Sully


Il 15 gennaio del 2009, il mondo assiste al “Miracolo sull’Hudson” quando il capitano “Sully” Sullenberger compie un ammaraggio d’emergenza col suo aereo nelle acque gelide del fiume Hudson, salvando la vita a tutti i 155 passeggeri presenti a bordo. Tuttavia, anche se Sully viene elogiato dall’opinione pubblica e dai media, considerando la sua come un’impresa eroica senza precedenti, alcune indagini sulla decisione presa, minacciano di distruggere la sua reputazione e la sua carriera. Classicamente perfetto, Sully monta, smonta e rimonta – accorciando solo la distanza temporale tra l’ammaraggio e le audizioni – una vicenda nota per guadagnare pathos e suspense. Uno di quei film capaci di portare la gente al cinema e di regalare fiducia in una umanità pronta a dare il meglio di se stessa semplicemente facendo il proprio lavoro con dedizione e competenza.

 

 

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Le cose che verranno – L’avenir

Nathalie insegna filosofia in un liceo di Parigi. Per lei la filosofia non è solo un lavoro, ma un vero e proprio stile di vita. Un tempo fervente sostenitrice di idee rivoluzionarie, ha convertito l’idealismo giovanile “nell’ambizione più modesta di insegnare ai giovani a pensare con le proprie teste” e non esita a proporre ai suoi studenti testi filosofici che stimolino il confronto e la discussione. Sposata, due figli, e una madre fragile che ha bisogno di continue attenzioni, Nathalie divide le sue giornate tra la famiglia e la sua dedizione al pensiero filosofico, in un contesto di apparente e rassicurante serenità. Ma un giorno, improvvisamente, il suo mondo viene completamente stravolto: suo marito le confessa di volerla lasciare per un’altra donna e Nathalie si ritrova, suo malgrado, a confrontarsi con un’inaspettata libertà. Con il pragmatismo che la contraddistingue, la complicità intellettuale di un ex studente e la compagnia di un gatto nero di nome Pandora, Nathalie deve ora reinventarsi una nuova vita…. Isabelle Huppert gioca la partita sul filo di una straniata malinconia sempre controbilanciata dall’ironia e La Hansen-Løve nel un leggiadro tocco di regia sa trovare quella credibilità e quella semplicità che sanno rendere autentico questo mélo senza melodramma, dove la forza della verità vince su tutto.

ORSO D’ARGENTO PER LA MIGLIOR REGIA AL 66. FESTIVAL DI BERLINO (2016)

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Moonlight


Miglior film
Miglior attore non protagonista [Mahershala Ali]
Miglior sceneggiatura non originale [Barry Jenkins e Tarell Alvin McCraney]

Storia della vita, dall’infanzia all’adolescenza alll’età adulta di Chiron, un ragazzo di colore cresciuto nei sobborghi difficili di Miami, che cerca faticosamente di trovare il suo posto del mondo. Una riflessione intensa e poetica sull’identità e sul senso di appartenenza, sulla famiglia, l’amicizia e l’amore. Un film visivamente sontuoso, narrativamente spericolato, socialmente incandescente. Almeno 2 Oscar meritati!

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Alamar

Natan, un bambino di cinque anni, è figlio di padre messicano e madre italiana. I suoi genitori stanno per divorziare e lui seguirà sua madre a Roma, ma prima che questo avvenga suo padre Jorge decide di fargli conoscere la tradizione messicana, in modo che costituisca per sempre un legame con lui. Così un giorno, i due lasciano la loro casa a Playa del Carmen e prendono un autobus diretti a Sud, dove li aspetta una piccola barca a nolo. La loro destinazione è la scogliera Chinchorro, distante 30 chilometri da Majahual. I due però vengono presi da un forte mal di mare e accolgono l’incontro con Matraca, un vecchio pescatore della zona, come una benedizione. Matraca li accoglie nella sua baracca in riva all’oceano e nei giorni successivi, li trascina con sé lungo paesaggi mozzafiato. A bordo della sua piccola nave a motore, padre e figlio andranno a pesca, si divertiranno a fare snorkeling, instaureranno un rapporto con gli animali e si riempiranno gli occhi di uno degli ultimi paradisi naturali rimasti al mondo. Per Natan si avvicina il momento di partire, ma non potrà mai più dimenticare quegli ultimi giorni trascorsi con suo padre… Pedro González-Rubio riesce ad assumere lo sguardo di un bambino per costruire un film asciutto e privo di retorica: splendidi paesaggi, dialoghi essenziali, tanta poesia!

