My Name is Emily



Emily, una adolescente in affidamento a Dublino, viene iscritta in una nuova scuola; la ragazza è insoddisfatta, e sente fortemente la mancanza del padre, Robert, un eccentrico autore di best-seller, che, dopo la morte della moglie, ha avuto una crollo ed è finito in una clinica. Il giorno del suo sedicesimo compleanno, Emily, accompagnata dal suo nuovo amico Arden, decide di partire per “liberare” suo padre dall’istituto psichiatrico in cui è rinchiuso. Inizia così un viaggio che attraversa l’Irlanda e che la porterà a scoprire se stessa e i valori dell’amicizia e degli affetti familiari. Un film dal tocco delicato che apre uno sguardo di sincera empatia al mondo adolescenziale, ai rapporto tra genitori e figli, alla sensibilità dei rapporti d’amicizia e ai sentimenti dei giovani.

 

 

 

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L’altra metà della storia


Tony Webster, divorziato e ormai in pensione, conduce una vita solitaria e relativamente tranquilla. Un giorno viene a sapere che la madre della ragazza con cui stava ai tempi dell’università, Veronica, gli ha lasciato, nelle sue volontà testamentarie, il diario tenuto dal suo migliore amico dell’epoca – che si era messo con Veronica dopo che lei e Tony si erano lasciati. Il tentativo di recuperare il diario, ora nelle mani di una Veronica più anziana, ma egualmente enigmatica, lo costringe a rivisitare i suoi ricordi degli anni giovanili, a riscoprire verità scomode, ad affrontare le proprie responsabilità di azioni e gesti del passato. Più essenziale del libro da cui è tratto, ma altrettanto riuscito: una recitazione appassionata di due interpreti perfetti, una regia apparentemente compassata per un’esplosione sconvolgente di ricordi. 

 

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La villa

In una pittoresca villa affacciata sul mare di Marsiglia tre fratelli si ritrovano attorno all’anziano padre: Angela fa l’attrice e si è trasferita a Parigi, Joseph è un aspirante scrittore innamorato di una ragazza che ha la metà dei suoi anni, e Armand, l’unico a vivere ancora in paese, gestisce il piccolo ristorante di famiglia. Il tempo passato insieme è l’occasione per fare un bilancio, tra ideali ed emozioni, aspirazioni e nostalgie. Finché un arrivo imprevisto, dal mare, porterà scompiglio nelle vite di tutti. Un racconto fuori dal coro del pessimismo e della chiusura sociale riaffermando il coraggio dell’accoglienza e la necessità di accordare la propria vita col prossimo.

Francia 2017 – 1h 47′

 VENEZIA – Si è sempre detto nella critica artistica e letteraria che il grande autore scriva (o filmi, o dipinga) sempre la stessa cosa, o ancora che ogni storia sia sempre in qualche modo autobiografica (in fondo si può parlare solo di ciò che si conosce). Questo vale senz’altro per il regista francese Robert Guediguian, il quale nel corso di una carriera quasi quarantennale (in Francia è in vendita un cofanetto con trentasei suoi film, la maggior parte mai usciti in Italia, con alcune eccezioni tra cui il recente Le nevi del Kilimanjaro) mai si è scostato da questa regola. .

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L’incredibile vita di Norman

 

Norman è un navigato affarista di New York alla disperata ricerca di attenzioni e amicizie che possano cambiargli la vita. La sua è una corsa continua a soddisfare i bisogni degli altri nella speranza di trovare un giorno rispetto e riconoscimento da sempre desiderati. Quando viene eletto Primo Ministro un uomo a cui anni prima Norman aveva fatto un favore, quel giorno che tanto aveva desiderato sembra finalmente arrivato… Un film le cui radici affondano nella storia della cultura ebraica e nella letteratura e che trova in Richard Gere un interprete straordinario per rendere credibile e appassionante l’odissea di colui che, mettendo il proprio talento al servizio di un potente, si ritrova poi vittima di invidie e ostilità.

 

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120 battiti al minuto

 

Inizio anni Novanta. L’AIDS sta uccidendo da quasi dieci anni e gli attivisti di Act Up-Paris decidono di moltiplicare le loro azioni per sconfiggere l’indifferenza generale. Nathan, un nuovo arrivato nel gruppo, viene ben presto sconvolto dalla radicalità di Sean, un ragazzo che sta consumando le sue ultime forze per le battaglie dell’associazione. L’argomento è ingrato, ma il regista Campillo lo giostra con sensibilità e pudore. La parte corale, davvero straordinaria, è interpretata dai giovani attori con un’energia e una partecipazione ammirevoli e i dettagli di un’intimità che è condivisione di dolore assurgono a momenti di pura emozione. Una docu-fiction che con un’unica freccia passa dal cervello al cuore.

