Francia/USA 2023 (114’)
VENEZIA – Al culmine di una carriera ondivaga, piena di indiscussi successi di pubblico se non di critica (basti pensare a Nikita, Subway, Leon, Il quinto elemento) ma anche di lunghi periodi di assenza, il regista e produttore franco-inglese Luc Besson porta a Venezia Dogman, un opera di smagliante bellezza, a tratti commovente fino alle lacrime secondo l’opinione di molti critici. Uno di quei film che ti riconciliano col cinema e anche un po’ con la vita, intesa come la capacità di resistere e di trasformarsi che ne è l’essenza più profonda. Buona parte del merito va attribuito alla incredibile performance dell’attore scozzese Caleb Landry Jones, praticamente sconosciuto in Italia ma già premiato come migliore attore a Cannes nel 2021 (Nitram). Altrettanto importanti, veri deuteragonisti della storia, sono i cani, che il protagonista Douglas, bambino abusato ama sopra ogni cosa e che saranno i suoi compagni e protettori. Il film si apre appunto con una citazione da Alphonse Lamartine “Ovunque ci sia un infelice, Dio (God) manda un cane (dog in inglese)”.