C’era una volta in Bhutan

Regno del Bhutan, 2006. La modernizzazione è finalmente arrivata. Divenuto l’ultimo paese al mondo a connettersi a Internet e alla televisione, ora è la volta del cambiamento più grande: il passaggio dalla monarchia alla democrazia. Per insegnare alla gente a votare, le autorità organizzano una finta elezione, ma gli abitanti del posto non sembrano convinti… In viaggio nelle zone rurali del Bhutan, dove la religione è più popolare della politica, il supervisore elettorale scopre che un monaco sta organizzando una misteriosa cerimonia per il giorno delle elezioni.

The Monk and the Gun
Taiwan/Francia/USA/Hong Kong/Bhutan 2023 (107′)

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Un paese ci vuole – Zavattini, Luzzara e il PO

Grazie alle voci di alcuni abitanti di Luzzara, le parole e il mondo poetico di Zavattini rivivono insieme alla “mitologia” nata intorno a Luzzara, divenuto “Il Paese”, testimonianza di una emergenza ambientale, delle ferite e della fragilità del Fiume Po che il riscaldamento globale e la siccità stanno inesorabilmente trasformando.

Italia 2024 (70′)

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Sentieri selvaggi

Texas, 1868. A tre anni dal termine della guerra di secessione Ethan Edwards torna a casa. Lo accolgono il fratello Aaron, la cognata Martha (che prova per lui un tormentato affetto), le loro due figlie Lucy e Debbie, il figlio minore Ben e il figlio adottivo Martin, un mezzo-sangue Cherokee. Già il giorno seguente Ethan si rimette però in sella, seguito da Martin, per accompagnare il capitano-reverendo Clayton e i suoi sulle tracce di una banda di Comanche, razziatori di bestiame. Troppo tardi si rendono conto che l’incursione era un pretesto per attirarli lontano dalle loro abitazioni. Sul far della notte gli indiani, guidati dal capo Scar, piombano sulla casa degli Edwards, trucidando la famiglia e rapendo le ragazze. Scoperto il massacro il gruppo riprende l’inseguimento dei Comanche ma, dopo essere sfuggiti a un’imboscata, la maggior parte degli uomini decide di rinunciare. Solo Ethan, Martin e Brad Jorgensen, il fidanzato di Lucy, non demordono e arrivano, di lì a poco, a ritrovare il corpo di Lucy uccisa e seviziata: Brad, impazzito dal dolore, si lancia in un attacco suicida. Ethan, che è spinto da un un cieco odio per i Comanche, continua con Martin la caccia… Dopo due anni di lunghi e infruttuosi spostamenti dal sud-ovest al nord degli Stati Uniti, i due fanno una tappa a casa dove Martin ritrova l’amata Laurie (Jorgensen), ma subito una nuova traccia (un lembo del vestito di Debbie) li induce a riprendere le ricerche. Diventa così una continua peregrinazione quella dei due searchers tra brulle praterie e colline innevate, cadenzata da agguati (ma chi vorrebbe derubare Ethan ci lascerà la pelle), momenti sereni (dopo una trattativa commerciale con gli indiani Martin si ritrova sposato a una squaw), un vano incontro con alcune donne bianche liberate dall’esercito e un drammatico colpo di scena: riusciti a raggiungere alfine l’accampamento di Scar, trovano lì Debby la quale però, ormai adolescente e sposata proprio al capo Comanche, non vuole lasciare la sua nuova realtà. L’istinto di Ethan è quello di ucciderla, ma viene ferito dagli indiani e lui e Martin devono ingaggiare un’aspra battaglia per riuscire a cavarsela. Quando tornano in Texas sono passati ormai cinque anni e arrivano proprio nel giorno in cui Laurie, che aveva perso le speranze nell’amore di Martin, sta per convolare a nozze con il postino Charlie McCorry. Il loro arrivo manda all’aria la cerimonia, Martin non sa trattenere il suo affetto per Laurie e tra lui e Charlie scoppia una inevitabile rissa. Ma il nuovo snodo narrativo arriva con la notizia, portata dal vecchio Mose Harper, che la tribù di Scar è accampata nelle vicinanze. Martin riesce introdursi nottetempo nel campo indiano, ammazza Scar e convince Debbie a fuggire prima che Clayton e i suoi sferrino l’attacco. Quando poi Ethan raggiunge Martin e Debbie la sua intenzione è di uccidere la ragazza, ma all’ultimo ci ripensa e la stringe tra le braccia. Al ritorno dagli Jorgensen, Martin ritrova ad aspettarlo la sua Laurie, ma per Ethan non esiste risocializzazione. La porta si chiude lasciandolo solo, ad incamminarsi nella prateria.