GRAND PRIX AL 70° FESTIVAL DI CANNES (2017)

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The Third Murder

Sandome no satsujin
Giappone 2017 – 2h 4′

 VENEZIA – Negli ultimi anni anche il pubblico italiano sta imparando a familiarizzare con Hirukazu Kore-eda, un cineasta conosciuto in Occidente già da una ventina d’anni con Afterlife (1998). La distribuzione di Father and Son (2013), Little Sister (2015) e Ritratto di famiglia con tempesta (2016) ha consentito a questo autore giapponese di crearsi una piccola nicchia di pubblico anche nelle nostre sale, dopo che i suoi primi lavori hanno trovato sbocco soprattutto nei nostri festival e reti televisive. .

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La forma dell’acqua – The Shape of Water

America, anni ’60, sullo sfondo della Guerra Fredda. Elisa, che a causa del suo mutismo, si sente intrappolata in un mondo di silenzio e solitudine, lavora come addetta alle pulizie in un segretissimo laboratorio governativo. È lì che, con la sua collega Zelda, si imbatte in un misterioso esperimento: una creatura squamosa dall’aspetto umanoide, tenuta in una vasca sigillata piena d’acqua. Elisa si avvicina sempre di più al “mostro”, costruendo con lui una tenera complicità che sconvolgerà i piani dei i suoi superiori e la sua esistenza. Il mostro della laguna nera si trasforma nel principe azzurro, e la favola di Cenerentola in chiave dark si dimostra un atto d’amore verso il cinema. Un film visionario, romantico, che rimane impresso negli occhi e nel cuore.

USA 2017 – 1h 59′

OSCAR 2018
miglior film
miglior regia
: Guillermo del Toro
miglior scenografia
: Paul D. Austerberry, Shane Vieau e Jeff Melvin
miglior colonna sonora
: Alexandre Desplat

 VENEZIA – The Shape Of Water è senza dubbio una delle pellicole più cinefile viste in concorso al Lido. Ambientato nell’America degli anni ‘Sessanta, la stessa che si nascondeva dietro apparenze color pastello nel Suburbicon di George Clooney, racconta la favola di Elisa (la dolcissima Sally Hawkins), una giovane donna incapace di parlare che lavora come addetta alle pulizie in una struttura governativa, e del suo incontro con la misteriosa creature tenuta nascosta nel blindatissimo laboratorio che è incaricata di sistemare assieme all’amica Zelda (interpretata da una spumeggiante Octavia Spencer).

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Caniba

Francia 2017 – 1h 30′

 VENEZIA – “Il cannibalismo è più vicino alla condizione umana di quanto la maggior parte di noi voglia credere, sia per le molte analogie con la sessualità e la spiritualità, sia perché ha riguardato tutta l’umanità, durante la sua storia ed evoluzione.” Con queste parole i registi Véréna Paravel e Lucien Castaing-Taylor commentano il loro ultimo lavoro, presentato nella sezione Orizzonti dove ha vinto il premio speciale della giuria.

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Suburbicon

Anni 50. A Suburbicon, città-modello linda e tranquilla, vive Gardner Lodge con la moglie Rose (paralizzata in seguito ad un incidente), il figlio Nicky e la sorella gemella di Rose, Margaret che amorevolmente li accudisce. A turbare la comunità è l’arrivo nella villetta accanto di una coppia di colore, i Meyers, con un bambino dell’età di Nicky. A spezzare la pace in casa Lodge è l’irruzione di due malviventi che stordiscono con il cloroformio, uccidendo Rose… La black-comedy diretta da George Clooney (da una vecchia storia dei fratelli Coen) nasconde sotto l’apparenza idilliaca un’implacabile ferocia, dipingendo il meglio e il peggio dell’umanità nelle azioni della gente comune.

USA 2017 – 1h 44′

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First Reformed

USA 2017 – 1h 48′

 VENEZIA –  Paul Schrader è preoccupato per l’America e si sente. Nel suo film candidato alla 74° Mostra del cinema di Venezia, First Reformed, il peso dell’angoscia è avvertibile fin dalle prime inquadrature e si concretizza nella crisi spirituale di un ex cappellano militare interpretato da Ethan Hawke.

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