Viridiana

Viridiana, giovane novizia vicina ai voti, si reca a passare qualche giorno dallo zio, don Jaime, un uomo sessualmente frustrato dopo la morte della moglie avvenuta la sera delle nozze, che tenta di abusare di lei. Viridiana riesce a sfuggirgli, il vecchio si impicca. La nipote eredita le sue terre e decide, per spirito di carità, di accogliere nella grande casa infermi e bisognosi. Ne risulta una specie di corte dei miracoli dove avvengono le peggiori dissolutezze.



Spagna/Messico 1961 (90’)
CANNES 14°: Palma d’oro

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L’asso nella manica

Chuck Tatum, cinico giornalista in eterna ricerca dello scoop, da poco licenziato proprio per il suo atteggiamento, trova finalmente una notizia che può regalargli quella ribalta che ha sempre bramato: in una miniera è infatti rimasto intrappolato un operaio. Chuck cercherà in ogni modo di rallentare le operazioni di salvataggio per alimentare la portata mediatica del tragico evento. Apologo feroce e sempre attuale, il film è la gelida e indignata rappresentazione della contro-etica professionale del giornalismo. Un’opera capitale all’interno della parabola cinematografica del grande regista europeo.

Ace In The Hole – The Big Carnival
USA 1951 (112′)
VENEZIA: Premio internazionale speciale e Premio per la miglior musica

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tempo incerto

in giornate di tempo incerto l’acquisto del biglietto online è sospeso in ogni caso comunque è previsto che la proiezione verrà effettuata e il biglietto potrà essere regolarmente acquistato alla cassa

Time

Seh-hee e Ji-woo sono una giovane coppia all’apparenza affiatata e in perfetta armonia. Lei, però, è quotidianamente pervasa dalla gelosia, e mal sopporta le occhiate del suo compagno verso altre donne. Spaventata dallo scorrere del tempo e dall’idea che lui si possa stancare del suo volto, la ragazza si convince che l’unica soluzione sia affidare il suo volto alla di chirurgia plastica…Kim Ki-duk sfiora il boom dell’estetica del bisturi e la doppia personalità. Un film sofisticato, inquietante e calibratissimo: ancora una volta la scenografia e le scelte formali assumono per il regista coreano un’importanza pari a quella dei personaggi.

Shi gan
Corea del Sud/Giappone 2006 (97′)

 – Cineasta del silenzio, Kim Ki-duk realizza con Time la sua opera più discussa. Discussa, si badi, solo internamente, nel profluvio di parole che i protagonisti si rivolgono l’un l’altro, dacché molti critici festivalieri non hanno certo dovuto confrontarsi a lungo prima di decretarla opera irrisolta di un cineasta in declino. Alla distanza, possiamo dire che si siano sbagliati.

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Beautiful Things

Una riflessione sull’arco esistenziale dei manufatti industriali raccontata in un mix di musica, videoarte e complessi piani sequenza analizzando la realtà di quattro protagonisti: Van, manutentore di pozzi petroliferi, Danilo capo macchina su una nave cargo, Andrea un estraniante scienziato, Vito responsabile di un’immensa fossa di rifiuti in cemento armato. Lo sguardo di Beatiful Things si allarga infine a una coppia come tante che hanno passato la vita ad accumulare oggetti fino a un punto di saturazione; oggi hanno quarant’anni e sono alla ricerca di una via d’uscita…

Italia 2017 – 1h 34′

>> presentazione di Federico Biasin (cinema Lux- – Padova / 11 aprile 2019) <<

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