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Collateral Beauty

Dopo aver subito una grave perdita, un manager della pubblicità di New York perde ogni interesse per la vita che conduceva. Mentre i suoi amici preoccupati tentano disperatamente di ristabilire un contatto, lui cerca risposte dall’universo scrivendo lettere all’Amore, al Tempo e alla Morte. Ma quando le sue annotazioni ricevono risposte inaspettate e personali, inizia a comprendere come queste costanti siano legate ad una vita vissuta appieno, e di come anche la perdita più triste possa rivelare significativi momenti di bellezza. Nonostante gli schizzi di ridicolo (e finché Smith non si abbraccia tout court la retorica da mélo), la storia alla Frank Capra è godibile essenzialmente per merito del cast: Helen Mirren, Kate Winslet, Edward Norton, tesi a diventare “paranormali” fra le vie di Manhattan…

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Cuori puri


Agnese e Stefano sono molto diversi. Lei, 18 anni, vive con una madre dura e devota, frequenta la chiesa e sta per compiere una promessa di castità fino al matrimonio. Lui, 25 anni, è un ragazzo dal passato difficile che lavora come custode in un parcheggio di un centro commerciale confinante con un grande campo rom. Dal loro incontro nasce un sentimento vero, fatto di momenti rubati e di reciproco aiuto. Il desiderio l’uno dell’altra cresce sempre di più, fino a quando Agnese, incerta se tradire i suoi ideali, si troverà a prendere una decisione estrema e inaspettata. Appassionato e intenso dramma sociale nella degradata periferia romana, quella di De Paolis è un’opera prima precisa e compatta che si non perde per strada. E bravissimi i protagonisti!

 

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Una settimana e un giorno


Al termine della Shiva – la settimana di lutto – per il figlio scomparso, Eyal viene spinto dalla moglie Vicky a riprendere la loro normale routine. L’uomo però, inizia a frequentare un giovane vicino di casa, amico del figlio defunto, e decide di andare alla scoperta delle cose che davvero valgono la pena di vivere… Polonsky affronta il tema tragico del suo film con la levità dell’umorismo che scaturisce dal continuo movimento tra dramma e commedia. Uno straordinario «road movie» in cui si viaggia materialmente poco, ma tanto attraverso l’umanità e la vita di chi resta.

 

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Fortunata


Fortunata ha una vita affannata, una bambina di otto anni e un matrimonio fallito alle spalle. Fa la parrucchiera a domicilio, parte dalla periferia dove abita, attraversa la città, entra nelle case benestanti e colora i capelli delle donne. Fortunata combatte quotidianamente con determinazione per conquistare il proprio sogno: aprire un negozio di parrucchiera sfidando il suo destino, nel tentativo di emanciparsi e conquistare la sua indipendenza e il diritto alla felicità: per questo è pronta a tutto, ma non ha considerato la variabile dell’amore… Un film che rifiuta vistosamente il realismo: non vuole essere verosimile, ma appassionante. La (ri)scoperta è Jasmine Trinca di un’aggressività stupefacente, tra Julia Roberts e Anna Magnani.

 

 

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Il ragno rosso


Cracovia, anni Sessanta. Il giovane Karol è un tuffatore esperto e un vanto per la sua famiglia. Una sera, al luna park, scopre casualmente il corpo di un ragazzo vittima del serial killer noto come “il ragno rosso”. Karol nota un individuo misterioso vicino al cadavere ma decide di non comunicarlo alle autorità. Rintraccia l’uomo, un inquietanto quanto apparentemente innocuo veterinario. I due si incontrano, si studiano, la tensione cresce… In uno svolgimento narrativo, sempre coinvolgente Koszalka elabora uno stile di regia personale, sceglie sapientemente cosa mostrare e cosa occultare e si concede anche qualche virtuosismo della macchina da presa.

versione originale sottotitolata

 

 

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Sole cuore amore


Un’amicizia tra due giovani donne in una città bella e dura come Roma e il suo immenso hinterland. Due donne che hanno fatto scelte molto diverse nella vita: Eli ha quattro figli, un marito disoccupato e un lavoro difficile da raggiungere; Vale invece è sola, è una danzatrice e performer, e trae sostentamento dal lavoro nelle discoteche. Legate da un affetto profondo, da una vera e propria sorellanza, le due donne sono mondi solo apparentemente diversi, in realtà sono due facce della stessa medaglia, ma la solidarietà reciproca non sempre basta a lenire le difficoltà materiali della loro vita… Un film che tocca in maniera forte e diretta il tema del lavoro: Vicari riesce a trattarlo con una dignità inedita nel nostro cinema recente e senza facili ideologismi alla moda. Così restano ancorati a quel cappotto rosso i valori dell’amicizia e della voglia di vivere.

 

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