Shuji è un giovane regista giapponese che ama il cinema dei maestri e vuole a tutti i cosi realizzare il suo film. Quando si trova a dover ripagare ad una banda yakuza un debito “ereditato” del fratello (giustiziato dagli strozzini stessi) trova un espediente “estremo” per racimolare il denaro necessario: decide di trasformarsi in punchball a pagamento per coloro che vogliono allenarsi a tirare pugni nel bagno della palestra della yakuza. Sarà lprprio l’amore per il cinema a degli la forza di sopravvivere… La sua prova è estenuante ed altrettanto lo è quella dello spettatore, ma il “premio” per entrambi ha una forza cinefila straordinaria.
Giappone 2011 – 2h 12′
VE VENEZIA – Quella raccontata dal cinema di Amir Naderi è un’ossessione. Anche senza aver visto tutta la sua filmografia (sedici lungometraggi, una buona parte girata in Iran, tre a formare una trilogia newyokese) si può far riferimento al terzo capitolo della trilogia (Marathon – Enigma a Manhattan) per disvelare un immaginario (in bianco e nero) cadenzato dallo sferragliare dell’underground, da quei quasi cento cruciverba che devono essere risolti entro una giornata. O a quel Vegas: Based On a True Story, presentato tre anni fa in concorso qui a Venezia, con un cromatismo quasi sciatto, “impolverato” quanto il suo protagonista che riduce il giardino di casa ad un ammasso desertico nella paranoica ricerca di un improbabile tesoro che possa ridare un equilibrio, almeno economico, alla famiglia.