Sulle sue spalle

Nadia Murad, Premio Nobel 2018 per la Pace, è una sopravvissuta: aveva appena 20 anni la notte del 3 agosto 2014, quando l’Isis attaccò Sinjar, la sua città natale, e sterminò la sua famiglia insieme a gran parte della popolazione di fede Yazidi. Lei fu catturata, subì ogni genere di violenza e solo per una coincidenza riuscì a mettersi in salvo. Ora Nadia è diventata il volto di un popolo dimenticato e, giorno dopo giorno, combatte una battaglia difficile e dolorosa, quella per la memoria. Dai campi di profughi in Grecia ai raduni di sopravvissuti a Berlino, dal Parlamento canadese alla sede della Nazioni Unite, questa ragazza giovanissima continua a raccontare la sua storia e trova il coraggio di ripercorrere ancora una volta quei momenti terribili, riaprendo ferite recenti. Perché quanto è accaduto e sta tuttora accadendo non passi sotto silenzio. Perché la sua voce diventi il grido di speranza di un intero popolo.

 

 

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L’uomo che rubò Banksy

Nel 2007 Banksy si reca in Palestina per dipingere sui muri. Qualcuno si offende per un dipinto raffigurante un soldato israeliano che controlla l’identità di un asino. Un tassista locale decide di tagliarlo e venderlo in Occidente. Questa è la storia della prospettiva palestinese e la reazione alla street art attraverso il lavoro del suo eroe più famoso. La storia di un mercato nero illegale di arte rubata dalle strade di tutto il mondo, culture che si scontrano di fronte a una situazione politica insostenibile e infine alla mutevole percezione della street art. Non è una storia, ma molte. Come l’arte di Banksy sarebbe priva di significato senza il suo contesto, così l’assenza di essa sarebbe priva di significato senza una comprensione degli elementi che hanno portato le sue opere d’arte da Betlemme a una casa d’aste occidentale, insieme al muro su cui è stato dipinto.

 

 

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Ride

Una donna e il figlio di dieci anni affrontano, a modo loro, il lutto per la morte del marito e padre, avvenuta in fabbrica, mentre tutto attorno crescono l’attesa e il raccoglimento per il giorno del funerale. Al suo esordio nella regia, Valerio Mastandrea sorprende dirigendo un dramma stralunato e originale, raccontato come una commedia, capace di cambiare fuoco e registri, e di giocare col naturalismo come col surreale. Risate e commozione, senza trucchi o facili scorciatoie.

 

 

 

 

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Il conformista

Un film che ha cambiato la storia del cinema. Lo stile di Bertolucci, il suo modo di mettere in scena il passato, la Storia, ma anche la sorprendente fotografia di Vittorio Storaro, segnarono in maniera determinante gli autori della new Hollywood. L’elemento decisivo è un nuovo modo di guardare il passato, qualcosa che poi si sarebbe chiamato postmoderno e che ancora veste i panni del rétro.

 

Italia/Francia/Germania Ovest 1970 – 1h 52′ (1h 48′)

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Sensibile

 

Primo documentario italiano sul tema, Sensibile racconta le storie di chi soffre e di chi cura, di chi ha dovuto reinventare la sua vita, affrontando i cambiamenti indotti dalla malattia; ma soprattutto vuole evidenziare, oltre la retorica e i facili slogan, che le malattie ambientali sono un problema di tutti. Perché un ambiente malsano, aggressivo e inospitale sarà sempre una minaccia, anche per chi ora non è malato.

 

 

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The Whispering Star

L’umanità si è ridotta drasticamente, l’80% della popolazione è composta da robot e gli umani sono una specie in via d’estinzione. Machine ID 722 è un’androide, a bordo della Rental Spaceship Z. Con il computer di bordo viaggia da un sistema solare all’altro, consegnando pacchi agli umani: un cappello, una matita, vestiti. Per il suo lavoro raggiunge tanti pianeti, città e spiagge desolate. Non capisce perché gli uomini non scelgano il teletrasporto, come se ricevere materialmente gli oggetti facesse battere il loro cuore. A Whispering Star, la stella dei sussurri, ogni rumore superiore a 30 decibel può uccidere gli abitanti. Yoko cerca in punta di piedi l’indirizzo della destinataria.

 

 

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Isabelle

Isabelle (Ariane Ascaride) è un’astronoma francese che vive dalle parti di Trieste in una grande villa circondata di campagna. Il paesaggio è un vero paradiso: da un lato i vigneti illuminati dal sole, dall’altro, a pochi chilometri di distanza, il mare. Attorno a lei gravitano il figlio Jérôme, sposato e in attesa di un bambino, e Davide, un giovane che Isabelle si sente in dovere di aiutare… Un dramma sottaciuto pesa infatti sulla serenità di Isabelle e Jérôme e il forte legame instaurato con Davide metterà progressivamente a nudo le sofferte dinamiche del loro vivere. Locatelli prova a raccontare il mondo interiore dei protagonisti attraverso la banalità del quotidiano. Un racconto intenso ed “ermetico”, positivamente anomalo nel panorama del cinema italiano.

 

 

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The Children Act – Il verdetto

Mentre il suo matrimonio con Jack vacilla, l’eminente giudice dell’Alta Corte britannica Fiona Maye è chiamata a prendere una decisione cruciale nell’esercizio del suo ruolo: deve obbligare Adam, un giovane adolescente malato di leucemia, che per motivi religiosi rifiuta di sottoporsi a una trasfusione di sangue che potrebbe salvargli la vita. In deroga all’ortodossia professionale, Fiona sceglie di andare a far visita ad Adam in ospedale e quell’incontro avrà un profondo impatto su entrambi, suscitando nuove e potenti emozioni nel ragazzo e sentimenti rimasti a lungo sepolti nella donna. L’efficace semplicità della regia si mette al servizio dei propri interpreti: a volte può sembrare fin scontata nelle sue scelte, ma si rivela essenziale per esaltare la prova di recitazione di una strepitosa Emma Thompson.

 

 

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In guerra

 

Dopo aver promesso a 1100 operai che i loro posti di lavoro sarebbero stati salvi, i dirigenti di una fabbrica decidono improvvisamente di chiudere i battenti. Laurent, uno degli operai, si batte in prima fila contro questa decisione, conducendo una lotta sindacale senza esclusione di colpi per reclamare diritti e dignità dei lavoratori.

 

 

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