The Beast

In un futuro prossimo, in cui la presenza umana è ridotta ai minimi termini, le emozioni sono diventate una minaccia da combattere. Gabrielle, nonostante si sottoponga a un processo di annullamento dei sentimenti (che la porta a confrontarsi con diverse esperienze di vita ambientate in epoche passate), sembra essere comunque in grado di continuare a mantenere la propria coscienza.

La Bête
Francia/Canada 2023 (146’)

 VENEZIA – Come nella pittura si può distinguere tra opere che privilegiano una visione ravvicinata e altre che sollecitano una certa distanza dell’osservatore per poter essere maggiormente godute, vorremmo suggerire una analoga separazione anche nel cinema. Vi sono, difatti, film in cui l’emozione scaturisce anzitutto dai singoli momenti, altresì denominati pezzi di bravura, mentre l’insieme scivola in secondo piano (è la ventura – ricercata – di alcuni altissimi risultati di Dario Argento), e altri di cui si ammira, al contrario, la totalità dell’ispirazione che li ha prodotti, quella chiusura del cerchio, per così dire, che trae le fila di un discorso complesso, esibendone l’architettura d’insieme, l’ingegno o, ancora, l’idea a dispetto dei singoli frammenti (qualità rinvenibile in taluni esempi del cinema pasoliniano).

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Hokage

Al termine della Seconda guerra mondiale, in una città distrutta dalle bombe incendiarie, una donna gestisce un piccolo ristorante ma guadagna denaro solo prostituendosi. Nei dintorni del locale si aggira un bambino, e quando un soldato reduce dalle Filippine inizia a frequentare il ristorante, i tre sembrano quasi poter creare un nucleo famigliare. Ma la guerra ha lacerato ben più delle mura della città…

Shadow Of Fire
Giappone 2023 (96′)

 VENEZIA –  Hokage, come dichiarato dal regista di culto giapponese Shinya Tsukamoto, è in qualche modo una continuazione del discorso complesso ma necessario sulla guerra e la violenza iniziato nel 2014 con Fires on the Plain (Nobi) e sviluppato quattro anni più tardi con Killing (Zan). Se in Nobi Tsukamoto raccontava gli orrori e la carneficina della Seconda Guerra Mondiale attraverso la storia di un soldato giapponese nelle Filippine, Zan spostava l’attenzione sul rifiuto di combattere da parte di un samurai pentito del tardo periodo Edo.

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Priscilla

USA/Italia 2023 (113’)

 VENEZIA – Diceva Jean-Luc Godard, illuminando sui suoi debiti verso Roberto Rossellini, come il regista di Viaggio in Italia gli avesse mostrato – si legga: insegnato, dacché non v’è differenza agli occhi del maestro franco-svizzero – che “un film sono due persone in un’automobile” [1]. E altresì come un simile film potesse essere messo in piedi con due soldi (“Era bellissimo, pienamente rassicurante, come un messaggio di pace […] Roberto era un apostolo del cinema”). .

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El Conde

Cile 2023 (110’)

 VENEZIA – In una delle sequenze destinate a divenire letimotiv di questo film deforme – da intendersi nel duplice senso della sua struttura eccentrica e della deformità di cui si sostanzia la morale dei suoi protagonisti – e tutto di testa – ossia: marcatamente cerebrale – un minaccioso essere intabarrato getta in un frullatore cuori umani appena colti per trarne un liquore capace di donargli forza e giovinezza. Che il bevitore sia un vampiro, non v’è dubbio alcuno, ma il singolare abbassamento dell’immagine terrificante e consueta del mostro che azzanna la sua vittima a un gesto meccanico, da prodursi per mezzo di un elettrodomestico acquistabile nel vicino supermercato definisce in modo assai chiaro il tono dimesso che Pablo Larraìn ha inseguito per questo suo decimo lungometraggio.

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Aggro Dr1ft

USA 2023 (80’)

 VENEZIAAdieu au langage, addio al linguaggio. Lo dichiarava nel 2014 Jean-Luc Godard in quell’omonimo e malinconico canto alla funzione comunicativa delle lingue che sconcertò i più ed acquisì in breve nomea di opera irricevibile – in realtà un ultimo, soverchiante capolavoro del maestro franco-svizzero. E quel medesimo addio sembra oggi volerlo riproporre all’attenzione della platea veneziana Harmony Korine, suo figlio putativo nel decostruire l’esperienza cinematografica odierna col piglio sedizioso e impertinente di un ribelle del Maggio francese.

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Un colpo di fortuna – Coup de Chance

Parigi. Alain, giovane e romantico scrittore, un giorno incrocia per caso Fanny, suo grande amore fin dai tempi del college che ora conduce una vita altoborghese accanto al marito Jean. Quello che all’epoca era rimasto un sentimento represso, sboccia in una relazione segreta che mette la ragazza sempre più in difficoltà, combattuta tra desiderio di evasione e senso di colpa causato dal tradimento. La situazione precipita quando Jean se ne accorge…

Francia/Gran Bretagna (96’)

 VENEZIA – È forte, al termine della proiezione di Coup de Chance, l’impulso a ringraziare Woody Allen, dacché il film, una commediola assai graziosa punteggiata da accenti drammatici, assume, in questa ottantesima edizione della Mostra del Cinema, il ruolo di un balsamo ricostituente dopo la fatica di tante visioni più ambiziose, ma anche più impegnative. D’altronde, giunto alla veneranda età di 87 anni – e, dunque, parafrasando Nanni Moretti, prossimo a tramutarsi in uno splendido novantenne – il regista newyorkese ha evidentemente accantonato il bisogno di sbalordire e la curiosità di sperimentare per dedicarsi, infine, alla cura solerte del proprio orticello, in modo tale che non periscano i frutti di un terreno coltivato con tanta dedizione per oltre cinquant’anni.

