Woton’s Wake

 USA 1962 – 20′

 TORINO – Siamo ne 1962 ed è il terzo cortometraggio, ma il primo di successo, girato quando De Palma (aveva 22 anni) frequentava la NYU con Martin Scorsese, dopo aver abbandonato gli studi di Fisica. Attraverso il Festival di New York aveva conosciuto in quegli anni il cinema europeo e in particolare la Nouvelle Vague, innamorandosi di Godard.

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Murder à la Mod

 USA 1968 – 1h 20′

 TORINO – Murder à la Mod è il secondo lungometraggio girato da De Palma (dopo The Wedding Party, che uscì però l’anno successivo), ma il primo proiettato in sala, dove riscosse scarso successo di pubblico e di critica. Nonostante l’eccessiva complessità dell’intreccio, che rende arduo per lo spettatore districarsi tra i vari fili della storia, la sua visione costituisce un puro piacere per chi ha amato il suo cinema, in quanto vi si possono trovare molte anticipazioni di temi e modalità di rappresentazione, che costituiranno la marca stilistica di questo autore.

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La donna dello scrittore

Georg in fuga dalla Germania nazista si rifugia a Marsiglia, dove riesce ad ottenere un visto per partire, rubando l’identità di uno scrittore scomparso. Il destino lo porta da incontrare Marie, la moglie dello scrittore, che ignora quale sorte sia toccata al marito e continua a cercarlo. Georg si innamora perdutamente della donna ma non può rivelargli la sua doppia identità… Come nei suoi film precedenti il tema dell’identità è alla base dell’opera di Christian Petzold . Stavolta il giovane regista tedesco porta all’estremo questa sua ricerca riattualizzando un romanzo sulla vicenda di un gruppo di resistenti nella Francia del 1942 occupata dai nazisti.

Transit
Francia 2018  (101′)

 BERLINO – Come nei suoi precedenti La scelta di Barbara e soprattutto Il segreto del suo volto il tema dell’identità (nessuno è ciò che sembra, passato e presente si mischiano e si sovrappongono all’interno di ciascuno di noi) è alla base dell’opera del giovane regista tedesco Christian Petzold . Transit, il film in concorso a Berlino, porta all’estremo questa sua ricerca. La traccia è un romanzo di Anne Seghers, scrittrice militante della Germania est, sulla vicenda di un gruppo di resistenti nella Francia del 1942 occupata dai nazisti.

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1945

In un afoso giorno di agosto del 1945, mentre gli abitanti di un villaggio ungherese si preparano per il matrimonio del figlio del vicario, un treno lascia alla stazione due ebrei ortodossi, uno giovane e l’altro più anziano. Sotto lo sguardo vigile delle truppe occupazioniste sovietiche i due scaricano dal convoglio due casse misteriose e si avviano lentamente verso il paese. Il precario equilibrio che la guerra appena terminata ha lasciato sembra ora minacciato dall’arrivo dei due ebrei. In tutta la comunità si diffondono rapidamente la paura e il sospetto che i tradimenti, le omissioni e i furti, commessi e sepolti durante gli anni di conflitto, possano tornare a galla. In un affascinante, rigoroso bianco e nero il film procede con un ritmo al contempo quieto e incalzante. Una “poetica” di responsabilità universale.

PRIMO PREMIO DELLA CRITICA CINEMATOGRAFICA UNGHERESE

 

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The Woman Who Left

Horacia, dopo aver trascorso trentanni in prigione per un omicidio che non ha commesso, viene liberata e torna al suo villaggio, diventato nel frattempo una città caotica abitata da un’umanità di derelitti. In carcere Horacia, benvoluta da tutti, aveva trovato un suo ruolo soprattutto nel raccontare delle storie; ora si sente disorientata e, abbandonata la casa natale e, usando vari travestimenti, si mescola con quella società di disperati, ai quali si affeziona e che cerca di aiutare. Nel frattempo si mette anche sulle tracce dell’uomo che l’ha fatta finire in galera e del figlio di cui non si hanno più tracce…
Un film fatto tutto di storie: da quella principale a quelle lette e scritte da Horacia, a quelle raccontate dai personaggi che lei incontra. Lav Diaz parte dall’impianto del romanzo ottocentesco ma parla “il suo” linguaggio delle immagini, fatto di piani fissi, di profondità di campo, per provare a indicare una direzione di significato, sempre sfuggente…

VENEZIA 73  LEONE D’ORO

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Kedi – La città dei gatti

Sono centinaia di migliaia i gatti che vagano liberamente nella metropoli di Istanbul. Per migliaia di anni hanno gironzolato dentro e fuori alla vita delle persone, diventando una componente essenziale delle tante comunità che rendono così ricca la città. Vivono tra due mondi – il selvaggio e l’addomesticato – e portano gioia e voglia di vivere alle persone che scelgono di adottare. A Istanbul i gatti sono lo specchio delle persone, e questo incredibile documentario racconta le anime della città attraverso i suoi gatti.

 

USA/Turchia 2017 – 1h 19′

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Fulvio e i suoi amici

L’input è stato l’uscita in Italia di  Kedi – La città dei gatti

Come poteva non dargli spazio il LUX, il cinema di Fulvio?

Così, per un’accoglienza adeguata, ecco una MINI-RASSEGNA di tre titoli “storici”

in cui il GATTO non è una mera presenza, ma vero protagonista, carismatico e indimenticabile.

  

DEPLIANT – date e orari di programmazione [pdf]

 

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I fantasmi d’Ismael

Ismael Vullard è un regista e sta per girare un film su Ivan, un atipico diplomatico ispirato da suo fratello. Insieme a Bloom, suo maestro e suocero, Ismael non ha ancora superato la morte del suo grande amore Carlotta, avvenuta vent’anni prima, nonostante una nuova storia con Sylvia, che per lui ora rappresenta tutto. Ma alla vigilia dell’inizio delle riprese, Carlotta ritorna dal mondo dei morti, rimettendo in discussione ogni cosa… Un film-summa in cui Desplechin chiama a ricomporre il puzzle della vita, non sono solo i personaggi ed i temi a lui più cari, ma anche i fantasmi dei suoi maestri: Bergman, Truffaut, Hitchcock, per scrivere insieme una vitalissima elegia del presente.

Film d’apertura-fuori concorso al 70° Festival di CANNES

 

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