Soldato blu

Colorado, 1877. Un plotone di soldati diretto a Fort Reunion con la cassa delle paghe, viene attaccato, derubato e sterminato dai Cheyenne. Sono solo due i superstiti, il giovane soldato Honus e Kathy, una ragazza che viaggiava col convoglio dopo essere stata prigioniera degli indiani per due anni. I due fanno fatica a legare: lui vorrebbe pregare per i compagni uccisi, lei, che lo apostrofa “soldato blu”, lo schernisce raccontandogli delle efferatezze dei soldati, difendendo i diritti dei Cheyenne e rivelandogli di essere stata moglie del loro capo, Lupo Pezzato. Si incamminano comunque insieme; lui vuole ricongiungersi al reggimento, lei è attesa a Fort Reunion dal suo fidanzato. Nel tragitto non mancano le disavventure. Prima lo scontro con alcuni Kiowa, il cui capo viene però sconfitto in duello da Honus, poi un’alluvione che fa loro perdere il fucile e le provviste che erano riusciti a procurarsi, infine l’incontro con un losco mercante, Isaac Comber, che si rivela un contrabbandiere di armi per gli indiani. Imprigionati e legati dall’uomo, che non vuole intralcino il suo commercio, riescono alla fine a liberarsi ma anziché fuggire subito Honus si attarda per dar fuoco al carro delle armi. Così Comber riesce quasi a raggiungerli e ferisce Honus ad una gamba; Kathy riesce però a far perdere le loro tracce nascondendosi in una grotta. Nel rifugio ha modio di prendersi cura di Honus ed è lì, dopo che il viaggio ha progressivamente appianato i loro rapporti, che i due scoprono infine di amarsi. Kathy lascia poi Honus addormentato e al mattino procede da sola per arrivare più in fretta a trovare i soccorsi. Arriva così al distaccamento del colonnello Iverson dove ritrova il suo fidanzato, ma dove scopre anche del prossimino attacco pianificato dal colonnello al villaggio Cheyenne. Impossessatasi di un cavallo Kathy si precipita ad avvisare Lupo Pezzato, ma questi non ritiene di fuggire confidando di poter trattare con l’esercito. Nel frattempo anche Honus raggiunge i suoi commilitoni, ma il suo tentavo di dissuadere Inverson dall’attacco cade nel vuoto. La situazione precipita quando la bandiera bianca sventolata da Lupo Pezzato viene ignorata e i soldati piombano sul villaggio inerte. È un massacro di uomini, donne bambini con violenze e stupri che fanno inorridire Honus e disperare Kathy che, mescolatasi alle squaw, vive in prima persona la tragedia anche se viene comunque risparmiata. Scattate le foto di rito per commemorare la vittoria il reggimento lascia la vallata, con Honus incatenato ad un carro e Kathy che lo saluta mente si accinge ad accompagnare i sopravvissuti nella riserva. Alle loro spalle solo i resti del campo indiano bruciato e una distesa di croci.

Soldier Blu
USA 1970 (115′)

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Argentina, 1985

Senza lasciarsi intimidire dall’ancora notevole influenza che l’esercito aveva sulla loro fragile, nuova democrazia, nell’Argentina del 1985 Julio Strassera e Luis Moreno Ocampo formarono un giovane team legale di improbabili eroi per indagare e perseguire i responsabili della fase più sanguinosa della dittatura militare del loro Paese. Un cinema appassionato e appassionante.

Argentina 2022 (140′)
Lux Padova Logo

 VENEZIA – Nonostante la giovane età (41 anni) il regista argentino Santiago Mitre ha già partecipato e ricevuto premi in svariati festival europei, dalla Quinzaine e la Semaine de la critique di Cannes a Locarno, e sempre con film di grande impegno civile e sociale; da El estudiante (2002), sui moti studenteschi degli anni 70, a Paulina al più recente El Presidente, sui meccanismi delle alte sfere della politica.

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Athena

Francia 2022 (97′)

 VENEZIA – Che Romain Gavras dominasse la macchina da presa lo avevano dimostrato i suoi video musicali, dal controverso Stress dei Justice ( 2008) al folgorante No Church in the Wild di Jay-Z e KanyeWest ( 2012): qualsiasi sia la tecnica di ripresa scelta, il risultato è di massimo impatto visivo. Con il suo terzo film, Athena, presentato in Concorso, il regista, figlio minore di Costa Gavras, dimostra definitivamente a che risultati tanta capacità tecnica possa portare quando le scelte di linguaggio risultano necessarie rispetto all’oggetto rappresentato..

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Bones And All

Italia/USA 2022 (130′)
VE 79: Leone d’argento per la miglior regia
premio Mastroianni come attrice emergente a Taylor Russel

 

 VENEZIA – Nel ricevere il Leone d’argento Guadagnino, con evidente emozione, ha rivolto un particolare ringraziamento al pubblico, che “ha saputo adeguarsi all’altezza dello sguardo di chi non è conforme”Il suo sguardo, in questo film, e con esso quello dello spettatore, si sposta, sempre in orizzontale, dalle distese lombardo-venete di Chiamami col tuo nome e di We are who we are alle immense pianure dell’America rurale dell’Ohio degli anni Ottanta con i loro cieli infiniti, che appartengono al suo e al nostro immaginario cinematografico, per inseguire due adolescenti, Maren e Lee, due vagabondi in fuga alla ricerca di una propria collocazione, di una propria identità.

