Parigi può attendere

Anne è a un bivio nella sua vita. Da tempo sposata con un produttore cinematografico di successo, ma disattento, la donna si trova inaspettatamente a fare un viaggio in auto da Cannes a Parigi in compagnia di un socio in affari di suo marito. Quella che sarebbe dovuta essere una gita di sette ore si trasforma in una spensierata avventura, lunga due giorni e piena di deviazioni che porteranno Anne in luoghi pittoreschi e ad assaggiare buon cibo e vino. Tra umorismo, perle di saggezza e romanticismo, i sensi di Anne si risveglieranno dandole una nuova voglia di vivere. Commedia “irriducibilmente” americana: la felicità è il punto d’arrivo di un delicato road-movie.

 

 

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Il piacere

 

Ophuls, in questo che rappresenta uno dei vertici della sua filmografia, dichiara da subito ed esplicitamente la propria funzione di ‘narratore’ che si confronta con un altro e ben titolato narratore: Guy de Maupassant. Nei tre racconti che illustrano i rapporti del piacere con l’amore, con la purezza e con la morte, il grande regista tedesco torna a riflettere sullo scorrere del tempo.

 

 

 

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Il fiore del mio segreto

 

Leocadia Marcia detta Leo che, con lo pseudonimo di Amanda Oris, scrive romanzi rosa di successo, sprofonda in una duplice crisi: sta per essere abbandonata dal marito amatissimo e non ne può più di scrivere romanzetti. Tenta il suicidio, elabora il lutto, riscopre le proprie radici, raggiungendo la madre nel villaggio natio della Mancha (patria del regista e di Don Chisciotte). Un Almodóvar più limpido del solito, come riconciliato, in una commedia spruzzata, invece che intinta, di grottesco che vive della sua dolorante eroina e dei suoi rapporti con gli altri personaggi, specialmente femminili, raccontati con affetto, tenera ironia, leggerezza..

 

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Lady Macbeth

Campagna inglese, 1865. A 17 anni, Katherine è costretta a un matrimonio senza amore con un uomo di mezza età. Soffocata dalle rigide norme sociali dell’epoca, inizia una relazione clandestina con un giovane stalliere alle dipendenze del marito, ma l’ossessione amorosa la spingerà in una spirale di violenza dalle conseguenze sconvolgenti. Il tutto narrato con inquadrature ampie e decise, totale e benedetta assenza di musica, gusto molto corporale per la vita materiale dell’epoca. La regia sceglie infatti una via di sottrazione narrativa che raffredda le emozioni solo per farle esplodere al momento opportuno in modo più bruciante: Lady Macbeth è la parabola di una donna che, pur nel modo sbagliato, vuole affermare a tutti costi la propria indipendenza, sovvertendo, anche con la violenza, un destino apparentemente ineluttabile. Un esordio insolito, bello e sconvolgente.

 

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Jules e Jim

 

Lo svolgersi, attraverso gli anni e la brusca separazione per la prima guerra mondiale, della lunga storia di amicizia e amore tra due amici e la donna amata da entrambi. Uno dei capolavori di François Truffaut, ancor oggi un film «leggero, puro, aereo» che non si preoccupa di trarre una morale dal comportamento del suoi personaggi… uno struggente canto di liberta e anticonformismo!

 

 

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Quello che so di lei

Claire è un’ostetrica eccellente e talentuosa, con un’abilità naturale e il tocco più delicato per far nascere i bambini. Con il passare del tempo, però, i suoi modi delicati, il suo senso di orgoglio e di responsabilità iniziano a scontrarsi con i metodi più efficienti dei moderni ospedali. Così, giunta ormai alla fine della sua carriera, Claire comincia a mettere in discussione il proprio ruolo e le sue abilità. Poi, un giorno, la donna riceve una strana telefonata, una voce dal passato. Si tratta di Béatrice, la stravagante e frivola amante del suo defunto padre, sparita senza lasciare traccia trent’anni prima. Quest’ultima ha importanti e urgenti notizie per lei e vuole rivederla. È così che la ipercoscienziosa Claire e lo spirito libero, amante della vita Béatrice impareranno ad accettarsi l’un l’altra e, rivelandosi vecchi segreti, recupereranno gli anni perduti.
Martin Provost trova la coerenza narrativa, il taglio e la precisione del romanzesco femminile, l’incredibile mélo delle cose della vita alla Sautet ma anche alla Balzac, agganciandoci a una storia di cui diventiamo via via appassionati complici..
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Io danzerò