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Daaaaaali!

Riuscirà un’incauta giornalista francese a realizzare un film-intervista su Salvador Dalì?

Francia 2023 (77′)

 VENEZIA – Un pianoforte da cui esce un getto d’acqua e su cui è piantato un cipresso in mezzo alla campagna, una musica accattivante, che diventerà indimenticabile perché presente durante l’intera durata del film (composta da Thomas Bangalte, ex componente dei Daft Punk). La prima immagine del film è come un quadro di Dalì, ma rimanda anche alla Fontana-Orinatoio di Duchamp. “È un modo di dire agli spettatori, salite a bordo, comincia la montagna russa. Non volevo fare un tour guidato nel mondo di Dalì, stile museo. E’ l’immagine che racconta la storia.”

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Hit Man – Killer per caso

New Orleans. Gary Johnson, professore di psicologia un po’ impacciato, collabora con il dipartimento di polizia calandosi nel ruolo del sicario sotto copertura, per smascherare coloro che lo assoldano come killer. I problemi iniziano quando infrange il protocollo per aiutare una donna disperata che cerca di scappare da un fidanzato violento: un travolgente mix di situazioni bollenti, pericolose… comiche!

USA 2023 (113’)

 VENEZIA – Non è infrequente, nella personalissima traiettoria cinefila di ciascuno, che si assista a un film la cui riuscita, anziché darsi come somma delle parti (regia, scrittura, recitazione), muova da una qualità astrattamente cinematografica, un non-so-che che si scopre come effuso nell’interezza dell’opera. Capita, insomma, di incrociare un film che, stante un certo qual giocoso disimpegno in fase progettuale, rivela tali e tanti segni d’ispirazione da rapirci ben al di là di quanto farebbe un prodotto analogo in altre mani.

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Povere creature!

Riportata in vita grazie a un folle esperimento dell’eccentrico scienziato Dr. Godwin Baxter (Willem Dafoe), la giovane Bella (Emma Stone) vive reclusa nella dimora del suo “creatore” e le è impedito quasi totalmente ogni rapporto con la realtà esterna. Ma la voglia di scoprire la vita al di fuori delle opprimenti mura della villa, la porta ad intraprendere uno stravagante viaggio accanto al meschino avvocato Duncan Wedderburn (Mark Ruffalo), scelto come amante e compagno d’avventura. In un mondo ai limiti di una surreale distopia Bella saprà imporre imporre la propria autonomia, fisica e di pensiero.

Poor Things
Italia/Belgio 2023 (141’)
Venezia 80° – LEONE D’ORO
4 Oscar: attrice protagonista, scenografia, costumi, trucco&acconciatura

 VENEZIAPoor Things del regista greco Yorgos Lanthimos è un film entusiasmante, un fuoco d’artificio di situazioni e dialoghi brillanti al servizio di un attacco irridente al patriarcato che ha riscosso un consenso unanime trovando d’accordo sia la critica che il pubblico. Adattamento della omonima graphic novel dello scrittore scozzese Alasdair Gray, il film mette decisamente al centro la sessualità femminile, mostrata in tutta la sua potenza eversiva come chiave di volta per minare il potere maschile. Il regista durante la premiazione ha sottolineato di aver dovuto aspettare anni per realizzare quest’opera, perchè il mercato cinematografico non era ancora maturo per accettarla.

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Io Capitano

Seydou e Moussa sono due giovani che lasciano Dakar per raggiungere l’Europa. Lasciata la loro terra natale, i due iniziano un viaggio pieno di insidie, tra le difficoltà del deserto, gli orrori dei centri di detenzione in Libia e i pericoli del mare. La forza dell’amicizia e il senso di responsabilità prevarranno su tutto..

Italia/Belgio 2023 (121’)
Venezia 80°
LEONE D’ARGENTO Premio per la migliore regia
PREMIO MARCELLO MASTROIANNI a Sydou Sarr quale giovane attore emergente

 VENEZIA – Matteo Garrone con Io Capitano entra con intelligenza sul tema dell’immigrazione: un tema difficile, che da tempo voleva trattare, ma che, parole sue, lo metteva a disagio perché da occidentale borghese sentiva di essere un estraneo rispetto a quel mondo. La chiave trovata dal regista fa di Io capitano un film importante, che cerca di cambiare la visione dello spettatore, meglio di più spettatori possibile, allargandone lo sguardo per vedere il fenomeno migratorio non come problema di assedio alle nostre coste, ma come fenomeno naturale, che nasce dal bisogno umano di conoscere e di migliorare la propria condizione.

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