In una cittadina del Montana, nel 1993, la giovane Cameron Post è sorpresa a baciarsi con una ragazza durante il ballo della scuola e viene spedita in un centro religioso, God’s Promise, in cui una terapia di riconversione dovrebbe “guarirla” dall’omosessualità. Insofferente alla disciplina e ai dubbi metodi del centro, Cameron stringe amicizia con altri ragazzi, finendo per creare una piccola e variopinta comunità capace di riaffermare con orgoglio la propria identità. Toni sfumati e precisione descrittiva dei personaggi per una critica senza esitazioni ad una mentalità oppressiva e ad una spiazzante dinamica “diseducativa”.
movie connection
La Flor
Argentina 2018 – 808′
LOCARNO – Il festival ticinese non è alieno dai film-monstre essendo stato tra i primi a far conoscere (e anzi a premiare col Pardo d’oro 2014) gli interminabili film del filippino Lav Diaz. Ma qui si è raggiunto il top, obbligando gli organizzatori ad uno sforzo anche logistico. Per arrivare alle quasi 14 ore di proiezione, la maratona è stata suddivisa in tre tappe di quattro-cinque ore ciascuna (con diritto a pausa fisiologica), ma allo stesso quasi nessuno è riuscito a vederlo proprio tutto (gli spettacoli cadevano negli ultimi tre giorni della rassegna, quando notoriamente il livello di attenzione e pazienza degli addetti ai lavori precipita).
Vox Lux
Il film segue da vicino l’ascesa di Celeste dalle ceneri di un’immensa tragedia nazionale a superstar pop. Il film abbraccia un arco di tempo di diciotto anni, dal 1999 al 2017, delineando alcuni importanti momenti culturali attraverso lo sguardo della protagonista.
Usa 2018 – 1h 50′
VENEZIA – Di suono, di luce. E di morte. Il cinema è un’arte composta di elementi primari e fondamentali e della consapevolezza che il loro compiersi sia frutto di un decesso annunciato. Ogni fotogramma, ogni bit, ogni vibrazione, cristallizza un istante di tempo, di vita, e li condanna a una reiterazione fantasmatica e illusionistica in cui il mezzo cinematografico decreta la fine annunciata dello scorrere del tempo. Sembra che per il giovane attore, e qui regista, Brady Corbet, il tempo, e la storia, sia una macchina infernale da scandagliare ed elaborare attraverso biografie inventate e plausibili di personaggi del loro tempo, di un tempo portatore di incertezze, mitologie, casualità.
What You Gonna Do When the World’s on Fire?
New Orleans, 2017: Judy cerca di salvare il suo bar nel quartiere nero di Tremé, nonostante i proprietari lo vogliano far chiudere; due fratellini cercano il giusto modo di crescere, aiutati dalla madre che vuole tenerli lontani dalla strada e dai guai che facilmente si abbattono sulle vite dei giovani di colore; i militanti del Nuovo Partito delle Pantere Nere per l’Autodifesa cercano giustizia per le vittime di omicidi a sfondo razziale, a partire da Alton Sterling freddato l’anno prima da due poliziotti bianchi..
Italia/Usa/Francia 2018 – 2h 3′
VENEZIA – L’ultimo documentario di Roberto Minervini si pone già dal titolo come un’incisiva interrogazione aperta al mondo. Un quesito di certo non retorico e di difficile manipolazione, che tra le mani del regista marchigiano ormai trapiantato in America, cerca una modellazione, una messa in forma che diviene prima di tutto una voce fortissima, quella della comunità afroamericana di New Orleans, relegata per sua natura a una marginalità, a una schiavitù, a un’inconsistenza fisica e ideologica dal dominio e dal potere bianco. .
Quando hai 17 anni
Damien e Thomas vanno a scuola insieme. Figlio di un medico e di un pilota in missione l’uno, figlio di due allevatori, adottato, l’altro. Si scontrano, fanno a botte, si calmano per poi ricominciare. E se l’identità sessuale spinge da una parte piuttosto che dall’altra diventa difficile, per due ragazzi della provincia francese, ammettere a sè stessi che l’amore può essere qualcosa con cui fare i conti in maniera matura quando ancora non si è cresciuti del tutto. Techinè si fa cantore di un’età difficile, ma lo fa con il coraggio e la grazia di chi osserva senza giudicare e senza voler impartire lezioni.
