarlo. Ha con sé una pistola.

Italia 2020 (95′)

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Minari

Anni Ottanta. Una famiglia di immigrati sudcoreani si trasferisce dalla California all’Arkansas nella speranza di migliorare il loro complicato tenore di vita. Le tensioni tra i genitori non aiutano l’integrazione del piccolo David e di sua sorella, ma l’arrivo della nonna dalla Corea per aiutarli potrebbe appianare le divergenze famigliari… Stile classico e cast straordinario per un intenso racconto di formazione.

USA 2020 (115′)
OSCAR 2021: miglior attrice non protagonista

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In the Mood for Love

Tra il signor Chow e la signora Chan vicini di casa, si insinua il sospetto che i rispettivi coniugi siano amanti. Tra i due nasce un rapporto di complicità sempre più intimo che sfocia in un amore impossibile da consumare ma destinato a segnare le loro vite. Una narrazione dilatata che privilegia le ellissi, immagini reiterate con immensa eleganza, un sottofondo musicale avvolgente. Un capolavoro senza tempo.

Hong Kong 2000 (98’)
CANNES 53° – Premio miglior attore

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Rio Bravo

1889, Texas. Nell’avamposto ai confini del Messico il tenente colonnello Kirby Yorke è in difficoltà nel contenere la furia degli Apache che, dopo le scorribande, si rifugiano oltre il Rio Grande, fuori dal territorio di competenza dell’esercito americano. In più si trova spiazzato nel dover gesture l’arrivo al forte del figlio Jeff (soldato semplice visto che non ha passato gli esami a West Pont), nonché della moglie Kathleen che vorrebbe ottenere per il ragazzo il congedo (da quell’esercito che, da 15 anni, le ha già rubato il marito). Dopo uno scontro in cui gli indiani riescono a liberare il loro capo, al forte la vita procede regolare, tra il vivace addestramento delle reclute e le folcloristiche esibizioni del coro della guarnigione, che rendono omaggio alla signora York e al generale Sheridan giunto con l’intenzione di convincere Yorke ad inseguire gli Apache anche fuori dalla sua circoscrizione. Tutto viene però sovvertito dall’azione improvvisa dei pellerossa che attaccano un convoglio diretto a Fort Bliss e rapiscono i bambini; ma alla fine Yorke, supportato dall’intervento di alcuni reclute che mettono in salvo i bambini imprigionati in un villaggio messicano, guida l’attacco e riesce sgominare gli Apache. Tornerà in barella colpito da una freccia e, ad accoglierlo, troverà le premurose cure di Kathleen. I due saranno fianco a fianco per la celebrazione della vittoria nella quale gli eroici protagonisti verranno decorati da Sheridan, al suono immancabile di Dixie.

 

Rio Grande
USA 1950 (105′)

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Il massacro di Fort Apache

1864. Territorio del New Mexico. Fort Apache, avamposto ai confini della riserva Apache, vede l’arrivo del colonnello Thursday, accompagnato dalla giovane figlia Philadelphia, e del tenente tenente O’Rourke fresco di nomina. Thursday vi è stato destinato dopo un “siluramento” dai parte dei superiori, O’Rourke ha scelto Fort Apache perché è lì che suo padre è di stanza come sergente maggiore. È immediato il feeling tra il tenentino e Philadelphia mentre scende il gelo tra la guarnigione e l’altezzoso colonnello che solidarizza a fatica con il il capitano Sam Collingwood, suo ex compagno d’armi ora in attesa di trasferimento, e che si scontra ben presto col capitano York, in aperto disaccordo sia riguardo le tattiche militari sia per l’atteggiamento verso le tribù indiane. L’atmosfera di solidale cameratismo del Forte ben presto si incrina: Thursday osteggia la relazione sentimentale tra i due giovani, partecipa con tono arrogante alla tradizionale festa danzante degli ufficiali e, bramoso di gloria, non mantiene fede all’accordo di pace che York è riuscito a stipulare con Cochise conducendo così il suo reggimento al massacro. Anni dopo, ai cronisti giunti a Fort Apache, York che, sopravvissuto è stato promosso colonnello, vorrà comunque rendere omaggio al sacrificio di Thursday tanto da elevarlo, per l’onore della cavalleria, al rango di eroe nazionale.

 

Fort Apache
USA 1948 (125′)

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Alida

Un omaggio emozionante ad una personalità indimenticabile, un docufilm ricco di testimonianze e ricostruito anche grazie ai suoi diari. Un labirinto di immagini, personaggi, parole, frasi e ricordi, un dedalo di strade che si aprono in un racconto che appassiona ed emoziona, modificando attraverso il fascino del cinema la percezione del presente.

Alida Valli: In Her Own Words
Italia 2020 (104′)

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Mank

California, 1940. lo sceneggiatore alcolizzato Herman J. Mankiewicz, temporaneamente infermo, si isola nel mezzo del deserto per dar vita allo script commissionato da Orson Welles per la realizzazione di Quarto Potere.

USA 2020 (131′)
OSCAR 2021: miglior fotografia e miglior scenografia

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