Goodbye Julia

Sudan, poco prima della guerra di secessione. Mouna, donna benestante di Karthoum, provoca involontariamente la morte di un giovane uomo del Sud e, distrutta dal senso di colpa, assume come domestica sua moglie Julia, ignara dell’accaduto, accogliendola in casa con il figlio Daniel. Un rapporto di improbabile e inconsapevole complicità si innesca tra le due donne, in un crescendo che finirà per cambiare per sempre le vite di entrambe.

Wadaean Julia
Sudan/Svezia/Germania/Arabia S./Francia/Egitto 2023 (120’)
 

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Ainda estou aqui

Brasile, inizio anni Settanta. Mentre il paese si trova nella morsa sempre più stretta della dittatura militare, la vita di una famiglia viene distrutta quando il padre, un ex deputato, viene portato via per essere interrogato in circostanze misteriose. La moglie sarà costretta a reinventarsi e lottare per i suoi figli e per il suo paese.

Brasile/Francia (135′)

VENEZIA – L’avevamo perso di vista dal 2012, il brasiliano Walter Moreira Salles, dopo la non certo memorabile riduzione cinematografica del capolavoro di Jack Kerouac On the Road (impresa d’altra parte difficilissima e mai infatti tentata da nessuno precedentemente). Ma era pur sempre il regista de I diari della motocicletta, sulla traversata sudamericana di Che Guevara, e soprattutto l’autore di Central do Brasil, Orso d’oro a Berlino nel ‘99, miglior film straniero agli oscar dell’anno seguente e film seminale della recente retomada del cinema brasiliano. È tornato adesso in concorso a Venezia 81 con Ainda estou Aqui, fedelmente tratto dal libro omonimo di Marcelo Rubens Paiva, suo amico e coetaneo, e reale protagonista della vicenda narrata.

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Cloud

Ryōsuke Yoshii lavora in una piccola fabbrica e fa qualche soldo in più come rivenditore sotto lo pseudonimo di “Ratel”. Tratta attrezzatura medica, borsette, oggettistica… Tutto ciò che può rivendere per ricavarne un profitto. Compri al ribasso, vendi al rialzo: tutto qui. Muraoka, che gli ha insegnato i trucchi del mestiere quando erano compagni ai tempi del college, gli fa una proposta potenzialmente redditizia, ma lui rifiuta e continua con la sua discutibile attività. Si fida solo del suo conto in banca che continua ad aumentare. Rifiuta categoricamente anche una promozione e si dimette all’improvviso dopo tre anni di lavoro. Affitta una casa sul lago fuori città, sia per viverci sia per trafficarci, e inizia una nuova vita con la sua ragazza, Akiko. Con l’aiuto di Sano, un giovane locale assunto come aiutante, il suo business pare andare a gonfie vele, finché intorno a lui non iniziano a verificarsi inquietanti episodi uno dopo l’altro. Una spirale negativa di animosità si trasforma in una folla impazzita di dimensioni sconosciute. Il suo obiettivo è Yoshii, la cui inconsapevole esistenza viene rapidamente fatta a pezzi….

 

Giappone (124′)

VENEZIA – Il cloud è un luogo di archiviazione dei dati, che si appoggia a una serie di server remoti ospitati su internet. Uno spazio astratto in cui si muovono fantasmi digitali con i quali il mondo contemporaneo interagisce quotidianamente e, dunque, luogo d’elezione per nutrire quegli incubi della modernità che da sempre popolano il cinema di Kyioshi Kurosawa.. 

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Diciannove

Palermo, 2015. Leonardo, 19 anni, lascia la città natale per raggiungere la sorella a Londra e iniziare gli studi di Business. Tuttavia, l’entusiasmo iniziale presto svanisce. Inquieto, si iscrive d’impulso all’Università di Siena per studiare letteratura. Ma anche qui, molla il corso e decide di immergersi da solo nello studio dei testi di “bella lingua” italiani. Sarà un anno accademico di solitudine, sporadica e strana socialità e confronti generazionali. Un anno dopo, Leonardo è a Torino, dove incontra un uomo, semi-conoscente di famiglia, con cui avrà un confronto più diretto del solito.

Italia/UK 2024 (109′)

VENEZIA – Diciannove, di Giovanni Tortorici, assomiglia molto a quei film di cui ci si augurava da tempo la venuta: semplice, personale, sincero. A gettare uno sguardo sul panorama cinematografico della penisola, si vede bene come l’antica litania che ne lamentava l’imminente sfacelo a suon di commedie e cinepanettoni sia ormai acqua passata. La verità è che il cinema italiano si è scoperto negli ultimi lustri – più che semplicemente serio – assai serioso, declinando i suoi vizi nella direzione di una drammaticità insistita e formalmente artefatta, che sembra non abbandonarlo neppure nelle sue manifestazioni più squisitamente di genere (o, meglio, dell’unico genere esterno alla commedia che sia oggi unanimemente accettato e sostenuto dall’industria, vale a dire il poliziesco). Quel che manca non sono allora giovani registi che sappiano svecchiare forme ormai desuete, ma autori capaci di uscire dal perimetro di schemi narrativi e modi di visione che rischiano di farsi stantii. 