La Favorita
All’inizio del XVIII secolo, mentre il Regno Unito è in guerra con la Francia, sul trono siede la Regina Anna (Olivia Colman), di salute instabile e di temperamento volubile. Al suo fianco l’amica intima Lady Sarah Churchill (Rachel Weisz) si prende cura di lei e governa il paese in sua vece. Una posizione di privilegio che vacilla però con l’arrivo dell’ambiziosa e affascinante Abigail Masham (Emma Stone) che sa come farsi benvolere a corte fino diventare la nuova confidente della sovrana. Sarah e Abigail usano tutti i mezzi a disposizione pur occupare il ruolo di favorita, innescando un pericoloso tourbillon di tensioni e inganni… Sostenuto da una sceneggiatura al limite della perfezione La favorita è un magnifico affresco degli intrighi di corte da un punto di vista tutto femminile: straordinarie le tre interpreti con la Colman consacrata con l’Oscar per la miglior attrice protagonista.
The Favourite
UK/Irlanda/USA 2018 – 2h
75° Festival di VE: LEONE D’ARGENTO – GRAN PREMIO DELLA GIURIA
COPPA VOLPI – Olivia Colman, migliore interpretazione femminile
OSCAR – Olivia Colman, migliore attrice protagonista
VENEZIA – L’ultimo film del regista greco Yorgos Lanthimos, La Favorita, presenta indubbiamente alcuni elementi di novità, che rendono il suo cinema più godibile, senza però togliergli coerenza. Non c’è più innanzitutto lo sceneggiatore di sempre, Efthimis Filippou: al suo posto Deborah Davis e Tony McNamara costruiscono una sceneggiatura brillante con dialoghi scoppiettanti.
Il gioco delle coppie
Alain, editore parigino di successo, e Leonard, suo autore storico, faticano a comprendere l’editoria contemporanea, fatta di e-book e social media. Quando si incontrano per discutere del nuovo manoscritto di Leonard, Alain rifiuta di pubblicarlo. Sua moglie lo ritiene invece un capolavoro… Con un’amabile commedia Assayas ribadisce la sua reputazione di autore intellettuale. Il gioco delle coppie è un simposio di idee, dialoghi e riflessioni sulla nuova realtà di flussi e di schermi a cui nessuno riesce più a sfuggire.
Double vies
Francia 2018 – 1h 40′
VENEZIA – Olivier Assayas torna alla Mostra Internazionale del Cinema di Venezia dopo Sils Maria (a Locarno nel 2014) e Personal Shopper (Miglior Regia a Cannes nel 2016) con un film-saggio che, alla lontana, pare completare e riformulare il discorso (più radical-chic che filologico) di Qualcosa nell’aria, film sul contesto politico e culturale in cui si è formata la sua generazione e la classe intellettuale di cui fa parte.
C’est ça l’amour
Francia 2018 – 1h 38′
VENEZIA – C’est ça l’amour è il secondo lungometraggio di Claire Burger, il suo primo a firma singola (Party Girl – Caméra d’Or a Un Certain Regard nel 2014 – era codiretto con Marie Amachoukeli e Samuel Theis). Nel cast spicca il protagonista, il belga Bouli Lanners (premio Magritte come miglior attore non protagonista per Un sapore di ruggine e ossa) e la giovane ottima promessa francese Justine Lacroix.
Friedkin Uncut – Un diavolo di regista
Una visione introspettiva nella vita e nel percorso artistico di William Friedkin, regista straordinario e anticonformista di grandi cult-movie. Friedkin si mette in gioco guidando il pubblico in un affascinante viaggio attraverso i temi e le storie che maggiormente hanno influenzato la sua vita e il suo percorso artistico, accompagnato da un cast “stellare”, voci e testimonianze di amici e collaboratori.
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