In un futuro prossimo, in cui la presenza umana è ridotta ai minimi termini, le emozioni sono diventate una minaccia da combattere. Gabrielle, nonostante si sottoponga a un processo di annullamento dei sentimenti (che la porta a confrontarsi con diverse esperienze di vita ambientate in epoche passate), sembra essere comunque in grado di continuare a mantenere la propria coscienza.
La Bête
Francia/Canada 2023 (146’)
VENEZIA – Come nella pittura si può distinguere tra opere che privilegiano una visione ravvicinata e altre che sollecitano una certa distanza dell’osservatore per poter essere maggiormente godute, vorremmo suggerire una analoga separazione anche nel cinema. Vi sono, difatti, film in cui l’emozione scaturisce anzitutto dai singoli momenti, altresì denominati pezzi di bravura, mentre l’insieme scivola in secondo piano (è la ventura – ricercata – di alcuni altissimi risultati di Dario Argento), e altri di cui si ammira, al contrario, la totalità dell’ispirazione che li ha prodotti, quella chiusura del cerchio, per così dire, che trae le fila di un discorso complesso, esibendone l’architettura d’insieme, l’ingegno o, ancora, l’idea a dispetto dei singoli frammenti (qualità rinvenibile in taluni esempi del cinema pasoliniano).
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