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When the Waves are Gone

 Kapag Wala Na Ang Mga Alon
Filippine/Francia/Portogallo/Danimarca (187′)

 VENEZIA – Una stanza spoglia della centrale di polizia di Manila, un ufficiale sta tenendo una lezione di metodo ai suoi allievi, la macchina da presa si sofferma su un manifesto con il volto di Poirot, che porta la scritta: “La verità va cercata all’interno e non all’esterno”. Così inizia When the Waves Are Gone con cui Lav Diaz torna, inspiegabilmente fuori concorso, alla Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, per la sesta volta, di cui solo una in concorso quando, nel 2016 ,vinse un meritatissimo Leone d’Oro per The Woman Who Left..

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Tutta la bellezza e il dolore

La storia dell’artista e attivista di fama internazionale Nan Goldin, narrata attraverso diapositive, dialoghi intimi, fotografie rivoluzionarie e rari filmati, e segnata in modo profondo dalla battaglia per ottenere il riconoscimento della responsabilità della famiglia Sackler per le morti da overdose da farmaco.

All the Beauty and the Bloodshed
USA/Canada 2022 (114′)
VE 79: Leone d’oro

 VENEZIA – Inaspettato, ma meritatissimo oltre che coraggioso il Leone d’oro al documentario di Laura Poitras incentrato sulla battaglia condotta dalla nota artista Nan Goldin contro la famiglia Sackler e la Purdue Pharma, produttori dell’OxiContin, narcotico antidolorifico responsabile di un’epidemia di dipendenza che negli Usa ha causato oltre 400.000 vittime. Dall’incontro tra due donne, che, con linguaggi diversi, hanno scelto nella loro carriera artistica di porre il dito nelle piaghe della società contemporanea, è uscita quest’opera che supera la dimensione documentaristica per diventare una narrazione avvincente di una fetta di storia americana.

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The Whale

Charlie, un insegnante affetto da una grave obesità, vive recluso in casa accudito solo da un’infermiera, tenendo corsi universitari di scrittura online a webcam spenta. Dopo una diagnosi che gli da poco tempo da vivere, l’uomo decide di riallacciare i rapporti con la figlia adolescente, deciso a scavare nei propri ricordi e nei traumi che hanno segnato la sua vita, cercando alfine un’ultima possibilità di riscatto.

USA 2022 (117′)
OSCAR: miglior attore protagonista

 VENEZIA – The Whale, ovvero la tortura del corpo per mostrare le ossessioni e le ferite dell’anima: con questo suo tema chiave Darren Aronofsky torna alla Mostra del Cinema di Venezia, dove nel 2008 aveva vinto il Leone d’oro per The Wrestler.

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Riget Exodus

Riget Exodus (The Kingdom: Exodus)
Danimarca 2022 (295′)

 VENEZIA – Un incipit e un finale strepitosi fanno da cornice a questa terza parte della serie Il regno, iniziata da Lars von Trier nel 1994 e proseguita nel 1997, presentata integralmente Fuori Concorso a Venezia (cinque puntate di circa un’ora l’una). Geniale l’aggancio alle stagioni precedenti: la prima puntata si apre con l’immagine di una retina su cui scorrono velocemente le ultime scene della seconda stagione della serie.

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Blonde

USA 2022 (167′)

 VENEZIA – Che Andrew Dominik sia un grande ripercorritore di opere-e-momenti chiave della storia del cinema non lo scopriamo oggi. Era già evidente nella rarefazione delle atmosfere in incipit di quello che è, forse, il suo risultato più alto: L’assassinio di Jesse James per mano del codardo Robert Ford. In quella osmosi tra personaggi e scenari naturali indotta per sola via di stile il debito malickiano era dichiarato senza reticenze, in maniera semplice e piana.a.

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Il maestro giardiniere

Narvel Roth (Joel Edgerton), un meticoloso orticoltore, cura i giardini e i terreni della magnifica e storica tenuta di Gracewood Gardens assecondando tutte le esigenze della sua datrice di lavoro, la ricca vedova Norma Haverhill (Sigourney Weaver). Quando questa gli chiede di prendere come apprendista sua nipote Maya (Quintessa Swindell), arrivata alla tenuta per sfuggire a una storia di droga, la tranquilla e mite esistenza di Narvel viene ben presto sconvolta, portando a galla oscuri segreti di un passato che sembrava sepolto per sempre…

USA 2022 (107′)

 VENEZIA – Dicevamo, un anno fa dal Lido di Venezia, dell’impossibilità di definire The Card Counter, allora presentato in concorso alla Mostra del Cinema, se non adoperando una perifrasi che lo incaselli nella dicitura “film di Paul Schrader”. Al di là delle canoniche classificazioni del noir, del film drammatico, del thriller, dell’opera psicologica, il cinema più recente del regista americano si muove per intero lungo le personalissime direttrici di un progetto che mira a sposare il rigore di Robert Bresson con la sacralità di Carl Theodor Dreyer, autori – insieme con Ozu, terzo vertice della triade e che ha fatto dell’equilibrio delle forme il principio fondante dell’inquadratura – cui il giovane Paul Schrader dedicò un memorabile saggio divenuto con gli anni un classico della critica (Il trascendente nel cinema, 1972)..

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