The Searchers
USA 1956 (119′)

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E la festa continua!

Rosa è il cuore e l’anima del quartiere popolare nella vecchia Marsiglia. Divide la sua energia strabordante tra la sua famiglia numerosa e il suo lavoro da infermiera. Quando due edifici nel cuore della città crollano portando morte e devastazione Rosa decide di impegnare la sua grande energia a favore dei più svantaggiati, ma all’avvicinarsi della pensione, le sue illusioni cominciano a vacillare… Serviranno la vitalità dei suoi cari e l’incontro con Henri, per rendersi conto che non è mai troppo tardi per realizzare i propri sogni, sia politici che personali.

Et la Fete Continue!
Francia/Italia 2023 (106′)

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Tatami – Una donna in lotta per la libertà

Il racconto della corsa verso il titolo mondiale di Leile, una judoka iraniana che si troverà a dover fronteggiare non solo avversari di rango ma anche l’ottusità della federazione del suo paese che vuole evitare la possibilità di un ippon con la concorrente israeliana. Da emozionate percorso sportivo Tatami si trasforma in un ansioso dramma politico e anche qui il bianco e nero gioca a favore di un impatto visivo e narrativo davvero coinvolgente..

Iran 2023 (105′)

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Toxicily

All’ombra della splendida Siracusa batte il cuore di uno dei più grandi complessi petrolchimici d’Europa. A settant’anni dall’arrivo delle prime raffinerie, questo territorio sembra essere stato abbandonato a sé stesso e all’inquinamento del cielo, della terra e del mare.

Francia/Italia 2023 (75′)
Festival dei Popoli – menzione speciale

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Sterben

Germania 2024 (180′)
BERLINALE 70° – Orso d’argento per la miglior sceneggiatura

BERLINO – Occorre non lasciarsi fuorviare dal titolo: Sterben (Dying in inglese, Morire in italiano) non è in realtà una meditazione sulla morte bensì sul vivere, sulle difficoltà e le tragedie che costellano l’esistenza di tutte le famiglie, in vari modi e a vari livelli, dalla nascita appunto alla morte. Nulla ci viene risparmiato: cancro, demenza senile, alcolismo, depressione, suicidio. E tuttavia quello presentato a Berlino dal regista tedesco Matthias Glasner è, per tutte le sue tre ore di durata, un film toccante, avvincente, complesso, denso di richiami e significati profondi. Non per niente premiato con l’Orso d’argento per la migliore sceneggiatura.

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My Favorite Cake

Keyke mahboobe man
Iran/Francia/Svezia/Germania 2024 (97′)

BERLINO – Ci risiamo. Tutto secondo una ormai consolidata tradizione. Non serve che per ben tre volte in tempi recenti la cinematografia iraniana si sia aggiudicato il Golden Bear neache sia l’unica arte a dar lustro a livello internazionale a questo sciagurato paese. Anche stavolta a Maryam Moghaddam e Behtash Sanaeeha, registi del delizioso My Favorite Cake, miglior film del concorso secondo noi, vengono dallo ottuso regime teocratico ritirati i passaporti e rischiano di finire sotto processo. E naturalmente mai l’opera verrà distribuita nelle sale cinematografiche del paese.

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La cocina

USA 2024 (139′)

BERLINO – Liberamente tratto dalla piece teatrale The Kitchen di Arnold Wesker, uno degli ‘angry young men’ che alla fine degli anni ‘50 rivoluzionarono la scena inglese, La cocina di Alonso Ruiz, è senz’altro uno dei film più interessanti passati a Berlino quest‘anno. Il regista, qui al suo esordio in lingua inglese (facile da pensarsi come un primo passo verso un futuro Hollywoodiano, sull’esempio dei suoi connazionali Inarritu, Quaron e Del toro), non è peraltro nuovo al circuito festivaliero. Ricordiamo, qualche anno fa in concorso proprio qui a Berlino, il film Museo con Gabriel Garcia Bernal, e soprattutto ancora prima Gueros, appassionante ritratto in bianco e nero della gioventù universitaria di Città del Messico durante le fatidiche Olimpiadi del 1968.

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