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Youth – Homecoming

Con l’avvicinarsi delle vacanze di Capodanno i laboratori tessili di Zhili sono quasi deserti. I pochi dipendenti rimasti sono in disperata attesa dello stipendio per pagarsi il viaggio di ritorno a casa. Dalle rive del fiume Yangtze alle montagne dello Yunnan, tutti festeggeranno nelle proprie città natali e celebreranno i rituali di prosperità con la famiglia. Per Shi Wei questa è anche l’opportunità di sposarsi, come per Fang Lingping. Il marito, ex tecnico informatico, dovrà seguirla a Zhili dopo la cerimonia. Imparare è difficile, ma ciò non ostacola l’avvento di una nuova generazione di lavoratori.

Francia/Lussemburgo/Paesi Bassi 2024 (152′)

VENEZIA – La prima immagine ufficiale della storia del cinema è quella di una fabbrica. In quel 1985 che cambiò per sempre la storia dell’arte e introdusse il pubblico a quella che di lì a poco sarebbe divenuta la società dello spettacolo novecentesca, la macchina da presa fu puntata da Auguste e Louis Lumière sul numero 25 di rue Saint Victor, immortalando a imperitura memoria il gruppo di operai intenti a sciamare fuori dai cancelli dell’officina al termine dell’orario di lavoro. Il film – della durata di quarantacinque secondi – è conosciuto come L’uscita dalle officine Lumière (La Sortie Des Usines Lumière, 1985), ma da quel giorno di fine Ottocento il cinema sembrò disinteressarsi delle fabbriche, che non furono più vere protagoniste del mondo di celluloide se non sporadicamente, principalmente per il tramite delle incursioni della macchina da presa di Jean-Luc Godard dalla metà degli anni Sessanta in poi – da Un Film Comme Les Autres (1968) sino al memorabile frammento industriale di Nouvelle Vague (1990).. 

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Paris, Texas

Ritrovato mentre vagava nel deserto solo e disidratato, il vagabondo Travis viene ricondotto a Los Angeles dal fratello Walt. Qui rincontra il figlioletto Hunter, abbandonato anni prima, e viene a sapere che sua madre, l’ex moglie Jane, dalla cui separazione non si è mai più ripreso, ogni mese deposita per il bambino una somma di denaro in una banca di Houston. Preso con sé il figlio, Travis parte alla ricerca della moglie e la trova in un peep-show del Texas, dove la donna si prostituisce. Fattosi riconoscere da Jane, chiarisce con lei le ragioni del loro amore finito e le riconsegna il piccolo Hunter, prima di ripartire ancora una volta solo…

USA 1984 (147′)
CANNES 37° – Palma d’Oro

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Stop Making Sense

La performance dei Talking Heads al Pantages Theater di Hollywood filmata da Jonathan Demme (1983) è un film-concerto in cui la regia sorprende con la stessa follia creativa con cui il frontman David Byrne, anima rock eccentrica e difficilmente inquadrabile, si dona alla macchina da presa. Un’opera musicale incredibile.

USA 1984 (88′)

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La stanza accanto

Martha, ex reporter di guerra affetta da un tumore all’ultimo stadio, chiede alla sua amica Ingrid, affermata scrittrice che non vedeva da tempo, di starle vicino nel momento in cui deciderà di porre fine alla sua sofferenza. La dolorosa vicinanza porterà le due donne a conoscersi meglio e ad affrontare il vivere di ognuna con più forza d’animo e consapevolezza.

The Room Next Door
Spagna (107′)
VENEZIA 81° – Leone d’Oro

VENEZIA – All’apice di un percorso artistico durato quasi mezzo secolo (43 film, ma senza aver mai vinto un festival maggiore) Pedro Almodóvar porta in concorso a Venezia il suo primo lungometraggio in lingua inglese The Room Next Door, liberamente tratto dal romanzo What are we going through della scrittrice americana Sigrid Nunez.

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Panorami sommersi: le origini di Venezia

Un emozionante viaggio alla scoperta di com’era Venezia prima di Venezia. Un film documentario che indaga i mondi e le storie sommerse legate alle affascinanti realtà archeologiche che si celano nella Laguna di Venezia. Un’esperienza unica per vivere la Laguna di Venezia attraverso i racconti autentici di uomini che hanno saputo guardare oltre l’orizzonte.

Italia 2024 (50′)
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Joker: Folie à Deux

Joker: Folie à deux vede Arthur Fleck internato ad Arkham, in attesa di processo per i suoi crimini nelle vesti del Joker. Alle prese con la sua doppia identità Arthur non solo si imbatte nel vero amore, ma scopre anche la musica che ha sempre avuto dentro di sé.

USA 2024 (138′)

VENEZIA – Per comprendere a fondo la natura e la ventura di questo Joker: Folie à deux, nonché per indagarne con piglio critico le ragioni, è bene partire dal contesto produttivo in cui ha visto la luce. Nel 2019 Joker, di Todd Phillips, venne presentato in concorso al festival di Venezia. Salutato da alcuni come gesto avanguardista e deliziosamente impertinente dei selezionatori, l’ospitare in concorso un film supereroistico – nell’epoca del trionfo del genere – alla kermesse cinefila più attesa del mondo (assieme a quella cannense) è gesto che venne allo stesso tempo da altri preventivamente derubricato a imperdonabile cedimento ai simulacri di un cinema mediocre e massificato. La giuria accolse l’ipotesi avanguardista e premiò il film col Leone d’oro, creando un decisivo precedente e accogliendo, di fatto, l’opera di Phillips nel novero del cinema d’autore.

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