Stati Uniti, seconda metà dell’Ottocento. Dopo la morte di suo padre, un cercatore d’oro, la 25enne Mary-Louise Fuller (Soko) abbandona il West americano per raggiungere la madre a New York e perseguire il sogno di diventare un’attrice. Una sera, per evitare di cadere sul palco a causa del lungo abito attorcigliato intorno al corpo, la ragazza si libera con un gesto che in seguito fa la sua fortuna diventando noto come “danza serpentina”. Da quel momento, infatti, per Mary-Louise si spalancano le porte del successo e con il nome di Loïe Fuller inizia la sua nuova frenetica vita: a Parigi diventa la “fata della luce”, star delle Folies Bergères e simbolo di una generazione. L’incontro con Isadora Duncan (Lily-Rose Melody Depp) cambiarà presto le carte in tavola…  Un biopic seducente, dalle magnifiche coreografie, che nell’ultima parte cede al mélo fiammeggiante. (…) Nella parte di Isadora si fa notare Lily-Rose Dep, ma la scena è tutta per la cantante Soko!

 

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Miss Sloane – Giochi di potere

 

Nel mondo dei power-broker e dei mediatori politici, dove le poste in gioco sono altissime, Elizabeth Sloane è una lobbista straordinaria, la più ricercata a Washington. Famosa per la sua astuzia e una lunga storia di successi, ha sempre fatto qualsiasi cosa per vincere, ma quando deve affrontare l’avversario più potente della sua carriera, scopre che la vittoria può costare un prezzo troppo alto. L’astuzia di Madden è quella di intrecciare senza cedimenti a scorciatoie il piano dei giochi di potere, dell’ambizione e del cinismo con le ragioni dell’umanità e della sensibilità, sepolte ma in fondo sempre presenti.Un thriller ben diretto, con dialoghi brillanti e un finale sorprendente!

 

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Ascensore per il patibolo

Tratto da un romanzo di Noël Calef, il film di Louis Malle rielabora in maniera strabiliante una trama noir. Su questa storia di tradimenti, omicidi progettati e commessi, di dettagli che complicano la vicenda e casualità che segnano il destino, Malle costruisce una melodia soffusa, aiutato dalla magistrale partitura jazz composta da Miles Davis, un mood che combacia perfettamente con le tinte cupe e minacciose del film. Si tratta dell’esordio di Louis Malle alla regia. Jeanne Moreau non è mai stata così bella e magnetica: una dark lady dallo sguardo inquieto. Vederla passeggiare per le vie di Parigi, anonima figura dall’andatura sensuale, ma quasi alla deriva, sullo sfondo grigio e sfocato dell’inquadratura, tra i riverberi delle luci al neon, ci fa pensare che gli stati di grazia esistono. Magnifica la fotografia in bianco e nero di Henri Decae (un maestro della luce).

COPIA RESTAURATA

 

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Easy – Un viaggio facile facile

Isidoro, da tutti conosciuto come Easy, è solo, con molti chili di troppo e depresso. La sua carriera di giovane pilota di go-kart è stata interrotta quando ha iniziato a prendere peso tanto da non riuscire più ad entrare nell’abitacolo della macchina. E adesso eccolo qui: è tornato a vivere con la madre, dorme nella stessa cameretta di quand’era bambino e passa la giornata davanti alla Playstation, mangiando cibo dietetico. Un giorno, il fratello più piccolo, uomo affascinante e di successo, gli offre un piccolo, semplice lavoro: trasportare la bara con il corpo di un muratore ucraino, dall’Italia a un piccolo villaggio dei Carpazi, in Ucraina. Ma tre giorni di viaggio in una terra sconosciuta possono essere più difficili di quanto ci si aspetti… Road movie sui generis, che guarda a certo indie europeo con una sensibilità tutta nostrana, Easy si rivela un esordio interessante, capace giocare con leggerezza tra umorismo e grottesco e di ragionare, con gli strumenti della commedia, sui concetti di confine e frontiera.

 

 

 

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